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Jim Cramer diventa completamente ribassista su Bitcoin e i trader osservano attentamenteL’ultima posizione di Jim Cramer su Bitcoin è diventata completamente ribassista, secondo i dati di Unbias che monitorano il sentiment. Il cambio di rotta ha attirato subito l’attenzione dei crypto trader, non perché Cramer comandi la direzione di Bitcoin, ma perché le sue previsioni sono diventate un informale indicatore di sentiment all’interno del mercato. Narrativa inverse Cramer in pieno svolgimento? I dati mostrano che le ultime tre previsioni di Cramer su Bitcoin sono state tutte ribassiste, spingendo la sua prospettiva di breve periodo in quella che Unbias definisce zona da “perma-bear”, cioè costantemente ribassista. Previsione di Jim Cramer su Bitcoin. Fonte: Unbias Storicamente, questi momenti tendono a scatenare discussioni nei canali social legati al mondo crypto, dove i commenti di Cramer alimentano spesso la famosa narrativa dell’“Inverse Cramer”. Questo cambio di tono arriva mentre Bitcoin oscilla nell’area degli 80.000 dollari. Dopo il crollo del 10 ottobre, il movimento del prezzo è rimasto volatile e difensivo. Gli analisti descrivono il mercato come bloccato in un intervallo, con una resistenza attorno a 90.000–93.000 dollari e un supporto strutturale più vicino a 81.000–85.000 dollari. Il mancato recupero di livelli più alti prima della fine dell’anno ha pesato sul sentiment di breve periodo. Tutti i segnali indicano un bear market per Bitcoin? Gli indicatori di mercato confermano questa cautela. L’Indice Fear & Greed delle crypto è scivolato di recente in zona “Extreme Fear”, segnalando avversione al rischio piuttosto che acquisti per paura di rimanere esclusi (“panic buying”). Allo stesso tempo, gli ETF su Bitcoin spot stanno registrando deflussi giornalieri consecutivi nella settimana di Natale, segnalando una minore domanda istituzionale mentre gli investitori chiudono posizioni in profitto e riequilibrano i portafogli in vista della fine dell’anno. Gli ETF Bitcoin USA continuano a registrare deflussi. Fonte: SoSoValue In questo contesto, il cambio in senso ribassista di Cramer riflette il clima dominante, ma spiega anche perché le sue opinioni restano così osservate nei circoli legati a Bitcoin. Come storico conduttore di Mad Money, Jim Cramer è ormai un punto di riferimento culturale per i crypto trader. I suoi giudizi decisi e di breve termine si scontrano spesso con la natura ciclica di Bitcoin, trasformando i suoi commenti in un meme e in un segnale contrarian, più che in una vera analisi convenzionale. Questa dinamica si è ripetuta durante diversi cicli di mercato. Quando Cramer si mostra troppo sicuro in una direzione, i crypto trader considerano spesso la sua posizione come un estremo di sentiment, non come una previsione reale. Guardando alla settimana di Capodanno, gli analisti si aspettano liquidità ridotta e maggiore volatilità. La direzione di Bitcoin potrebbe dipendere dal fatto che gli afflussi negli ETF si stabilizzino e dal recupero della soglia dei 90.000 dollari, una volta che le posizioni legate alle opzioni saranno sistemate. Fino ad allora, la posizione ribassista al 100% di Cramer forse dice poco dei fondamentali di Bitcoin — e molto di quanto il mercato si senta cauto entrando nel 2026.

Jim Cramer diventa completamente ribassista su Bitcoin e i trader osservano attentamente

L’ultima posizione di Jim Cramer su Bitcoin è diventata completamente ribassista, secondo i dati di Unbias che monitorano il sentiment.

Il cambio di rotta ha attirato subito l’attenzione dei crypto trader, non perché Cramer comandi la direzione di Bitcoin, ma perché le sue previsioni sono diventate un informale indicatore di sentiment all’interno del mercato.

Narrativa inverse Cramer in pieno svolgimento?

I dati mostrano che le ultime tre previsioni di Cramer su Bitcoin sono state tutte ribassiste, spingendo la sua prospettiva di breve periodo in quella che Unbias definisce zona da “perma-bear”, cioè costantemente ribassista.

Previsione di Jim Cramer su Bitcoin. Fonte: Unbias

Storicamente, questi momenti tendono a scatenare discussioni nei canali social legati al mondo crypto, dove i commenti di Cramer alimentano spesso la famosa narrativa dell’“Inverse Cramer”.

Questo cambio di tono arriva mentre Bitcoin oscilla nell’area degli 80.000 dollari.

Dopo il crollo del 10 ottobre, il movimento del prezzo è rimasto volatile e difensivo.

Gli analisti descrivono il mercato come bloccato in un intervallo, con una resistenza attorno a 90.000–93.000 dollari e un supporto strutturale più vicino a 81.000–85.000 dollari.

Il mancato recupero di livelli più alti prima della fine dell’anno ha pesato sul sentiment di breve periodo.

Tutti i segnali indicano un bear market per Bitcoin?

Gli indicatori di mercato confermano questa cautela. L’Indice Fear & Greed delle crypto è scivolato di recente in zona “Extreme Fear”, segnalando avversione al rischio piuttosto che acquisti per paura di rimanere esclusi (“panic buying”).

Allo stesso tempo, gli ETF su Bitcoin spot stanno registrando deflussi giornalieri consecutivi nella settimana di Natale, segnalando una minore domanda istituzionale mentre gli investitori chiudono posizioni in profitto e riequilibrano i portafogli in vista della fine dell’anno.

Gli ETF Bitcoin USA continuano a registrare deflussi. Fonte: SoSoValue

In questo contesto, il cambio in senso ribassista di Cramer riflette il clima dominante, ma spiega anche perché le sue opinioni restano così osservate nei circoli legati a Bitcoin.

Come storico conduttore di Mad Money, Jim Cramer è ormai un punto di riferimento culturale per i crypto trader.

I suoi giudizi decisi e di breve termine si scontrano spesso con la natura ciclica di Bitcoin, trasformando i suoi commenti in un meme e in un segnale contrarian, più che in una vera analisi convenzionale.

Questa dinamica si è ripetuta durante diversi cicli di mercato. Quando Cramer si mostra troppo sicuro in una direzione, i crypto trader considerano spesso la sua posizione come un estremo di sentiment, non come una previsione reale.

Guardando alla settimana di Capodanno, gli analisti si aspettano liquidità ridotta e maggiore volatilità. La direzione di Bitcoin potrebbe dipendere dal fatto che gli afflussi negli ETF si stabilizzino e dal recupero della soglia dei 90.000 dollari, una volta che le posizioni legate alle opzioni saranno sistemate.

Fino ad allora, la posizione ribassista al 100% di Cramer forse dice poco dei fondamentali di Bitcoin — e molto di quanto il mercato si senta cauto entrando nel 2026.
Perché i token a tema natalizio potrebbero essere le peggiori narrative crypto del 2025La settimana di Natale è sinonimo di gioia, festeggiamenti e spirito natalizio e, negli ultimi anni, anche di crypto token a tema Xmas. Anche se spesso ci si aspetta che questi token salgano di prezzo durante le festività, movimenti del genere sono molto più rari di quanto si pensi, lasciando molti investitori esposti a hype passeggero e potenziali perdite. Proprio per questo motivo, BeInCrypto ha analizzato tre crypto token natalizi da cui gli investitori dovrebbero stare alla larga nel 2025. Santa Hat (SANTAHAT) SANTA HAT in passato ha già mostrato i rischi legati ai crypto token stagionali. Dopo il lancio, il token era salito del 739% prima di crollare del 98,85% in sole tre settimane, ben prima di Natale. Questa drastica inversione ha cancellato tutti i guadagni e messo in evidenza come l’hype a tema festivo tenda spesso a non sostenere un aumento di prezzo di lungo periodo. Vuoi ricevere altre analisi sui token come questa? Iscriviti alla Crypto Newsletter Giornaliera dell’Editor Harsh Notariya qui. Prezzo di SANTA HAT 2024. Fonte: GeckoTerminal Una certa vivacità era tornata tra agosto e settembre, ma da ottobre la pressione di vendita è ripresa. Da allora, SANTA HAT ha perso l’88,7%, toccando il minimo degli ultimi cinque mesi. L’attuale andamento del prezzo suggerisce la possibilità di ulteriori ribassi, con un potenziale movimento verso il supporto a $0,00002502. Una rottura di questo livello comporterebbe il rischio di una perdita quasi totale. Analisi del prezzo di SANTA HAT. Fonte: GeckoTerminal Nonostante oltre 21.100 holder e liquidità bloccata, i fondamentali non si sono tradotti in stabilità di prezzo. Le performance storiche restano l’indicatore dominante. I cicli passati mostrano ripetuti fallimenti nel recupero, rafforzando una visione ribassista su SANTA HAT nonostante le sue meccaniche on-chain strutturalmente solide. Rizzmas (RIZZMAS) RIZZMAS rappresenta un altro esempio dei rischi connessi ai crypto token tematici di Natale. Lo scorso anno il token era aumentato del 2.384% prima di dicembre, salvo poi crollare del 93,6% entro Natale. Questo andamento riflette l’hype speculativo, più che una reale domanda sostenibile, lasciando gli investitori arrivati tardi esposti a grosse perdite durante le inversioni stagionali. Nell’ultimo mese, RIZZMAS ha perso il 72% dei precedenti guadagni, nonostante abbia toccato il massimo annuale a $0,00002258. L’attuale movimento del prezzo mostra ulteriore debolezza. La struttura di mercato suggerisce nuovi ribassi, con il token a rischio di perdere quasi tutto il suo valore residuo nelle prossime sessioni. Analisi del prezzo di RIZZMAS. Fonte: GeckoTerminal Un approccio prudente suggerisce cautela. I token stagionali possono sembrare allettanti o solidi dal punto di vista fondamentale, ma spesso mancano di vera utilità o di driver di crescita a lungo termine. Le performance storiche mostrano ripetuti cicli di boom e crollo, rendendo più importante la conservazione del capitale rispetto all’inseguimento di rally tematici di breve durata. GigaMas (GIGAMAS) GIGAMAS è un esempio più recente di crypto token stagionali che non riescono a mantenere valore. Lanciato meno di due mesi fa, questo token natalizio era aumentato del 325% nella fase iniziale per poi crollare del 75%. Ora viene scambiato attorno a $0,00001831, sintomo di una rapida perdita di momentum speculativo. Le prospettive di recupero sono estremamente limitate. La struttura tecnica indica scarsa domanda e pressione di vendita persistente. GIGAMAS probabilmente romperà il supporto a $0,00001524, con ulteriori ribassi in area $0,00001000. Una caduta sotto questi livelli potrebbe azzerare quasi completamente il valore residuo. Analisi del prezzo di GIGAMAS. Fonte: GeckoTerminal È fondamentale che questo trend venga riconosciuto dagli oltre 2.000 detentori di GIGAMAS. I token a tema festivo mancano di una utilità duratura e di un’adozione a lungo termine. Le performance storiche suggeriscono che questi asset si comportano come vere e proprie trappole speculative, con bruschi crolli che solitamente accelerano man mano che si avvicina il Natale.

Perché i token a tema natalizio potrebbero essere le peggiori narrative crypto del 2025

La settimana di Natale è sinonimo di gioia, festeggiamenti e spirito natalizio e, negli ultimi anni, anche di crypto token a tema Xmas. Anche se spesso ci si aspetta che questi token salgano di prezzo durante le festività, movimenti del genere sono molto più rari di quanto si pensi, lasciando molti investitori esposti a hype passeggero e potenziali perdite.

Proprio per questo motivo, BeInCrypto ha analizzato tre crypto token natalizi da cui gli investitori dovrebbero stare alla larga nel 2025.

Santa Hat (SANTAHAT)

SANTA HAT in passato ha già mostrato i rischi legati ai crypto token stagionali. Dopo il lancio, il token era salito del 739% prima di crollare del 98,85% in sole tre settimane, ben prima di Natale. Questa drastica inversione ha cancellato tutti i guadagni e messo in evidenza come l’hype a tema festivo tenda spesso a non sostenere un aumento di prezzo di lungo periodo.

Vuoi ricevere altre analisi sui token come questa? Iscriviti alla Crypto Newsletter Giornaliera dell’Editor Harsh Notariya qui.

Prezzo di SANTA HAT 2024. Fonte: GeckoTerminal

Una certa vivacità era tornata tra agosto e settembre, ma da ottobre la pressione di vendita è ripresa. Da allora, SANTA HAT ha perso l’88,7%, toccando il minimo degli ultimi cinque mesi. L’attuale andamento del prezzo suggerisce la possibilità di ulteriori ribassi, con un potenziale movimento verso il supporto a $0,00002502. Una rottura di questo livello comporterebbe il rischio di una perdita quasi totale.

Analisi del prezzo di SANTA HAT. Fonte: GeckoTerminal

Nonostante oltre 21.100 holder e liquidità bloccata, i fondamentali non si sono tradotti in stabilità di prezzo. Le performance storiche restano l’indicatore dominante. I cicli passati mostrano ripetuti fallimenti nel recupero, rafforzando una visione ribassista su SANTA HAT nonostante le sue meccaniche on-chain strutturalmente solide.

Rizzmas (RIZZMAS)

RIZZMAS rappresenta un altro esempio dei rischi connessi ai crypto token tematici di Natale. Lo scorso anno il token era aumentato del 2.384% prima di dicembre, salvo poi crollare del 93,6% entro Natale. Questo andamento riflette l’hype speculativo, più che una reale domanda sostenibile, lasciando gli investitori arrivati tardi esposti a grosse perdite durante le inversioni stagionali.

Nell’ultimo mese, RIZZMAS ha perso il 72% dei precedenti guadagni, nonostante abbia toccato il massimo annuale a $0,00002258. L’attuale movimento del prezzo mostra ulteriore debolezza. La struttura di mercato suggerisce nuovi ribassi, con il token a rischio di perdere quasi tutto il suo valore residuo nelle prossime sessioni.

Analisi del prezzo di RIZZMAS. Fonte: GeckoTerminal

Un approccio prudente suggerisce cautela. I token stagionali possono sembrare allettanti o solidi dal punto di vista fondamentale, ma spesso mancano di vera utilità o di driver di crescita a lungo termine. Le performance storiche mostrano ripetuti cicli di boom e crollo, rendendo più importante la conservazione del capitale rispetto all’inseguimento di rally tematici di breve durata.

GigaMas (GIGAMAS)

GIGAMAS è un esempio più recente di crypto token stagionali che non riescono a mantenere valore. Lanciato meno di due mesi fa, questo token natalizio era aumentato del 325% nella fase iniziale per poi crollare del 75%. Ora viene scambiato attorno a $0,00001831, sintomo di una rapida perdita di momentum speculativo.

Le prospettive di recupero sono estremamente limitate. La struttura tecnica indica scarsa domanda e pressione di vendita persistente. GIGAMAS probabilmente romperà il supporto a $0,00001524, con ulteriori ribassi in area $0,00001000. Una caduta sotto questi livelli potrebbe azzerare quasi completamente il valore residuo.

Analisi del prezzo di GIGAMAS. Fonte: GeckoTerminal

È fondamentale che questo trend venga riconosciuto dagli oltre 2.000 detentori di GIGAMAS. I token a tema festivo mancano di una utilità duratura e di un’adozione a lungo termine. Le performance storiche suggeriscono che questi asset si comportano come vere e proprie trappole speculative, con bruschi crolli che solitamente accelerano man mano che si avvicina il Natale.
Bitcoin è già in un bear market? Il chief di Fidelity solleva preoccupazioniBitcoin ha in gran parte ignorato quelli che avrebbero dovuto essere segnali macro favorevoli. L’inflazione CPI degli Stati Uniti è scesa al 2,7% a dicembre, rafforzando le aspettative di taglio dei tassi, ma Bitcoin non ha risposto. Invece di attirare nuovi capitali, il prezzo si è bloccato mentre i fondi si sono spostati altrove. Proprio questo disallineamento sta facendo riemergere il dibattito sul mercato ribassista di Bitcoin. Jurrien Timmer, Director of Global Macro di Fidelity, ha recentemente avvertito che Bitcoin potrebbe aver già concluso il suo ultimo ciclo quadriennale a ottobre, sia in termini di prezzo che di tempistiche. I dati on-chain e di mercato raccolti da allora supportano sempre di più questa visione. I segnali sui dati suggeriscono che Bitcoin potrebbe già essere in un bear market Diversi indicatori indipendenti ora puntano alla stessa conclusione: il capitale si sta ritirando, anche i detentori con maggiore convinzione stanno vendendo e Bitcoin sta assorbendo rischio senza una reale domanda. Gli afflussi nelle stablecoin sono crollati dal picco del ciclo Gli afflussi di stablecoin spesso fungono da carburante potenziale per i rally crypto. Quel carburante è sparito. Il totale degli afflussi di stablecoin ERC-20 su tutti gli exchange ha raggiunto il picco a circa 10,2 miliardi il 14 agosto. Al 24 dicembre, gli afflussi erano calati a circa 1,06 miliardi, una diminuzione di quasi il 90%. Vuoi altre analisi su token come questa? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter del nostro Editor Harsh Notariya qui. Flussi di stablecoin: CryptoQuant Quel massimo di afflussi di agosto ha preceduto di poco il massimo di Bitcoin sopra $125.000 a ottobre, lo stesso periodo identificato da Timmer come possibile top del ciclo. Da allora, nuovi capitali non sono tornati, rafforzando l’idea che dopo il massimo si sia passati da una fase di accumulo a una di distribuzione. Gli holder di lungo periodo sono diventati venditori aggressivi Dopo ottobre, anche i detentori più convinti si stanno comportando in modo diverso. Il saldo netto delle posizioni dei detentori di lungo periodo di Bitcoin è diventato negativo poco dopo il massimo di ciclo. Le vendite sono accelerate, passando da circa 16.500 BTC al giorno a fine ottobre a circa 279.000 BTC recentemente. Si tratta di un aumento superiore al 1.500% della pressione di distribuzione giornaliera. Vendite dei detentori BTC di lungo periodo: Glassnode Questo è perfettamente in linea con la tesi di Timmer secondo cui la fase del ciclo di halving quadriennale si sarebbe conclusa a ottobre. I detentori di lungo periodo sembrano concordare, riducendo la propria esposizione invece di difendere il prezzo. La dominance di Bitcoin è in aumento, ma non per motivi rialzisti La dominance di Bitcoin è risalita verso il 57-59%, ma questo non è un segnale di rischio elevato. Dominance BTC: CoinGecko Dopo il dato CPI più basso, i capitali non si sono riversati in Bitcoin. Al contrario, sono confluiti nei tradizionali beni rifugio. Nell’ultimo anno, l’argento è aumentato di oltre il 120%, mentre l’oro è salito di circa il 65%. Allo stesso tempo, i mercati crypto si sono mossi molto peggio. Questo cambiamento rafforza l’idea che l’aumento della dominance di Bitcoin non sia spinto da una nuova propensione al rischio, ma dal fatto che il capitale si rifugia nella relativa sicurezza all’interno del settore crypto. Questa visione è stata anche condivisa in un commento esclusivo per BeInCrypto da Ray Youssef, fondatore e CEO di NoOnes, che ha spiegato in dettaglio perché l’oro abbia guidato la corsa al riparo dalla svalutazione nel 2025 mentre Bitcoin è rimasto in una fascia di prezzo ristretta. “Sebbene l’oro stia chiaramente vincendo la partita sulla svalutazione nel 2025 in termini di performance di prezzo, il confronto nasconde una realtà di mercato più sfumata. Il recente rally dell’oro verso nuovi massimi storici e un +67% da inizio anno riflettono il classico posizionamento difensivo degli investitori, che cercano certezza in un contesto di mercato segnato da eccesso fiscale, tensioni geopolitiche e incertezza macroeconomica. L’accumulazione delle banche centrali, un dollaro più debole e il rischio di inflazione persistente hanno rafforzato il ruolo dell’oro come principale asset difensivo del mercato”, ha spiegato. Youssef ha inoltre sottolineato che quest’anno il comportamento di Bitcoin si è discostato radicalmente dalla narrativa dell’oro digitale. “Bitcoin, invece, non è riuscito di recente a confermarsi come bene rifugio. L’asset non si è comportato da oro digitale nel 2025, a causa della sua maggiore sensibilità ai fattori macroeconomici. I rialzi di BTC ora dipendono dall’espansione della liquidità, dalla chiarezza delle politiche dei governi e dal sentimento di rischio, e non più solo dalla svalutazione monetaria”, ha evidenziato. Gli indirizzi delle mega balene stanno diminuendo silenziosamente Anche i grandi detentori stanno facendo un passo indietro. Il numero di indirizzi Bitcoin che detengono più di 10.000 BTC è sceso da 92 all’inizio di dicembre a 88. Questo calo è avvenuto in concomitanza con la diminuzione dei prezzi, non con l’accumulazione. Le mega balene BTC stanno distribuendo: Glassnode Questi indirizzi rappresentano spesso operatori istituzionali. La loro diminuzione aggiunge un ulteriore segnale di conferma che il denaro intelligente non sta assumendo posizioni rialziste in modo aggressivo in questo momento. Bitcoin rimane sotto una media mobile a lungo termine cruciale Bitcoin viene ancora scambiato al di sotto della sua media mobile a 365 giorni vicino a $102.000, un livello perso in modo netto all’inizio della bear market del 2022. Questa media mobile funge sia da supporto tecnico che psicologico. La mancata riconquista indica che il mercato è passato dalla continuazione del trend a una fase di rischio di regime. Se il prezzo resta sotto questo livello, la storia suggerisce zone di ribasso più marcato vicine alla fascia di prezzo realizzato dai trader, intorno a $72.000. Considerando tutto, questi segnali supportano l’avvertimento di Timmer che Bitcoin potrebbe già trovarsi in una fase di bear market o essere molto vicino, anche se il prezzo non lo riflette ancora pienamente. I capitali si sono prosciugati, i detentori più convinti stanno vendendo, la dominance sta aumentando in modo difensivo e i segnali positivi macro sono ignorati. Detto ciò, non tutti i supporti di ciclo di lungo termine sono stati ancora violati. Questi segnali contrari, e i livelli precisi che decideranno se si tratterà di una vera bear market o di una lunga fase di transizione, sono discussi di seguito. Perché il caso del bear market di Bitcoin non è ancora completamente chiuso Nonostante le crescenti prove che puntano verso una bear market di Bitcoin, due indicatori di lungo periodo suggeriscono ancora che non si sia verificata una rottura strutturale confermata. Inoltre, uno dei motivi per cui la bear market su Bitcoin non si è ancora concretizzata risiede in come i mercati interpretano il rallentamento del CPI. Sebbene l’inflazione in calo solitamente favorisca gli asset rischiosi, la risposta attuale mostra che gli investitori stanno dando priorità alla sicurezza e alla liquidità, anziché alla crescita. Ciò non significa che il segnale del CPI sia errato. Potrebbe semplicemente essere prematuro, dato che Bitcoin storicamente ha reagito in ritardo rispetto agli hedge tradizionali, una volta che le aspettative di liquidità si sono tradotte completamente in flussi di capitale. Questi ed altri indicatori che discuteremo di seguito non annullano i segnali ribassisti esaminati in precedenza. Tuttavia, spiegano perché questa fase potrebbe ancora risolversi come una lunga transizione piuttosto che una vera e propria bear market. Il Pi Cycle Top non si è ancora attivato Uno degli indicatori ciclici più affidabili di Bitcoin, il Pi Cycle Top, non ha ancora segnalato un picco. L’indicatore mette a confronto la media mobile a 111 giorni con la media mobile a 350 giorni moltiplicata per due. Storicamente, quando queste due linee si incrociano, Bitcoin ha toccato o si è avvicinato ai massimi di ciclo. Al momento, le due linee restano molto distanti. Ciò indica che Bitcoin non si trova in una fase surriscaldata o euforica, nemmeno dopo il massimo di ottobre. PI Cycle Top: Coinglass Questo contrasta con quanto affermato da Jurrien Timmer, Director of Global Macro di Fidelity, che ha osservato come il picco di ottobre vicino a $125.000 fosse in linea con la tempistica dei cicli precedenti. In passato, le bear market vere e proprie sono iniziate dopo una chiara conferma dal Pi Cycle. Questo segnale, però, è ancora assente. La SMA a 2 anni rimane la linea più importante Il secondo, e più immediato, argomento contrario è di natura strutturale. Bitcoin è ancora scambiato vicino alla sua media mobile semplice a 2 anni, che si trova circa a $82.800. Questo livello ha più volte rappresentato il divisorio del trend di lungo periodo di Bitcoin. Le chiusure mensili sopra la SMA a 2 anni hanno sempre segnato la sopravvivenza del ciclo. Chiusure protratte al di sotto di questo livello hanno invece caratterizzato fasi di bear market profonde. Finora, Bitcoin non ha ancora confermato una chiusura mensile sotto questa soglia. Per questo motivo, la chiusura mensile di dicembre sarà cruciale. Se Bitcoin resterà sopra $82.800 fino a fine anno, probabilmente il mercato rimarrà in una fase di transizione avanzata del ciclo, piuttosto che entrare in una bear market confermata. Questo lascia aperta la possibilità che il 2026 faccia registrare un rialzo posticipato invece di un prolungato ribasso. Tuttavia, se dicembre chiuderà decisamente sotto la SMA a 2 anni, le proiezioni al ribasso verso l’area $65.000–$75.000, citate da Timmer, avranno un solido supporto strutturale. TL;DR — Livelli chiave di prezzo di Bitcoin da tenere d’occhio ora Lo scenario ribassista presenta anche chiari livelli di invalidazione. Un recupero della media mobile a 365 giorni vicino a $102.000 indebolirebbe in modo significativo la tesi di un mercato orso. Questo si allineerebbe con la previsione sul prezzo di Bitcoin di Tom Lee per fine anno. Quel livello aveva segnato l’inizio della fase ribassista del 2022 quando venne infranto, e se fosse recuperato indicherebbe una rinnovata forza del trend. In parole semplici: Sopra $82.800 entro la chiusura di dicembre: la fase di transizione rimane intatta Sotto $82.800 su base mensile: il rischio di mercato ribassista aumenta Nuovamente sopra $102.000: la struttura rialzista inizia a ricostruirsi Per il momento, Bitcoin si trova a metà tra prese di profitto convinte e supporto di lungo periodo del ciclo. Il mercato non sta confermando forza, ma nemmeno si sta rompendo completamente. Sarà la chiusura di dicembre a decidere quale narrativa prevarrà fino al 2026.

Bitcoin è già in un bear market? Il chief di Fidelity solleva preoccupazioni

Bitcoin ha in gran parte ignorato quelli che avrebbero dovuto essere segnali macro favorevoli. L’inflazione CPI degli Stati Uniti è scesa al 2,7% a dicembre, rafforzando le aspettative di taglio dei tassi, ma Bitcoin non ha risposto. Invece di attirare nuovi capitali, il prezzo si è bloccato mentre i fondi si sono spostati altrove.

Proprio questo disallineamento sta facendo riemergere il dibattito sul mercato ribassista di Bitcoin.

Jurrien Timmer, Director of Global Macro di Fidelity, ha recentemente avvertito che Bitcoin potrebbe aver già concluso il suo ultimo ciclo quadriennale a ottobre, sia in termini di prezzo che di tempistiche. I dati on-chain e di mercato raccolti da allora supportano sempre di più questa visione.

I segnali sui dati suggeriscono che Bitcoin potrebbe già essere in un bear market

Diversi indicatori indipendenti ora puntano alla stessa conclusione: il capitale si sta ritirando, anche i detentori con maggiore convinzione stanno vendendo e Bitcoin sta assorbendo rischio senza una reale domanda.

Gli afflussi nelle stablecoin sono crollati dal picco del ciclo

Gli afflussi di stablecoin spesso fungono da carburante potenziale per i rally crypto. Quel carburante è sparito.

Il totale degli afflussi di stablecoin ERC-20 su tutti gli exchange ha raggiunto il picco a circa 10,2 miliardi il 14 agosto. Al 24 dicembre, gli afflussi erano calati a circa 1,06 miliardi, una diminuzione di quasi il 90%.

Vuoi altre analisi su token come questa? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter del nostro Editor Harsh Notariya qui.

Flussi di stablecoin: CryptoQuant

Quel massimo di afflussi di agosto ha preceduto di poco il massimo di Bitcoin sopra $125.000 a ottobre, lo stesso periodo identificato da Timmer come possibile top del ciclo.

Da allora, nuovi capitali non sono tornati, rafforzando l’idea che dopo il massimo si sia passati da una fase di accumulo a una di distribuzione.

Gli holder di lungo periodo sono diventati venditori aggressivi

Dopo ottobre, anche i detentori più convinti si stanno comportando in modo diverso.

Il saldo netto delle posizioni dei detentori di lungo periodo di Bitcoin è diventato negativo poco dopo il massimo di ciclo. Le vendite sono accelerate, passando da circa 16.500 BTC al giorno a fine ottobre a circa 279.000 BTC recentemente. Si tratta di un aumento superiore al 1.500% della pressione di distribuzione giornaliera.

Vendite dei detentori BTC di lungo periodo: Glassnode

Questo è perfettamente in linea con la tesi di Timmer secondo cui la fase del ciclo di halving quadriennale si sarebbe conclusa a ottobre. I detentori di lungo periodo sembrano concordare, riducendo la propria esposizione invece di difendere il prezzo.

La dominance di Bitcoin è in aumento, ma non per motivi rialzisti

La dominance di Bitcoin è risalita verso il 57-59%, ma questo non è un segnale di rischio elevato.

Dominance BTC: CoinGecko

Dopo il dato CPI più basso, i capitali non si sono riversati in Bitcoin. Al contrario, sono confluiti nei tradizionali beni rifugio. Nell’ultimo anno, l’argento è aumentato di oltre il 120%, mentre l’oro è salito di circa il 65%. Allo stesso tempo, i mercati crypto si sono mossi molto peggio.

Questo cambiamento rafforza l’idea che l’aumento della dominance di Bitcoin non sia spinto da una nuova propensione al rischio, ma dal fatto che il capitale si rifugia nella relativa sicurezza all’interno del settore crypto.

Questa visione è stata anche condivisa in un commento esclusivo per BeInCrypto da Ray Youssef, fondatore e CEO di NoOnes, che ha spiegato in dettaglio perché l’oro abbia guidato la corsa al riparo dalla svalutazione nel 2025 mentre Bitcoin è rimasto in una fascia di prezzo ristretta.

“Sebbene l’oro stia chiaramente vincendo la partita sulla svalutazione nel 2025 in termini di performance di prezzo, il confronto nasconde una realtà di mercato più sfumata. Il recente rally dell’oro verso nuovi massimi storici e un +67% da inizio anno riflettono il classico posizionamento difensivo degli investitori, che cercano certezza in un contesto di mercato segnato da eccesso fiscale, tensioni geopolitiche e incertezza macroeconomica. L’accumulazione delle banche centrali, un dollaro più debole e il rischio di inflazione persistente hanno rafforzato il ruolo dell’oro come principale asset difensivo del mercato”, ha spiegato.

Youssef ha inoltre sottolineato che quest’anno il comportamento di Bitcoin si è discostato radicalmente dalla narrativa dell’oro digitale.

“Bitcoin, invece, non è riuscito di recente a confermarsi come bene rifugio. L’asset non si è comportato da oro digitale nel 2025, a causa della sua maggiore sensibilità ai fattori macroeconomici. I rialzi di BTC ora dipendono dall’espansione della liquidità, dalla chiarezza delle politiche dei governi e dal sentimento di rischio, e non più solo dalla svalutazione monetaria”, ha evidenziato.

Gli indirizzi delle mega balene stanno diminuendo silenziosamente

Anche i grandi detentori stanno facendo un passo indietro.

Il numero di indirizzi Bitcoin che detengono più di 10.000 BTC è sceso da 92 all’inizio di dicembre a 88. Questo calo è avvenuto in concomitanza con la diminuzione dei prezzi, non con l’accumulazione.

Le mega balene BTC stanno distribuendo: Glassnode

Questi indirizzi rappresentano spesso operatori istituzionali. La loro diminuzione aggiunge un ulteriore segnale di conferma che il denaro intelligente non sta assumendo posizioni rialziste in modo aggressivo in questo momento.

Bitcoin rimane sotto una media mobile a lungo termine cruciale

Bitcoin viene ancora scambiato al di sotto della sua media mobile a 365 giorni vicino a $102.000, un livello perso in modo netto all’inizio della bear market del 2022.

Questa media mobile funge sia da supporto tecnico che psicologico. La mancata riconquista indica che il mercato è passato dalla continuazione del trend a una fase di rischio di regime. Se il prezzo resta sotto questo livello, la storia suggerisce zone di ribasso più marcato vicine alla fascia di prezzo realizzato dai trader, intorno a $72.000.

Considerando tutto, questi segnali supportano l’avvertimento di Timmer che Bitcoin potrebbe già trovarsi in una fase di bear market o essere molto vicino, anche se il prezzo non lo riflette ancora pienamente. I capitali si sono prosciugati, i detentori più convinti stanno vendendo, la dominance sta aumentando in modo difensivo e i segnali positivi macro sono ignorati.

Detto ciò, non tutti i supporti di ciclo di lungo termine sono stati ancora violati. Questi segnali contrari, e i livelli precisi che decideranno se si tratterà di una vera bear market o di una lunga fase di transizione, sono discussi di seguito.

Perché il caso del bear market di Bitcoin non è ancora completamente chiuso

Nonostante le crescenti prove che puntano verso una bear market di Bitcoin, due indicatori di lungo periodo suggeriscono ancora che non si sia verificata una rottura strutturale confermata.

Inoltre, uno dei motivi per cui la bear market su Bitcoin non si è ancora concretizzata risiede in come i mercati interpretano il rallentamento del CPI. Sebbene l’inflazione in calo solitamente favorisca gli asset rischiosi, la risposta attuale mostra che gli investitori stanno dando priorità alla sicurezza e alla liquidità, anziché alla crescita.

Ciò non significa che il segnale del CPI sia errato. Potrebbe semplicemente essere prematuro, dato che Bitcoin storicamente ha reagito in ritardo rispetto agli hedge tradizionali, una volta che le aspettative di liquidità si sono tradotte completamente in flussi di capitale.

Questi ed altri indicatori che discuteremo di seguito non annullano i segnali ribassisti esaminati in precedenza. Tuttavia, spiegano perché questa fase potrebbe ancora risolversi come una lunga transizione piuttosto che una vera e propria bear market.

Il Pi Cycle Top non si è ancora attivato

Uno degli indicatori ciclici più affidabili di Bitcoin, il Pi Cycle Top, non ha ancora segnalato un picco. L’indicatore mette a confronto la media mobile a 111 giorni con la media mobile a 350 giorni moltiplicata per due.

Storicamente, quando queste due linee si incrociano, Bitcoin ha toccato o si è avvicinato ai massimi di ciclo.

Al momento, le due linee restano molto distanti. Ciò indica che Bitcoin non si trova in una fase surriscaldata o euforica, nemmeno dopo il massimo di ottobre.

PI Cycle Top: Coinglass

Questo contrasta con quanto affermato da Jurrien Timmer, Director of Global Macro di Fidelity, che ha osservato come il picco di ottobre vicino a $125.000 fosse in linea con la tempistica dei cicli precedenti.

In passato, le bear market vere e proprie sono iniziate dopo una chiara conferma dal Pi Cycle. Questo segnale, però, è ancora assente.

La SMA a 2 anni rimane la linea più importante

Il secondo, e più immediato, argomento contrario è di natura strutturale. Bitcoin è ancora scambiato vicino alla sua media mobile semplice a 2 anni, che si trova circa a $82.800.

Questo livello ha più volte rappresentato il divisorio del trend di lungo periodo di Bitcoin. Le chiusure mensili sopra la SMA a 2 anni hanno sempre segnato la sopravvivenza del ciclo.

Chiusure protratte al di sotto di questo livello hanno invece caratterizzato fasi di bear market profonde.

Finora, Bitcoin non ha ancora confermato una chiusura mensile sotto questa soglia.

Per questo motivo, la chiusura mensile di dicembre sarà cruciale. Se Bitcoin resterà sopra $82.800 fino a fine anno, probabilmente il mercato rimarrà in una fase di transizione avanzata del ciclo, piuttosto che entrare in una bear market confermata.

Questo lascia aperta la possibilità che il 2026 faccia registrare un rialzo posticipato invece di un prolungato ribasso.

Tuttavia, se dicembre chiuderà decisamente sotto la SMA a 2 anni, le proiezioni al ribasso verso l’area $65.000–$75.000, citate da Timmer, avranno un solido supporto strutturale.

TL;DR — Livelli chiave di prezzo di Bitcoin da tenere d’occhio ora

Lo scenario ribassista presenta anche chiari livelli di invalidazione. Un recupero della media mobile a 365 giorni vicino a $102.000 indebolirebbe in modo significativo la tesi di un mercato orso. Questo si allineerebbe con la previsione sul prezzo di Bitcoin di Tom Lee per fine anno.

Quel livello aveva segnato l’inizio della fase ribassista del 2022 quando venne infranto, e se fosse recuperato indicherebbe una rinnovata forza del trend.

In parole semplici:

Sopra $82.800 entro la chiusura di dicembre: la fase di transizione rimane intatta

Sotto $82.800 su base mensile: il rischio di mercato ribassista aumenta

Nuovamente sopra $102.000: la struttura rialzista inizia a ricostruirsi

Per il momento, Bitcoin si trova a metà tra prese di profitto convinte e supporto di lungo periodo del ciclo. Il mercato non sta confermando forza, ma nemmeno si sta rompendo completamente.

Sarà la chiusura di dicembre a decidere quale narrativa prevarrà fino al 2026.
Il prezzo di Pippin si avvicina ai livelli record, ma i deflussi iniziano ad aumentarePIPPIN è aumentata bruscamente nelle ultime sessioni, riaccendendo l’interesse in tutto il mercato. L’ultima impennata dell’altcoin ha spinto il suo prezzo vicino al massimo storico, alimentando le aspettative di un nuovo record. Tuttavia, mentre il momentum cresce, aumentano anche le preoccupazioni riguardo alle prese di profitto e alle pressioni di vendita nel breve termine. Le balene di PIPPIN potrebbero cambiare l’esito I dati on-chain sui flussi segnalano una crescente cautela tra i retail. Il Chaikin Money Flow è sceso sotto la linea dello zero, entrando in territorio negativo. Questo cambiamento indica che i deflussi di PIPPIN stanno iniziando a superare gli afflussi, riflettendo le prime fasi di una distribuzione piuttosto che l’accumulo. L’aumento dei deflussi sembra essere legato agli investitori che incassano profitti dopo il recente rialzo. Quando i prezzi si avvicinano ai livelli record, i trader spesso riducono l’esposizione per gestire il rischio. Questo comportamento può rallentare il momentum anche durante fasi di mercato tendenzialmente rialziste. Vuoi altre analisi sui token come questa? Iscriviti alla newsletter crypto quotidiana dell’Editor Harsh Notariya qui. PIPPIN CMF. Fonte: TradingView Nonostante i segnali di cautela tra i retail, l’attività delle balene resta di supporto. I wallet che detengono più di 1 milione di dollari in PIPPIN hanno aumentato le loro disponibilità del 3,57% nelle ultime 24 ore. La quantità totale controllata dalle balene ammonta ora a circa 425,34 milioni di PIPPIN. I grandi detentori spesso influenzano i trend di prezzo di breve termine grazie alla loro scala di capitale. La continua accumulazione da parte delle balene suggerisce fiducia in un ulteriore rialzo. Il loro comportamento può bilanciare le vendite dei retail, aiutando a mantenere la struttura del prezzo durante periodi di volatilità. PIPPIN Whale Holdings. Fonte: Nansen Il prezzo di Pippin continua a salire PIPPIN scambia vicino a 0,497 dollari al momento della scrittura, segnando un guadagno del 38% nelle ultime 24 ore. Il token si trova ora a meno del 7% dal suo massimo storico di 0,530 dollari. Il momentum resta forte, sostenuto dal costante interesse d’acquisto da parte dei grandi detentori. Un breakout sopra 0,530 dollari attirerebbe probabilmente ulteriore domanda speculativa. Superare il massimo storico potrebbe aprire la strada verso quota 0,600 dollari. Un volume sostenuto sopra la resistenza sosterrebbe un’ulteriore scoperta del prezzo e la formazione di nuovi massimi. Analisi prezzo PIPPIN. Fonte: TradingView Il rischio di ribasso rimane se la pressione di vendita dovesse accelerare. Una mancata tenuta degli attuali livelli potrebbe spingere PIPPIN sotto il supporto a 0,434 dollari. Un ritracciamento più profondo verso 0,366 dollari invaliderebbe la tesi rialzista, riportando l’attenzione sul consolidamento invece che sull’espansione.

Il prezzo di Pippin si avvicina ai livelli record, ma i deflussi iniziano ad aumentare

PIPPIN è aumentata bruscamente nelle ultime sessioni, riaccendendo l’interesse in tutto il mercato. L’ultima impennata dell’altcoin ha spinto il suo prezzo vicino al massimo storico, alimentando le aspettative di un nuovo record.

Tuttavia, mentre il momentum cresce, aumentano anche le preoccupazioni riguardo alle prese di profitto e alle pressioni di vendita nel breve termine.

Le balene di PIPPIN potrebbero cambiare l’esito

I dati on-chain sui flussi segnalano una crescente cautela tra i retail. Il Chaikin Money Flow è sceso sotto la linea dello zero, entrando in territorio negativo. Questo cambiamento indica che i deflussi di PIPPIN stanno iniziando a superare gli afflussi, riflettendo le prime fasi di una distribuzione piuttosto che l’accumulo.

L’aumento dei deflussi sembra essere legato agli investitori che incassano profitti dopo il recente rialzo. Quando i prezzi si avvicinano ai livelli record, i trader spesso riducono l’esposizione per gestire il rischio. Questo comportamento può rallentare il momentum anche durante fasi di mercato tendenzialmente rialziste.

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PIPPIN CMF. Fonte: TradingView

Nonostante i segnali di cautela tra i retail, l’attività delle balene resta di supporto. I wallet che detengono più di 1 milione di dollari in PIPPIN hanno aumentato le loro disponibilità del 3,57% nelle ultime 24 ore. La quantità totale controllata dalle balene ammonta ora a circa 425,34 milioni di PIPPIN.

I grandi detentori spesso influenzano i trend di prezzo di breve termine grazie alla loro scala di capitale. La continua accumulazione da parte delle balene suggerisce fiducia in un ulteriore rialzo. Il loro comportamento può bilanciare le vendite dei retail, aiutando a mantenere la struttura del prezzo durante periodi di volatilità.

PIPPIN Whale Holdings. Fonte: Nansen Il prezzo di Pippin continua a salire

PIPPIN scambia vicino a 0,497 dollari al momento della scrittura, segnando un guadagno del 38% nelle ultime 24 ore. Il token si trova ora a meno del 7% dal suo massimo storico di 0,530 dollari. Il momentum resta forte, sostenuto dal costante interesse d’acquisto da parte dei grandi detentori.

Un breakout sopra 0,530 dollari attirerebbe probabilmente ulteriore domanda speculativa. Superare il massimo storico potrebbe aprire la strada verso quota 0,600 dollari. Un volume sostenuto sopra la resistenza sosterrebbe un’ulteriore scoperta del prezzo e la formazione di nuovi massimi.

Analisi prezzo PIPPIN. Fonte: TradingView

Il rischio di ribasso rimane se la pressione di vendita dovesse accelerare. Una mancata tenuta degli attuali livelli potrebbe spingere PIPPIN sotto il supporto a 0,434 dollari. Un ritracciamento più profondo verso 0,366 dollari invaliderebbe la tesi rialzista, riportando l’attenzione sul consolidamento invece che sull’espansione.
Il prezzo di Zcash punta a un breakout del 50% mentre l’accumulazione dei principali holder si ra...Zcash ha mostrato un movimento di prezzo misto nelle ultime sessioni, alternando brevi ritracciamenti a lievi recuperi. La volatilità rimane elevata, ma la struttura tecnica generale continua a mantenere un trend rialzista. Nonostante le incertezze sul mercato spot, il trend macro di ZEC suggerisce la potenzialità di un rally sostenuto se si dovessero allineare alcune condizioni chiave. I detentori di Zcash corrono in soccorso I dati on-chain indicano una crescente fiducia tra i maggiori detentori di Zcash. I wallet classificati tra i primi 100 indirizzi hanno aumentato le loro detenzioni combinate di ZEC del 2,7% nelle ultime 24 ore. Questa accumulazione è avvenuta mentre il prezzo scendeva di quasi il 6%, segnalando acquisti strategici piuttosto che vendite reattive. Questo comportamento riflette un ottimismo di lungo periodo. Le balene spesso accumulano durante i cali quando prevedono prezzi futuri più alti. Le loro azioni suggeriscono che le aspettative di una ripresa restano intatte, offrendo una base di domanda che potrebbe stabilizzare ZEC anche durante periodi di incertezza nel mercato generale. Vuoi altre analisi sui token come questa? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter del redattore Harsh Notariya qui. Saldo dei primi 100 detentori di Zcash. Fonte: Nansen Gli indicatori tecnici confermano questa visione costruttiva. Il Squeeze Momentum Indicator sta attualmente segnalando la formazione di un squeeze. Questo setup spesso precede un movimento di prezzo marcato quando la volatilità si espande dopo un periodo di compressione. In particolare, l’istogramma mostra che il momentum rialzista è ancora attivo. Se lo squeeze dovesse rilasciarsi mantenendo il momentum positivo, la volatilità risultante potrebbe favorire un movimento al rialzo per ZEC. La stabilità del mercato generale sarà fondamentale per determinare se questa rottura si concretizzerà. Squeeze Momentum Indicator di ZEC. Fonte: TradingView Il prezzo di ZEC punta a un rally ZEC sta formando un triangolo ascendente, uno schema di continuazione rialzista che spesso si conclude al rialzo. La struttura suggerisce una crescente pressione d’acquisto contro una resistenza orizzontale. In base al movimento atteso dalla figura, una rottura potrebbe portare a un rally del 50%, con obiettivo a quota $670. Un rimbalzo dal supporto a $403 rafforzerebbe questa configurazione. Mantenere questo livello potrebbe permettere a Zcash di superare la resistenza a $442. Un superamento convincente di $442 probabilmente innescherebbe la rottura del triangolo, aprendo la strada verso la resistenza a $500. Il superamento di quel livello confermerebbe un rally rialzista più ampio. Analisi del prezzo di ZEC. Fonte: TradingView Persistono rischi al ribasso se il momentum dovesse venire meno. Una rottura sotto il supporto a $403 invaliderebbe il triangolo ascendente. In tal caso, ZEC potrebbe scendere verso quota $340, andando a cancellare gran parte dei guadagni di questo mese e annullando la tesi rialzista.

Il prezzo di Zcash punta a un breakout del 50% mentre l’accumulazione dei principali holder si ra...

Zcash ha mostrato un movimento di prezzo misto nelle ultime sessioni, alternando brevi ritracciamenti a lievi recuperi. La volatilità rimane elevata, ma la struttura tecnica generale continua a mantenere un trend rialzista.

Nonostante le incertezze sul mercato spot, il trend macro di ZEC suggerisce la potenzialità di un rally sostenuto se si dovessero allineare alcune condizioni chiave.

I detentori di Zcash corrono in soccorso

I dati on-chain indicano una crescente fiducia tra i maggiori detentori di Zcash. I wallet classificati tra i primi 100 indirizzi hanno aumentato le loro detenzioni combinate di ZEC del 2,7% nelle ultime 24 ore. Questa accumulazione è avvenuta mentre il prezzo scendeva di quasi il 6%, segnalando acquisti strategici piuttosto che vendite reattive.

Questo comportamento riflette un ottimismo di lungo periodo. Le balene spesso accumulano durante i cali quando prevedono prezzi futuri più alti. Le loro azioni suggeriscono che le aspettative di una ripresa restano intatte, offrendo una base di domanda che potrebbe stabilizzare ZEC anche durante periodi di incertezza nel mercato generale.

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Saldo dei primi 100 detentori di Zcash. Fonte: Nansen

Gli indicatori tecnici confermano questa visione costruttiva. Il Squeeze Momentum Indicator sta attualmente segnalando la formazione di un squeeze. Questo setup spesso precede un movimento di prezzo marcato quando la volatilità si espande dopo un periodo di compressione.

In particolare, l’istogramma mostra che il momentum rialzista è ancora attivo. Se lo squeeze dovesse rilasciarsi mantenendo il momentum positivo, la volatilità risultante potrebbe favorire un movimento al rialzo per ZEC. La stabilità del mercato generale sarà fondamentale per determinare se questa rottura si concretizzerà.

Squeeze Momentum Indicator di ZEC. Fonte: TradingView Il prezzo di ZEC punta a un rally

ZEC sta formando un triangolo ascendente, uno schema di continuazione rialzista che spesso si conclude al rialzo. La struttura suggerisce una crescente pressione d’acquisto contro una resistenza orizzontale. In base al movimento atteso dalla figura, una rottura potrebbe portare a un rally del 50%, con obiettivo a quota $670.

Un rimbalzo dal supporto a $403 rafforzerebbe questa configurazione. Mantenere questo livello potrebbe permettere a Zcash di superare la resistenza a $442. Un superamento convincente di $442 probabilmente innescherebbe la rottura del triangolo, aprendo la strada verso la resistenza a $500. Il superamento di quel livello confermerebbe un rally rialzista più ampio.

Analisi del prezzo di ZEC. Fonte: TradingView

Persistono rischi al ribasso se il momentum dovesse venire meno. Una rottura sotto il supporto a $403 invaliderebbe il triangolo ascendente. In tal caso, ZEC potrebbe scendere verso quota $340, andando a cancellare gran parte dei guadagni di questo mese e annullando la tesi rialzista.
BitMine e Trend Research guidano la nuova ondata di acquisti di Ethereum in un mercato deboleI principali operatori di mercato hanno continuato ad aumentare la loro esposizione su Ethereum (ETH), investendo milioni di dollari nella seconda criptovaluta per capitalizzazione. Questo avviene nonostante la recente debolezza del prezzo, che ha portato l’asset a perdere quasi il 3% solo questa settimana. Questa divergenza suggerisce che, mentre il movimento del prezzo resta sotto pressione, la convinzione di lungo termine tra gli investitori istituzionali e le balene sembra restare intatta. La debolezza del prezzo non scoraggia i principali acquirenti   I dati di BeInCrypto Markets mostrano che Ethereum continua a faticare in un contesto di calo generale del mercato. Al momento della pubblicazione, ETH viene scambiato a $2.929,23, in calo dell’1,06% nelle ultime 24 ore. Andamento del prezzo di Ethereum (ETH). Fonte: BeInCrypto Markets Sebbene il calo abbia messo in allerta alcuni investitori, altri sembrano considerarlo un’opportunità di acquisto. La società di analisi blockchain Lookonchain ha evidenziato che BitMine Immersion Technologies ha acquistato 67.886 ETH, per un valore di circa 201 milioni di dollari. Questo acquisto segue quello effettuato il giorno precedente, quando la società ha acquisito 29.462 ETH per un valore di 88,1 milioni di dollari da BitGo e Kraken. Gli acquisti consecutivi sono in linea con una strategia di accumulo più ampia della società. Solo la scorsa settimana, BitMine ha acquistato complessivamente 98.852 ETH, portando le sue scorte totali di Ethereum oltre il tetto dei 4 milioni. Con il prezzo di Ethereum di poco superiore al prezzo medio di ingresso di BitMine di $2.991, l’azienda sembra non preoccuparsi delle recenti oscillazioni del prezzo. Un altro acquirente rilevante è stato Trend Research. Il veicolo secondario di investimento guidato da Jack Yi, fondatore di LD Capital, ha acquistato oggi 46.379 ETH. L’acquisto ha portato la quantità totale detenuta dall’istituzione a circa 580.000 ETH. “Hanno iniziato a fare bottom-fishing su ETH a inizio novembre intorno a $3.400. Fino ad ora hanno accumulato complessivamente 580.000 ETH (circa 1,72 miliardi di dollari), con un costo medio stimato intorno a $3.208. Questo significa che attualmente stanno registrando una perdita non realizzata di circa 141 milioni di dollari”, ha spiegato in dettaglio EmberCN su X. In una dichiarazione pubblica, Yi ha rivelato che la società sta preparando un altro miliardo di dollari per ulteriori acquisti di ETH. Ha anche sconsigliato di aprire posizioni short su Ethereum. Anche le grandi balene on-chain sono rimaste attive. Il wallet conosciuto come “66k ETH Borrow” whale, che in precedenza aveva accumulato 528.272 ETH (circa 1,57 miliardi di dollari), ha aggiunto altri 40.975 ETH, per un valore di circa 121 milioni di dollari. “Dal 4 novembre, questa balena ha comprato in totale 569.247 ETH (1,69 miliardi di dollari), di cui 881,5 milioni di dollari usati per l’acquisto di ETH sono stati presi in prestito da Aave,” ha spiegato in dettaglio Lookonchain su X. Nel frattempo, Fasanara Capital ha utilizzato una strategia a leva. La società ha acquistato 6.569 ETH, per un valore di 19,72 milioni di dollari in due giorni, prima di depositarli sul protocollo Morpho. Successivamente ha preso in prestito 13 milioni di USDC per acquistare ulteriormente Ethereum. Le balene di Ethereum si dividono mentre aumentano acquisti e vendite Tuttavia, non tutti i grandi investitori stanno accumulando: alcuni preferiscono ridurre le posizioni. BeInCrypto ha riportato che Arthur Hayes ha inviato oggi 682 ETH, per un valore di circa 2 milioni di dollari, su Binance. Lookonchain ha segnalato che l’executive ha venduto 1.871 ETH per un totale di 5,53 milioni di dollari nell’ultima settimana, mentre ha acquistato Ethena (ENA), Pendle (PENDLE) ed ETHFI. “Stiamo ruotando fuori da ETH e verso nomi DeFi di alta qualità, che pensiamo possano sovraperformare man mano che la liquidità fiat migliora”, ha scritto Hayes su X. Aumentando ulteriormente la pressione di vendita, Onchain Lens ha segnalato che la balena OG di Bitcoin ha depositato 100.000 ETH, per un valore di circa 292,12 milioni di dollari, su Binance. Movimenti di grandi dimensioni verso exchange sono spesso interpretati come una possibile preparazione alla vendita, anche se non sempre portano a una liquidazione immediata. In precedenza, anche ETHZilla ha comunicato la vendita di 24.291 ETH per circa 74,5 milioni di dollari, per rimborsare un debito senior garantito convertibile. Nonostante questi flussi opposti, BeInCrypto ha osservato che l’attività di vendita tra gli holder di Ethereum di lungo periodo è crollata di oltre il 95%.

BitMine e Trend Research guidano la nuova ondata di acquisti di Ethereum in un mercato debole

I principali operatori di mercato hanno continuato ad aumentare la loro esposizione su Ethereum (ETH), investendo milioni di dollari nella seconda criptovaluta per capitalizzazione.

Questo avviene nonostante la recente debolezza del prezzo, che ha portato l’asset a perdere quasi il 3% solo questa settimana. Questa divergenza suggerisce che, mentre il movimento del prezzo resta sotto pressione, la convinzione di lungo termine tra gli investitori istituzionali e le balene sembra restare intatta.

La debolezza del prezzo non scoraggia i principali acquirenti  

I dati di BeInCrypto Markets mostrano che Ethereum continua a faticare in un contesto di calo generale del mercato. Al momento della pubblicazione, ETH viene scambiato a $2.929,23, in calo dell’1,06% nelle ultime 24 ore.

Andamento del prezzo di Ethereum (ETH). Fonte: BeInCrypto Markets

Sebbene il calo abbia messo in allerta alcuni investitori, altri sembrano considerarlo un’opportunità di acquisto. La società di analisi blockchain Lookonchain ha evidenziato che BitMine Immersion Technologies ha acquistato 67.886 ETH, per un valore di circa 201 milioni di dollari.

Questo acquisto segue quello effettuato il giorno precedente, quando la società ha acquisito 29.462 ETH per un valore di 88,1 milioni di dollari da BitGo e Kraken. Gli acquisti consecutivi sono in linea con una strategia di accumulo più ampia della società.

Solo la scorsa settimana, BitMine ha acquistato complessivamente 98.852 ETH, portando le sue scorte totali di Ethereum oltre il tetto dei 4 milioni. Con il prezzo di Ethereum di poco superiore al prezzo medio di ingresso di BitMine di $2.991, l’azienda sembra non preoccuparsi delle recenti oscillazioni del prezzo.

Un altro acquirente rilevante è stato Trend Research. Il veicolo secondario di investimento guidato da Jack Yi, fondatore di LD Capital, ha acquistato oggi 46.379 ETH. L’acquisto ha portato la quantità totale detenuta dall’istituzione a circa 580.000 ETH.

“Hanno iniziato a fare bottom-fishing su ETH a inizio novembre intorno a $3.400. Fino ad ora hanno accumulato complessivamente 580.000 ETH (circa 1,72 miliardi di dollari), con un costo medio stimato intorno a $3.208. Questo significa che attualmente stanno registrando una perdita non realizzata di circa 141 milioni di dollari”, ha spiegato in dettaglio EmberCN su X.

In una dichiarazione pubblica, Yi ha rivelato che la società sta preparando un altro miliardo di dollari per ulteriori acquisti di ETH. Ha anche sconsigliato di aprire posizioni short su Ethereum.

Anche le grandi balene on-chain sono rimaste attive. Il wallet conosciuto come “66k ETH Borrow” whale, che in precedenza aveva accumulato 528.272 ETH (circa 1,57 miliardi di dollari), ha aggiunto altri 40.975 ETH, per un valore di circa 121 milioni di dollari.

“Dal 4 novembre, questa balena ha comprato in totale 569.247 ETH (1,69 miliardi di dollari), di cui 881,5 milioni di dollari usati per l’acquisto di ETH sono stati presi in prestito da Aave,” ha spiegato in dettaglio Lookonchain su X.

Nel frattempo, Fasanara Capital ha utilizzato una strategia a leva. La società ha acquistato 6.569 ETH, per un valore di 19,72 milioni di dollari in due giorni, prima di depositarli sul protocollo Morpho. Successivamente ha preso in prestito 13 milioni di USDC per acquistare ulteriormente Ethereum.

Le balene di Ethereum si dividono mentre aumentano acquisti e vendite

Tuttavia, non tutti i grandi investitori stanno accumulando: alcuni preferiscono ridurre le posizioni. BeInCrypto ha riportato che Arthur Hayes ha inviato oggi 682 ETH, per un valore di circa 2 milioni di dollari, su Binance.

Lookonchain ha segnalato che l’executive ha venduto 1.871 ETH per un totale di 5,53 milioni di dollari nell’ultima settimana, mentre ha acquistato Ethena (ENA), Pendle (PENDLE) ed ETHFI.

“Stiamo ruotando fuori da ETH e verso nomi DeFi di alta qualità, che pensiamo possano sovraperformare man mano che la liquidità fiat migliora”, ha scritto Hayes su X.

Aumentando ulteriormente la pressione di vendita, Onchain Lens ha segnalato che la balena OG di Bitcoin ha depositato 100.000 ETH, per un valore di circa 292,12 milioni di dollari, su Binance. Movimenti di grandi dimensioni verso exchange sono spesso interpretati come una possibile preparazione alla vendita, anche se non sempre portano a una liquidazione immediata.

In precedenza, anche ETHZilla ha comunicato la vendita di 24.291 ETH per circa 74,5 milioni di dollari, per rimborsare un debito senior garantito convertibile. Nonostante questi flussi opposti, BeInCrypto ha osservato che l’attività di vendita tra gli holder di Ethereum di lungo periodo è crollata di oltre il 95%.
Il prezzo di HBAR rischia un calo del 28% con la rottura della bear flag, ma un elemento fuori da...Il prezzo di HBAR continua a deludere. Il token è sceso di circa il 26% nell’ultimo mese e quasi del 67% su base annua, riflettendo una debolezza persistente sia nei prezzi che nella partecipazione. Ciò che rende questo momento ancora più importante è il livello a cui HBAR sta attualmente scambiando. Il prezzo potrebbe ora puntare a livelli testati l’ultima volta nell’ottobre 2024, riportando in gioco i minimi di diversi mesi. Il breakdown sul grafico appare evidente e la pressione d’acquisto è progressivamente crollata. Tuttavia, un indicatore insolito suggerisce che il ribasso potrebbe essere vicino all’esaurimento. La domanda chiave è se questa eccezione possa potenzialmente influenzare la situazione attuale. Il breakdown della bear flag segnala rischio di continuazione del trend Sul grafico a 4 ore, HBAR ha completato un perfetto breakdown di bear flag. Una bear flag si forma quando il prezzo scende bruscamente, consolida in un canale stretto verso l’alto o laterale e poi rompe nuovamente al ribasso. Si tratta di una figura di continuazione, non di un segnale di inversione. Il prezzo di HBAR ha brevemente rotto sotto la struttura della flag intorno al livello di 0,109 dollari, e il movimento si è mantenuto senza alcun rimbalzo rilevante. Questa conferma è importante. Usando l’altezza dell’asta iniziale della flag, il ribasso proiettato dal breakdown suggerisce un movimento di circa il 28% rispetto alla parte alta della flag. Dai livelli attuali, ciò pone i target ribassisti nell’area di 0,068 dollari. Tuttavia, se la candela a 4 ore dovesse chiudere sopra la trendline inferiore della bear flag, i rischi di breakdown potrebbero potenzialmente attenuarsi per il momento. Hedera rischia un breakdown: TradingView Questo livello è molto vicino alle zone minime scambiate l’ultima volta tra ottobre e novembre 2024, motivo per cui questo movimento comporta il rischio di un minimo di diversi mesi e non solo di un semplice ritracciamento a breve termine. La seconda conferma viene dai dati sui flussi degli exchange. La pressione d’acquisto è in calo da settimane. Il 5 dicembre, i netti deflussi suggerivano acquisti sui cali, con circa 4.090.000 HBAR che lasciavano gli exchange. Questo comportamento si è indebolito progressivamente. Al 24 dicembre, i deflussi netti erano scesi a soli 314.830 HBAR. Si tratta di un calo di oltre il 92% nella pressione d’acquisto netta. Gli acquirenti di Hedera si stanno allontanando: Coinglass In termini semplici, anche se i prezzi sono scesi, gli acquirenti non sono intervenuti con convinzione. Al contrario, gli afflussi sono periodicamente tornati positivi, segnalando che la pressione di vendita è tornata rapidamente dopo piccoli cali, suggerendo panic selling. Quando una bear flag si rompe e la pressione d’acquisto crolla contemporaneamente, la probabilità di continuazione aumenta sensibilmente. Ciò spiega perché il breakdown non ha attirato acquirenti aggressivi sui cali. Il mercato non considera ancora quest’area come un’opportunità di valore. Un outlier di sentiment suggerisce che la discesa potrebbe essere affollata L’unico contrappeso allo scenario ribassista arriva dal sentiment. Il sentiment sociale positivo di HBAR è crollato da un picco vicino a 76,97 a fine ottobre all’attuale valore di circa 1,62. Un calo di quasi il 98%. Questo riflette una disaffezione estrema più che un’ansia da panic buying. Storicamente, simili minimi locali nel sentiment hanno prodotto brevi rally di sollievo. Il 9 novembre, quando il sentiment ha toccato un minimo locale, HBAR è aumentato da circa 0,17 dollari a 0,19 dollari in una sola seduta, un rialzo del 12% circa. Il 1° dicembre, un altro calo di sentiment ha preceduto un movimento da 0,13 dollari a 0,14 dollari, con un incremento di circa il 14% in due giorni. Vuoi altre analisi sui token come questa? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter della redazione a cura di Harsh Notariya qui. Il sentiment positivo crolla: Santiment Questa è l’anomalia che lascia spazio alla speranza. Tuttavia, il contesto conta. Quei rimbalzi sono avvenuti quando la pressione strutturale di vendita era più limitata e i flussi d’acquisto ancora presenti. Oggi, invece, il sentiment sta crollando insieme a una bear flag confermata e a una domanda praticamente scomparsa. Questo rende il segnale meno affidabile. Nei mercati deboli, un sentiment estremamente negativo può rimanere estremo più a lungo del previsto. Cosa succede ora al prezzo di HBAR Il prezzo di HBAR si trova a una svolta cruciale. I segnali dominanti restano ribassisti: breakdown della bear flag, crollo della pressione d’acquisto e accettazione sotto livelli di supporto chiave. Finché il prezzo resta sotto quota 0,109 dollari, resta attivo il rischio di ribasso verso 0,079 dollari e, potenzialmente, 0,068 dollari (dal grafico a 4 ore). Analisi del prezzo di HBAR: TradingView L’unico elemento che ostacola davvero questa direzione è l’esaurimento del sentiment. Se il sentiment negativo dovesse nuovamente innescare acquisti opportunistici sui ribassi, HBAR potrebbe registrare un lieve rimbalzo di sollievo. Tuttavia, senza un evidente ritorno della pressione in acquisto, quel rimbalzo probabilmente si esaurirà, a meno che il prezzo non riconquisti $0,155, ovvero il punto di partenza dell’impulso ribassista.

Il prezzo di HBAR rischia un calo del 28% con la rottura della bear flag, ma un elemento fuori da...

Il prezzo di HBAR continua a deludere. Il token è sceso di circa il 26% nell’ultimo mese e quasi del 67% su base annua, riflettendo una debolezza persistente sia nei prezzi che nella partecipazione. Ciò che rende questo momento ancora più importante è il livello a cui HBAR sta attualmente scambiando. Il prezzo potrebbe ora puntare a livelli testati l’ultima volta nell’ottobre 2024, riportando in gioco i minimi di diversi mesi.

Il breakdown sul grafico appare evidente e la pressione d’acquisto è progressivamente crollata. Tuttavia, un indicatore insolito suggerisce che il ribasso potrebbe essere vicino all’esaurimento. La domanda chiave è se questa eccezione possa potenzialmente influenzare la situazione attuale.

Il breakdown della bear flag segnala rischio di continuazione del trend

Sul grafico a 4 ore, HBAR ha completato un perfetto breakdown di bear flag. Una bear flag si forma quando il prezzo scende bruscamente, consolida in un canale stretto verso l’alto o laterale e poi rompe nuovamente al ribasso. Si tratta di una figura di continuazione, non di un segnale di inversione.

Il prezzo di HBAR ha brevemente rotto sotto la struttura della flag intorno al livello di 0,109 dollari, e il movimento si è mantenuto senza alcun rimbalzo rilevante.

Questa conferma è importante. Usando l’altezza dell’asta iniziale della flag, il ribasso proiettato dal breakdown suggerisce un movimento di circa il 28% rispetto alla parte alta della flag. Dai livelli attuali, ciò pone i target ribassisti nell’area di 0,068 dollari. Tuttavia, se la candela a 4 ore dovesse chiudere sopra la trendline inferiore della bear flag, i rischi di breakdown potrebbero potenzialmente attenuarsi per il momento.

Hedera rischia un breakdown: TradingView

Questo livello è molto vicino alle zone minime scambiate l’ultima volta tra ottobre e novembre 2024, motivo per cui questo movimento comporta il rischio di un minimo di diversi mesi e non solo di un semplice ritracciamento a breve termine.

La seconda conferma viene dai dati sui flussi degli exchange. La pressione d’acquisto è in calo da settimane.

Il 5 dicembre, i netti deflussi suggerivano acquisti sui cali, con circa 4.090.000 HBAR che lasciavano gli exchange. Questo comportamento si è indebolito progressivamente. Al 24 dicembre, i deflussi netti erano scesi a soli 314.830 HBAR.

Si tratta di un calo di oltre il 92% nella pressione d’acquisto netta.

Gli acquirenti di Hedera si stanno allontanando: Coinglass

In termini semplici, anche se i prezzi sono scesi, gli acquirenti non sono intervenuti con convinzione. Al contrario, gli afflussi sono periodicamente tornati positivi, segnalando che la pressione di vendita è tornata rapidamente dopo piccoli cali, suggerendo panic selling. Quando una bear flag si rompe e la pressione d’acquisto crolla contemporaneamente, la probabilità di continuazione aumenta sensibilmente.

Ciò spiega perché il breakdown non ha attirato acquirenti aggressivi sui cali. Il mercato non considera ancora quest’area come un’opportunità di valore.

Un outlier di sentiment suggerisce che la discesa potrebbe essere affollata

L’unico contrappeso allo scenario ribassista arriva dal sentiment.

Il sentiment sociale positivo di HBAR è crollato da un picco vicino a 76,97 a fine ottobre all’attuale valore di circa 1,62. Un calo di quasi il 98%. Questo riflette una disaffezione estrema più che un’ansia da panic buying.

Storicamente, simili minimi locali nel sentiment hanno prodotto brevi rally di sollievo. Il 9 novembre, quando il sentiment ha toccato un minimo locale, HBAR è aumentato da circa 0,17 dollari a 0,19 dollari in una sola seduta, un rialzo del 12% circa. Il 1° dicembre, un altro calo di sentiment ha preceduto un movimento da 0,13 dollari a 0,14 dollari, con un incremento di circa il 14% in due giorni.

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Il sentiment positivo crolla: Santiment

Questa è l’anomalia che lascia spazio alla speranza.

Tuttavia, il contesto conta. Quei rimbalzi sono avvenuti quando la pressione strutturale di vendita era più limitata e i flussi d’acquisto ancora presenti. Oggi, invece, il sentiment sta crollando insieme a una bear flag confermata e a una domanda praticamente scomparsa. Questo rende il segnale meno affidabile.

Nei mercati deboli, un sentiment estremamente negativo può rimanere estremo più a lungo del previsto.

Cosa succede ora al prezzo di HBAR

Il prezzo di HBAR si trova a una svolta cruciale. I segnali dominanti restano ribassisti: breakdown della bear flag, crollo della pressione d’acquisto e accettazione sotto livelli di supporto chiave. Finché il prezzo resta sotto quota 0,109 dollari, resta attivo il rischio di ribasso verso 0,079 dollari e, potenzialmente, 0,068 dollari (dal grafico a 4 ore).

Analisi del prezzo di HBAR: TradingView

L’unico elemento che ostacola davvero questa direzione è l’esaurimento del sentiment. Se il sentiment negativo dovesse nuovamente innescare acquisti opportunistici sui ribassi, HBAR potrebbe registrare un lieve rimbalzo di sollievo. Tuttavia, senza un evidente ritorno della pressione in acquisto, quel rimbalzo probabilmente si esaurirà, a meno che il prezzo non riconquisti $0,155, ovvero il punto di partenza dell’impulso ribassista.
Il mercato crypto scende alla fine del 2025, ma un settore resiste al caloLa tendenza al ribasso del mercato crypto è proseguita anche oggi, con una diminuzione della capitalizzazione totale del mercato del 3,17% nell’ultimo mese a causa di continui sell-off. Tuttavia, un settore ha invertito questa tendenza: i real world asset (RWA) tokenizzati. Il valore degli asset distribuiti ha continuato a salire, raggiungendo un nuovo massimo storico nonostante le condizioni di mercato sfavorevoli. La vendita di Bitcoin continua, mentre il settore dei real world asset rimane in gran parte indisturbato Secondo i dati di RWA.xyz, il settore ora conta un valore di asset distribuiti pari a 19,06 miliardi di dollari. Ciò rappresenta un aumento del 4,59% nell’ultimo mese. Crescita del valore dei Real World Asset. Fonte: RWA.xyz Allo stesso tempo, il valore degli asset rappresentati ammonta a 414,6 miliardi di dollari, trainato principalmente dalla gestione di 395,2 miliardi da parte di Canton Network in asset istituzionali. Anche il numero di detentori di asset è aumentato, in crescita del 7,23% a 583.821. Le stablecoin continuano a dominare il settore, con un valore totale di 299,17 miliardi di dollari e 212,54 milioni di detentori. Questo rappresenta un aumento del 4,12% nello stesso periodo. Kevin Rusher, fondatore di RAAC, un ecosistema di lending e borrowing su RWA, ha dichiarato che l’attenzione del mercato all’interno del settore crypto rimane in gran parte focalizzata sul prezzo di Bitcoin, che ha continuato a scendere. Ha inoltre osservato che sviluppi recenti suggeriscono che la pressione di vendita potrebbe persistere. “Come al solito, la maggior parte dell’attenzione nel settore crypto è rivolta al prezzo di Bitcoin, che continua a scivolare fuori dal 2025 come se fosse attaccato a una slitta… La notizia di ieri che Strategy ha sospeso gli acquisti di BTC e messo oltre 700 milioni in liquidità lascia intendere che queste vendite potrebbero continuare. Gli afflussi su Bitcoin sono inoltre diminuiti sensibilmente quest’anno rispetto al precedente: 27,2 miliardi di dollari contro 41,6 miliardi di dollari nel 2024”, ha spiegato Rusher. L’oro tokenizzato emerge come principale motore di crescita Nonostante questa debolezza generale, Rusher ha sottolineato che la pressione di vendita non si è riversata nel settore dei RWA tokenizzati. Ha evidenziato che questo segmento rimane in gran parte ignorato da buona parte del mercato crypto, pur offrendo alcuni dei ritorni più interessanti di quest’anno. La crescita è stata alimentata in parte da un aumento globale della domanda di oro. Il metallo prezioso continua a toccare nuovi massimi storici. Le versioni tokenizzate dell’oro hanno visto un particolare slancio in risposta a questo trend. “In effetti, l’oro tokenizzato è aumentato del 227%, partendo da 1 miliardo fino a oltre 3,27 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno, mentre il settore di riferimento – le commodity RWA – è uno dei principali protagonisti della crescita. Partendo nel 2025 con solo quattro prodotti sull’oro, il settore chiude con 15 prodotti che includono non solo oro, ma anche petrolio, grano, platino, soia e altro ancora,” ha evidenziato il dirigente. Inoltre, Shehram Khattak, General Counsel di Trust Wallet, ha osservato che l’oro tokenizzato potrebbe emergere come una forte concorrente per Bitcoin. “Ci troviamo in una situazione in cui si inizia a riflettere sui real world asset, ad esempio la tokenizzazione degli asset: una volta che ottieni oro tokenizzato, e se la tokenizzazione viene eseguita correttamente, ed è un grande ‘se’, diventa una questione importante. Perché Bitcoin è ampiamente utilizzato come riserva di valore. Se così fosse, allora l’oro tokenizzato diventerebbe una concorrente davvero importante per Bitcoin”, ha affermato. Nel frattempo, secondo Rusher, l’espansione del settore è trainata non solo da una forte domanda istituzionale, ma anche da una crescente partecipazione retail. Ha evidenziato che gli investitori retail preferiscono spostarsi su asset stabili on-chain anziché abbandonare completamente il mercato durante i periodi di elevata volatilità. “L’anno estremamente volatile che abbiamo vissuto ha davvero plasmato il settore, rendendolo uno spazio di crescita fertile e robusto. Ed è un segnale estremamente positivo per la crescita complessiva delle crypto, perché i RWA forniranno una base solida che manterrà la liquidità nel settore anche quando il periodo è difficile. I RWA sono assolutamente il futuro delle crypto e meritano molta più attenzione,” ha aggiunto. Il mercato della tokenizzazione potrebbe raggiungere 100 miliardi di dollari entro il 2026 Guardando al futuro, Jesse Knutson, Head of Operations di Bitfinex Securities, ha previsto che il mercato della tokenizzazione nel suo complesso crescerà almeno fino a 100 miliardi di dollari entro la fine del 2026. Si aspetta che i prodotti a reddito fisso tokenizzati rimangano il segmento dominante nel breve termine, mentre le azioni tokenizzate aumenteranno progressivamente la loro quota sugli asset totali tokenizzati. Knutson ha aggiunto che la continua tokenizzazione delle azioni probabilmente attirerà un numero maggiore di partecipanti retail, contribuendo ad ampliare e approfondire la base di investitori sugli asset tokenizzati. “La tokenizzazione può aprire l’accesso regolamentato a opportunità di investimento come obbligazioni di microfinanziamento, prodotti di litigation finance o contratti sul hashrate di Bitcoin, asset che non sono disponibili nei mercati tradizionali. Ci aspettiamo che questo slancio continui anche nel 2026, con sempre più asset alternativi, prodotti innovativi a reddito fisso basati su mining di Bitcoin, ETF tokenizzati,” ha spiegato a BeInCrypto. In precedenza, anche Chris Yin, CEO di Plume, aveva previsto una crescita da 10 a 20 volte sia nel valore che negli utenti nel 2026, anche considerando stime conservative. Pertanto, man mano che il settore RWA continua ad espandersi, la sua performance nel 2026 sarà con ogni probabilità una tendenza chiave da seguire.

Il mercato crypto scende alla fine del 2025, ma un settore resiste al calo

La tendenza al ribasso del mercato crypto è proseguita anche oggi, con una diminuzione della capitalizzazione totale del mercato del 3,17% nell’ultimo mese a causa di continui sell-off. Tuttavia, un settore ha invertito questa tendenza: i real world asset (RWA) tokenizzati.

Il valore degli asset distribuiti ha continuato a salire, raggiungendo un nuovo massimo storico nonostante le condizioni di mercato sfavorevoli.

La vendita di Bitcoin continua, mentre il settore dei real world asset rimane in gran parte indisturbato

Secondo i dati di RWA.xyz, il settore ora conta un valore di asset distribuiti pari a 19,06 miliardi di dollari. Ciò rappresenta un aumento del 4,59% nell’ultimo mese.

Crescita del valore dei Real World Asset. Fonte: RWA.xyz

Allo stesso tempo, il valore degli asset rappresentati ammonta a 414,6 miliardi di dollari, trainato principalmente dalla gestione di 395,2 miliardi da parte di Canton Network in asset istituzionali.

Anche il numero di detentori di asset è aumentato, in crescita del 7,23% a 583.821. Le stablecoin continuano a dominare il settore, con un valore totale di 299,17 miliardi di dollari e 212,54 milioni di detentori. Questo rappresenta un aumento del 4,12% nello stesso periodo.

Kevin Rusher, fondatore di RAAC, un ecosistema di lending e borrowing su RWA, ha dichiarato che l’attenzione del mercato all’interno del settore crypto rimane in gran parte focalizzata sul prezzo di Bitcoin, che ha continuato a scendere. Ha inoltre osservato che sviluppi recenti suggeriscono che la pressione di vendita potrebbe persistere.

“Come al solito, la maggior parte dell’attenzione nel settore crypto è rivolta al prezzo di Bitcoin, che continua a scivolare fuori dal 2025 come se fosse attaccato a una slitta… La notizia di ieri che Strategy ha sospeso gli acquisti di BTC e messo oltre 700 milioni in liquidità lascia intendere che queste vendite potrebbero continuare. Gli afflussi su Bitcoin sono inoltre diminuiti sensibilmente quest’anno rispetto al precedente: 27,2 miliardi di dollari contro 41,6 miliardi di dollari nel 2024”, ha spiegato Rusher.

L’oro tokenizzato emerge come principale motore di crescita

Nonostante questa debolezza generale, Rusher ha sottolineato che la pressione di vendita non si è riversata nel settore dei RWA tokenizzati. Ha evidenziato che questo segmento rimane in gran parte ignorato da buona parte del mercato crypto, pur offrendo alcuni dei ritorni più interessanti di quest’anno.

La crescita è stata alimentata in parte da un aumento globale della domanda di oro. Il metallo prezioso continua a toccare nuovi massimi storici. Le versioni tokenizzate dell’oro hanno visto un particolare slancio in risposta a questo trend.

“In effetti, l’oro tokenizzato è aumentato del 227%, partendo da 1 miliardo fino a oltre 3,27 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno, mentre il settore di riferimento – le commodity RWA – è uno dei principali protagonisti della crescita. Partendo nel 2025 con solo quattro prodotti sull’oro, il settore chiude con 15 prodotti che includono non solo oro, ma anche petrolio, grano, platino, soia e altro ancora,” ha evidenziato il dirigente.

Inoltre, Shehram Khattak, General Counsel di Trust Wallet, ha osservato che l’oro tokenizzato potrebbe emergere come una forte concorrente per Bitcoin.

“Ci troviamo in una situazione in cui si inizia a riflettere sui real world asset, ad esempio la tokenizzazione degli asset: una volta che ottieni oro tokenizzato, e se la tokenizzazione viene eseguita correttamente, ed è un grande ‘se’, diventa una questione importante. Perché Bitcoin è ampiamente utilizzato come riserva di valore. Se così fosse, allora l’oro tokenizzato diventerebbe una concorrente davvero importante per Bitcoin”, ha affermato.

Nel frattempo, secondo Rusher, l’espansione del settore è trainata non solo da una forte domanda istituzionale, ma anche da una crescente partecipazione retail. Ha evidenziato che gli investitori retail preferiscono spostarsi su asset stabili on-chain anziché abbandonare completamente il mercato durante i periodi di elevata volatilità.

“L’anno estremamente volatile che abbiamo vissuto ha davvero plasmato il settore, rendendolo uno spazio di crescita fertile e robusto. Ed è un segnale estremamente positivo per la crescita complessiva delle crypto, perché i RWA forniranno una base solida che manterrà la liquidità nel settore anche quando il periodo è difficile. I RWA sono assolutamente il futuro delle crypto e meritano molta più attenzione,” ha aggiunto.

Il mercato della tokenizzazione potrebbe raggiungere 100 miliardi di dollari entro il 2026

Guardando al futuro, Jesse Knutson, Head of Operations di Bitfinex Securities, ha previsto che il mercato della tokenizzazione nel suo complesso crescerà almeno fino a 100 miliardi di dollari entro la fine del 2026.

Si aspetta che i prodotti a reddito fisso tokenizzati rimangano il segmento dominante nel breve termine, mentre le azioni tokenizzate aumenteranno progressivamente la loro quota sugli asset totali tokenizzati.

Knutson ha aggiunto che la continua tokenizzazione delle azioni probabilmente attirerà un numero maggiore di partecipanti retail, contribuendo ad ampliare e approfondire la base di investitori sugli asset tokenizzati.

“La tokenizzazione può aprire l’accesso regolamentato a opportunità di investimento come obbligazioni di microfinanziamento, prodotti di litigation finance o contratti sul hashrate di Bitcoin, asset che non sono disponibili nei mercati tradizionali. Ci aspettiamo che questo slancio continui anche nel 2026, con sempre più asset alternativi, prodotti innovativi a reddito fisso basati su mining di Bitcoin, ETF tokenizzati,” ha spiegato a BeInCrypto.

In precedenza, anche Chris Yin, CEO di Plume, aveva previsto una crescita da 10 a 20 volte sia nel valore che negli utenti nel 2026, anche considerando stime conservative. Pertanto, man mano che il settore RWA continua ad espandersi, la sua performance nel 2026 sarà con ogni probabilità una tendenza chiave da seguire.
Quali fattori potrebbero presto innescare un forte breakout di Bitcoin Cash (BCH)?Mentre le principali blockchain Layer-1 (L1), come Ethereum, Solana e BNB Chain, continuano a dominare la copertura mediatica, Bitcoin Cash (BCH) si sta imponendo come una “stella silenziosa”. BCH sarà probabilmente una delle poche altcoin Layer-1 a chiudere il 2025 con una performance fortemente positiva. Diversi fattori chiave supportano questo scenario. Come Bitcoin Cash (BCH) ha sovraperformato le altre layer-1 nel 2025 I dati mostrano che BCH è aumentato di quasi il 32% dall’inizio dell’anno, risultando la altcoin Layer-1 con la migliore performance. Ha superato rivali come Tron, Ethereum e Solana. In particolare, anche BCH è rimasta in gran parte fuori dalla narrativa sugli ETF e sulle riserve strategiche (DATs). Mentre le altcoin come ETH, SOL e XRP beneficiano delle aspettative di accumulo istituzionale, BCH è avanzata senza fare affidamento su questi catalizzatori. Questa performance mette in evidenza la forza intrinseca di BCH come fork di Bitcoin che è sopravvissuto a diversi cicli di mercato. Performance di prezzo delle Layer-1. Fonte: Dexu Al suo prezzo attuale sopra i $570, BCH potrebbe chiudere il 2025 più in alto rispetto al prezzo d’apertura di $430 registrato all’inizio dell’anno. Tuttavia, molti analisti si aspettano di più. Ritengono che BCH supererà la resistenza dei $600, fissando un nuovo massimo annuale. “Una volta che il prezzo romperà con decisione la zona di resistenza tra $610 e $650, BCH potrebbe salire significativamente, proprio come successo a ZEC a settembre”, ha previsto l’investitore Karamata. Se BCH dovesse superare quota $650, registrerebbe un massimo a due anni. Un movimento oltre i $720 potrebbe portare il prezzo al livello più alto dal 2022. Diversi indicatori on-chain supportano questa prospettiva. Segnali positivi a sostegno di un potenziale breakout di BCH Un segnale rialzista da sottolineare è l’aumento del valore medio delle transazioni di Bitcoin Cash a dicembre 2025. I dati storici di BitInfoCharts mostrano che il valore medio delle transazioni ha superato $1,34 milioni in diversi picchi, mentre BCH veniva scambiato intorno ai $600. Valore medio delle transazioni di BCH. Fonte: BitInfoCharts Si tratta del valore medio delle transazioni più alto nella storia di BCH. Riflette un aumento delle transazioni di grande importo, potenzialmente da parte di grandi investitori o balene, segnalando veri afflussi di capitale nella rete. Ulteriori dati di trading spot rafforzano questa tendenza. Il grafico della dimensione media degli ordini spot di Bitcoin Cash di CryptoQuant mostra che l’attività delle balene ha dominato il libro degli ordini negli ultimi anni. Dimensione media degli ordini spot di Bitcoin Cash. Fonte: CryptoQuant Negli ultimi due mesi sono riapparse grandi operazioni da parte delle balene, proprio mentre BCH veniva scambiato nella zona di resistenza dei $600. Oltre ai dati di trading, anche BCH rimane una delle altcoin più accettate per i pagamenti. Secondo Cryptwerk, BCH si posiziona al quarto posto con 2.468 esercenti che la accettano, subito dopo BTC, ETH e LTC. Questi elementi potrebbero favorire un breakout di successo e spingere BCH verso nuovi record nel 2026. Tuttavia, permangono alcune sfide. Vincoli di liquidità e un sentiment di mercato estremamente timoroso continuano ad agire come ostacoli, rendendo più difficile un breakout fulmineo di BCH.

Quali fattori potrebbero presto innescare un forte breakout di Bitcoin Cash (BCH)?

Mentre le principali blockchain Layer-1 (L1), come Ethereum, Solana e BNB Chain, continuano a dominare la copertura mediatica, Bitcoin Cash (BCH) si sta imponendo come una “stella silenziosa”.

BCH sarà probabilmente una delle poche altcoin Layer-1 a chiudere il 2025 con una performance fortemente positiva. Diversi fattori chiave supportano questo scenario.

Come Bitcoin Cash (BCH) ha sovraperformato le altre layer-1 nel 2025

I dati mostrano che BCH è aumentato di quasi il 32% dall’inizio dell’anno, risultando la altcoin Layer-1 con la migliore performance. Ha superato rivali come Tron, Ethereum e Solana.

In particolare, anche BCH è rimasta in gran parte fuori dalla narrativa sugli ETF e sulle riserve strategiche (DATs). Mentre le altcoin come ETH, SOL e XRP beneficiano delle aspettative di accumulo istituzionale, BCH è avanzata senza fare affidamento su questi catalizzatori.

Questa performance mette in evidenza la forza intrinseca di BCH come fork di Bitcoin che è sopravvissuto a diversi cicli di mercato.

Performance di prezzo delle Layer-1. Fonte: Dexu

Al suo prezzo attuale sopra i $570, BCH potrebbe chiudere il 2025 più in alto rispetto al prezzo d’apertura di $430 registrato all’inizio dell’anno.

Tuttavia, molti analisti si aspettano di più. Ritengono che BCH supererà la resistenza dei $600, fissando un nuovo massimo annuale.

“Una volta che il prezzo romperà con decisione la zona di resistenza tra $610 e $650, BCH potrebbe salire significativamente, proprio come successo a ZEC a settembre”, ha previsto l’investitore Karamata.

Se BCH dovesse superare quota $650, registrerebbe un massimo a due anni. Un movimento oltre i $720 potrebbe portare il prezzo al livello più alto dal 2022. Diversi indicatori on-chain supportano questa prospettiva.

Segnali positivi a sostegno di un potenziale breakout di BCH

Un segnale rialzista da sottolineare è l’aumento del valore medio delle transazioni di Bitcoin Cash a dicembre 2025.

I dati storici di BitInfoCharts mostrano che il valore medio delle transazioni ha superato $1,34 milioni in diversi picchi, mentre BCH veniva scambiato intorno ai $600.

Valore medio delle transazioni di BCH. Fonte: BitInfoCharts

Si tratta del valore medio delle transazioni più alto nella storia di BCH. Riflette un aumento delle transazioni di grande importo, potenzialmente da parte di grandi investitori o balene, segnalando veri afflussi di capitale nella rete.

Ulteriori dati di trading spot rafforzano questa tendenza. Il grafico della dimensione media degli ordini spot di Bitcoin Cash di CryptoQuant mostra che l’attività delle balene ha dominato il libro degli ordini negli ultimi anni.

Dimensione media degli ordini spot di Bitcoin Cash. Fonte: CryptoQuant

Negli ultimi due mesi sono riapparse grandi operazioni da parte delle balene, proprio mentre BCH veniva scambiato nella zona di resistenza dei $600.

Oltre ai dati di trading, anche BCH rimane una delle altcoin più accettate per i pagamenti. Secondo Cryptwerk, BCH si posiziona al quarto posto con 2.468 esercenti che la accettano, subito dopo BTC, ETH e LTC.

Questi elementi potrebbero favorire un breakout di successo e spingere BCH verso nuovi record nel 2026.

Tuttavia, permangono alcune sfide. Vincoli di liquidità e un sentiment di mercato estremamente timoroso continuano ad agire come ostacoli, rendendo più difficile un breakout fulmineo di BCH.
Il prezzo di XRP interrompe una serie di 2 anni mentre si prepara a chiudere il 2025 in perditaXRP è entrata nell’ultimo trimestre sotto forte pressione, dopo che un brusco sell-off ha cancellato gran parte dei guadagni accumulati in precedenza. Il calo registrato nel quarto trimestre mette l’altcoin sulla strada per chiudere il 2025 in territorio negativo. Nonostante questa battuta d’arresto, permane la speranza che l’attività di acquisto da parte degli investitori possa tentare di invertire il momentum prima della fine dell’anno. Gli holder di XRP hanno venduto in perdita I dati on-chain relativi a profitti e perdite realizzati mostrano che le vendite nel quarto trimestre sono state insolitamente aggressive. Gli holder di XRP hanno liquidato posizioni in perdita, segnalando un peggioramento della fiducia. Storicamente, gli investitori nei token a grande capitalizzazione tendono a mantenere le posizioni durante i drawdown, aspettandosi un’eventuale ripresa anziché cristallizzare le perdite. Questo ciclo sembra diverso. Vendere in perdita indica un’incertezza maggiore riguardo alle prospettive a breve termine di XRP. Questo comportamento suggerisce che l’avversione al rischio ha superato la convinzione di lungo periodo, contribuendo così a mantenere la pressione ribassista durante il trimestre. Vuoi ricevere altre analisi sui token come questa? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter dell’Editor Harsh Notariya qui. Profitti/Perdite realizzate su XRP. Fonte: Glassnode Il passato giunge al termine Il contesto più ampio della performance di XRP mette in evidenza la difficoltà del momento. L’attuale ciclo di mercato rischia di interrompere una serie di due anni consecutivi di rendimenti annuali positivi. Nel 2023, XRP è aumentata dell’81%, seguita da un’impennata del 238% nel 2024, trainata da una maggiore chiarezza regolamentare e dalla domanda speculativa. Al contrario, il 2025 è stato caratterizzato da un momentum più debole. Se i livelli attuali dovessero persistere, XRP potrebbe chiudere l’anno con un calo di circa l’11%. Questa inversione mette in luce come le condizioni macroeconomiche e il sentiment degli investitori, quando cambiano, possano interrompere anche i trend positivi più solidi. Rendimenti annuali di XRP. Fonte: TradingView XRP ha una possibilità? Nonostante il calo, l’attività su XRP Ledger è diminuita alla fine di dicembre. I dati di network mostrano che il numero di indirizzi attivi nelle transazioni ha raggiunto un minimo mensile di 34.005. La partecipazione in calo suggerisce che anche il coinvolgimento sia del pubblico retail sia degli investitori istituzionali è debole. Un’attività transazionale più elevata spesso si correla con una domanda in crescita. Un utilizzo basso può favorire la discesa del prezzo, influenzando la liquidità e facendo perdere interesse legato all’utilità della rete. Questo calo a fine anno può riflettere un posizionamento strategico in vista del 2026 piuttosto che pura speculazione di breve termine. Indirizzi attivi su XRP. Fonte: Santiment Il prezzo di XRP potrebbe cambiare direzione XRP viene scambiata intorno a $1,85 al momento della pubblicazione, segnando un calo dell’11% dall’inizio del 2025. Per neutralizzare le perdite annuali, il token deve risalire fino a $2,10. Il raggiungimento di questo livello permetterebbe a XRP di chiudere l’anno in pari, preservando il suo storico di performance di lungo periodo. Tuttavia, per ora il rischio di ribasso rimane se le condizioni di mercato dovessero peggiorare. Una mancata tenuta di quota $1,85 potrebbe portare a un calo verso $1,70. Un simile movimento invaliderebbe l’ipotesi rialzista e confermerebbe una chiusura annua negativa, estendendo l’incertezza fino all’inizio del 2026. Analisi prezzo di XRP. Fonte: TradingView Un recupero dipende dalla tenuta del supporto a $1,85, favorita da una partecipazione in aumento. Il mantenimento di questo livello potrebbe consentire un rimbalzo verso $1,94. Il superamento di questa resistenza sarà fondamentale per trasformare $2,00 in supporto, superando così l’ultimo ostacolo per raggiungere il target di $2,10.

Il prezzo di XRP interrompe una serie di 2 anni mentre si prepara a chiudere il 2025 in perdita

XRP è entrata nell’ultimo trimestre sotto forte pressione, dopo che un brusco sell-off ha cancellato gran parte dei guadagni accumulati in precedenza. Il calo registrato nel quarto trimestre mette l’altcoin sulla strada per chiudere il 2025 in territorio negativo.

Nonostante questa battuta d’arresto, permane la speranza che l’attività di acquisto da parte degli investitori possa tentare di invertire il momentum prima della fine dell’anno.

Gli holder di XRP hanno venduto in perdita

I dati on-chain relativi a profitti e perdite realizzati mostrano che le vendite nel quarto trimestre sono state insolitamente aggressive. Gli holder di XRP hanno liquidato posizioni in perdita, segnalando un peggioramento della fiducia. Storicamente, gli investitori nei token a grande capitalizzazione tendono a mantenere le posizioni durante i drawdown, aspettandosi un’eventuale ripresa anziché cristallizzare le perdite.

Questo ciclo sembra diverso. Vendere in perdita indica un’incertezza maggiore riguardo alle prospettive a breve termine di XRP. Questo comportamento suggerisce che l’avversione al rischio ha superato la convinzione di lungo periodo, contribuendo così a mantenere la pressione ribassista durante il trimestre.

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Profitti/Perdite realizzate su XRP. Fonte: Glassnode Il passato giunge al termine

Il contesto più ampio della performance di XRP mette in evidenza la difficoltà del momento. L’attuale ciclo di mercato rischia di interrompere una serie di due anni consecutivi di rendimenti annuali positivi. Nel 2023, XRP è aumentata dell’81%, seguita da un’impennata del 238% nel 2024, trainata da una maggiore chiarezza regolamentare e dalla domanda speculativa.

Al contrario, il 2025 è stato caratterizzato da un momentum più debole. Se i livelli attuali dovessero persistere, XRP potrebbe chiudere l’anno con un calo di circa l’11%. Questa inversione mette in luce come le condizioni macroeconomiche e il sentiment degli investitori, quando cambiano, possano interrompere anche i trend positivi più solidi.

Rendimenti annuali di XRP. Fonte: TradingView XRP ha una possibilità?

Nonostante il calo, l’attività su XRP Ledger è diminuita alla fine di dicembre. I dati di network mostrano che il numero di indirizzi attivi nelle transazioni ha raggiunto un minimo mensile di 34.005. La partecipazione in calo suggerisce che anche il coinvolgimento sia del pubblico retail sia degli investitori istituzionali è debole.

Un’attività transazionale più elevata spesso si correla con una domanda in crescita. Un utilizzo basso può favorire la discesa del prezzo, influenzando la liquidità e facendo perdere interesse legato all’utilità della rete. Questo calo a fine anno può riflettere un posizionamento strategico in vista del 2026 piuttosto che pura speculazione di breve termine.

Indirizzi attivi su XRP. Fonte: Santiment Il prezzo di XRP potrebbe cambiare direzione

XRP viene scambiata intorno a $1,85 al momento della pubblicazione, segnando un calo dell’11% dall’inizio del 2025. Per neutralizzare le perdite annuali, il token deve risalire fino a $2,10. Il raggiungimento di questo livello permetterebbe a XRP di chiudere l’anno in pari, preservando il suo storico di performance di lungo periodo.

Tuttavia, per ora il rischio di ribasso rimane se le condizioni di mercato dovessero peggiorare. Una mancata tenuta di quota $1,85 potrebbe portare a un calo verso $1,70. Un simile movimento invaliderebbe l’ipotesi rialzista e confermerebbe una chiusura annua negativa, estendendo l’incertezza fino all’inizio del 2026.

Analisi prezzo di XRP. Fonte: TradingView

Un recupero dipende dalla tenuta del supporto a $1,85, favorita da una partecipazione in aumento. Il mantenimento di questo livello potrebbe consentire un rimbalzo verso $1,94. Il superamento di questa resistenza sarà fondamentale per trasformare $2,00 in supporto, superando così l’ultimo ostacolo per raggiungere il target di $2,10.
Gli analisti esaminano se sia meglio vendere o mantenere i token dopo un airdropUna nuova analisi sta riaccendendo uno dei dibattiti più importanti nel mondo crypto: gli investitori dovrebbero mantenere o vendere i token dopo aver ricevuto un airdrop? I dati condivisi da un trader mostrano che la maggior parte dei token distribuiti tramite airdrop perde un valore significativo dopo il lancio, sollevando dubbi su quale sia la strategia più razionale: vendere subito. La maggior parte dei token crypto performa peggio dopo il lancio, secondo un’analisi In un recente post su X (ex Twitter), il trader crypto Didi ha tracciato tutti gli airdrop ricevuti personalmente nell’ultimo anno. I dati mostrano che quasi tutti i token hanno subito perdite rilevanti dopo il lancio. Per esempio, M3M3 ha perso il 99,64%, Elixir il 99,50% e USUAL il 97,67%. Anche progetti principali hanno registrato perdite significative. Magic Eden ha registrato un calo del 96,6%, Jupiter è sceso del 75,9% rispetto al prezzo TGE, e Monad è calato del 39,13% da quando è stato listato. L’unico token sopra il prezzo iniziale è stato Avantis, con un guadagno del 30,4%. “Su 30 airdrop ricevuti da dicembre 2024, solo uno oggi viene scambiato lievemente sopra il prezzo TGE. Eppure vendere un airdrop al lancio ti fa passare per ‘traditore’. Diciamoci la verità sul gioco a cui stiamo giocando. Siamo qui tutte e tutti per guadagnare. Chi dice il contrario, sta mentendo a sé stesso”, si legge nel post. L’analista ha aggiunto che i dati storici mostrano come mantenere le altcoin a lungo termine sia una strategia poco probabile per ottenere profitti, poiché la possibilità di perdere supera di gran lunga quella di avere guadagni sostenuti. “Bisogna capire l’ambiente in cui si opera e dare priorità, prima di tutto, alla preservazione del capitale. I profitti sono reali solo quando vengono incassati”, ha spiegato Didi. Anche un’analisi condotta sull’intero settore sembra rafforzare queste conclusioni. Memento Research ha analizzato 118 eventi di token generation nel 2025 e ha riscontrato che l’84,7% dei token lanciati oggi vengono scambiati sotto la loro valutazione TGE. Performance dei token dopo il TGE. Fonte: Memento Research Inoltre, il 65% di questi token ha perso circa il 50% del proprio valore. Allo stesso tempo, oltre la metà registra perdite pari o superiori al 70%. Il report sottolinea che i progetti lanciati con una fully diluted valuation (FDV) molto elevata hanno ottenuto risultati particolarmente negativi. Dei 28 lanci con una FDV di almeno 1 miliardo di dollari, nessuno è oggi in positivo. “Se dividiamo l’anno secondo i quartili di FDV iniziale, il pattern è chiaro: le emissioni con FDV più basse sono le uniche con un tasso di sopravvivenza significativo (40% in verde) e una perdita mediana relativamente contenuta (~-26%), mentre tutto ciò che supera la fascia intermedia viene praticamente riprezzato verso il basso, con perdite mediane tra ~-70% e -83% e quasi nessun risultato positivo”, si legge nel report. Un analista ha osservato che molti progetti crypto puntano a valutazioni da miliardi di dollari a prescindere dalla maturità del prodotto o dalla reale utilità. Molti token partono con prezzi nettamente distanti dal loro valore reale o fondamentale, subendo poi rapide correzioni una volta che intervengono le forze di mercato. “Chi non vende la maggior parte di questi airdrop al TGE non ha capito come funzionano le valutazioni”, ha dichiarato. La stanchezza da airdrop cresce mentre le dinamiche peggiorano e la fiducia si erode Oltre alla costante pressione sui prezzi, anche l’interesse degli investitori verso gli airdrop sta calando nel 2025 per motivi strutturali. Sempre più partecipanti al mercato sostengono che il modello dell’airdrop sia ormai diventato troppo complesso, esclusivo e soggetto ad abusi. Anche il commentatore crypto Maran ha illustrato questo cambiamento confrontando la meccanica dell’airdrop del passato con quella attuale. Nei cicli precedenti spesso bastava partecipare in modo minimo, ad esempio collegando il wallet, ricevendo allocazioni relativamente generose. Nel 2025, molti progetti prevedono invece requisiti di eleggibilità più severi, periodi di attività più lunghi, parametri tecnici, finestre per la registrazione o schedule di vesting. “Una cifra a 4 zeri era facile una volta. Adesso sono poche le persone che la ottengono”, ha aggiunto l’utente. Un altro analista sostiene che gli airdrop sarebbero “completamente rotti” nel 2025. Zamza Salim ha sottolineato come gli attacchi Sybil abbiano compromesso numerosi airdrop di alto profilo durante il 2025, nonostante le misure anti-farming. “La meta degli airdrop nel 2025 è ormai compromessa. Non sprecate mesi a grindare per le briciole mentre le farmer si portano via il 20%”, ha commentato Salim. Nel complesso, i dati recenti mettono in evidenza un andamento ricorrente di sotto-performance post-lancio da parte dei token distribuiti tramite airdrop, indicando anche sfide strutturali più ampie nel modello stesso degli airdrop. Sebbene alcuni token riescano a mantenere o accrescere valore nel tempo, la combinazione tra valutazioni iniziali elevate, riallineamento del mercato e meccaniche di distribuzione in continua evoluzione rende gli esiti molto incerti.

Gli analisti esaminano se sia meglio vendere o mantenere i token dopo un airdrop

Una nuova analisi sta riaccendendo uno dei dibattiti più importanti nel mondo crypto: gli investitori dovrebbero mantenere o vendere i token dopo aver ricevuto un airdrop?

I dati condivisi da un trader mostrano che la maggior parte dei token distribuiti tramite airdrop perde un valore significativo dopo il lancio, sollevando dubbi su quale sia la strategia più razionale: vendere subito.

La maggior parte dei token crypto performa peggio dopo il lancio, secondo un’analisi

In un recente post su X (ex Twitter), il trader crypto Didi ha tracciato tutti gli airdrop ricevuti personalmente nell’ultimo anno. I dati mostrano che quasi tutti i token hanno subito perdite rilevanti dopo il lancio. Per esempio, M3M3 ha perso il 99,64%, Elixir il 99,50% e USUAL il 97,67%.

Anche progetti principali hanno registrato perdite significative. Magic Eden ha registrato un calo del 96,6%, Jupiter è sceso del 75,9% rispetto al prezzo TGE, e Monad è calato del 39,13% da quando è stato listato. L’unico token sopra il prezzo iniziale è stato Avantis, con un guadagno del 30,4%.

“Su 30 airdrop ricevuti da dicembre 2024, solo uno oggi viene scambiato lievemente sopra il prezzo TGE. Eppure vendere un airdrop al lancio ti fa passare per ‘traditore’. Diciamoci la verità sul gioco a cui stiamo giocando. Siamo qui tutte e tutti per guadagnare. Chi dice il contrario, sta mentendo a sé stesso”, si legge nel post.

L’analista ha aggiunto che i dati storici mostrano come mantenere le altcoin a lungo termine sia una strategia poco probabile per ottenere profitti, poiché la possibilità di perdere supera di gran lunga quella di avere guadagni sostenuti.

“Bisogna capire l’ambiente in cui si opera e dare priorità, prima di tutto, alla preservazione del capitale. I profitti sono reali solo quando vengono incassati”, ha spiegato Didi.

Anche un’analisi condotta sull’intero settore sembra rafforzare queste conclusioni. Memento Research ha analizzato 118 eventi di token generation nel 2025 e ha riscontrato che l’84,7% dei token lanciati oggi vengono scambiati sotto la loro valutazione TGE.

Performance dei token dopo il TGE. Fonte: Memento Research

Inoltre, il 65% di questi token ha perso circa il 50% del proprio valore. Allo stesso tempo, oltre la metà registra perdite pari o superiori al 70%.

Il report sottolinea che i progetti lanciati con una fully diluted valuation (FDV) molto elevata hanno ottenuto risultati particolarmente negativi. Dei 28 lanci con una FDV di almeno 1 miliardo di dollari, nessuno è oggi in positivo.

“Se dividiamo l’anno secondo i quartili di FDV iniziale, il pattern è chiaro: le emissioni con FDV più basse sono le uniche con un tasso di sopravvivenza significativo (40% in verde) e una perdita mediana relativamente contenuta (~-26%), mentre tutto ciò che supera la fascia intermedia viene praticamente riprezzato verso il basso, con perdite mediane tra ~-70% e -83% e quasi nessun risultato positivo”, si legge nel report.

Un analista ha osservato che molti progetti crypto puntano a valutazioni da miliardi di dollari a prescindere dalla maturità del prodotto o dalla reale utilità. Molti token partono con prezzi nettamente distanti dal loro valore reale o fondamentale, subendo poi rapide correzioni una volta che intervengono le forze di mercato.

“Chi non vende la maggior parte di questi airdrop al TGE non ha capito come funzionano le valutazioni”, ha dichiarato.

La stanchezza da airdrop cresce mentre le dinamiche peggiorano e la fiducia si erode

Oltre alla costante pressione sui prezzi, anche l’interesse degli investitori verso gli airdrop sta calando nel 2025 per motivi strutturali. Sempre più partecipanti al mercato sostengono che il modello dell’airdrop sia ormai diventato troppo complesso, esclusivo e soggetto ad abusi.

Anche il commentatore crypto Maran ha illustrato questo cambiamento confrontando la meccanica dell’airdrop del passato con quella attuale. Nei cicli precedenti spesso bastava partecipare in modo minimo, ad esempio collegando il wallet, ricevendo allocazioni relativamente generose.

Nel 2025, molti progetti prevedono invece requisiti di eleggibilità più severi, periodi di attività più lunghi, parametri tecnici, finestre per la registrazione o schedule di vesting.

“Una cifra a 4 zeri era facile una volta. Adesso sono poche le persone che la ottengono”, ha aggiunto l’utente.

Un altro analista sostiene che gli airdrop sarebbero “completamente rotti” nel 2025. Zamza Salim ha sottolineato come gli attacchi Sybil abbiano compromesso numerosi airdrop di alto profilo durante il 2025, nonostante le misure anti-farming.

“La meta degli airdrop nel 2025 è ormai compromessa. Non sprecate mesi a grindare per le briciole mentre le farmer si portano via il 20%”, ha commentato Salim.

Nel complesso, i dati recenti mettono in evidenza un andamento ricorrente di sotto-performance post-lancio da parte dei token distribuiti tramite airdrop, indicando anche sfide strutturali più ampie nel modello stesso degli airdrop. Sebbene alcuni token riescano a mantenere o accrescere valore nel tempo, la combinazione tra valutazioni iniziali elevate, riallineamento del mercato e meccaniche di distribuzione in continua evoluzione rende gli esiti molto incerti.
Arthur Hayes vende oltre 1.800 ETH mentre il suo portafoglio si sposta verso le stablecoinArthur Hayes, co-fondatore di BitMEX, ha continuato a prelevare ETH dal suo wallet e a trasferirlo sugli exchange a dicembre. Queste azioni hanno portato gli investitori a credere che stia vendendo ETH. La mossa potrebbe essere parte di un piano di riequilibrio del portafoglio che aveva precedentemente spiegato in dettaglio. Questa attività arriva mentre il suo portafoglio mostra cambiamenti notevoli. Ora detiene più stablecoin e significativamente meno ETH. Arthur Hayes potrebbe avere venduto oltre 1.800 ETH nell’ultima settimana Un recente report di Lookonchain, un account che traccia le principali attività on-chain, ha rivelato che Hayes ha venduto altri 682 ETH su Binance. La transazione è stata valutata intorno a 2 milioni di dollari. Ha reindirizzato il capitale verso token DeFi. In precedenza, BeInCrypto aveva riportato che Hayes aveva trasferito 508,6 ETH, dal valore di circa 1,5 milioni di dollari, a Galaxy Digital. In totale, Hayes ha venduto circa 1.871 ETH nell’ultima settimana. Il valore stimato di queste transazioni ha raggiunto 5,53 milioni di dollari. Ha utilizzato i proventi per acquistare token DeFi, tra cui ENA, PENDLE ed ETHFI. Performance di prezzo dei token acquistati da Hayes. Fonte: TradingView I dati mostrano che questi token sono diminuiti dell’80–90% finora quest’anno. Hayes sembra approfittare dei prezzi bassi. Si aspetta che questi token offrano ritorni futuri. In precedenza, Hayes aveva anche spiegato pubblicamente la sua strategia sul suo account personale X. “Stiamo ruotando da ETH verso nomi DeFi di alta qualità, che crediamo possano sovraperformare man mano che la liquidità fiat migliora,” ha dichiarato. Tuttavia, un’analisi più approfondita della struttura del suo portafoglio tramite i dati Arkham rivela un cambiamento significativo. Per cominciare, la quantità di ETH detenuta nel suo wallet è diminuita costantemente dai 16.000 ETH del 2022. Da novembre, le sue partecipazioni in ETH sono scese da 6.500 ETH a 3.160 ETH. Questo indica vendite per oltre 3.440 ETH in quel periodo. Portafoglio di investimenti di Arthur Hayes. Fonte: Arkham Nel frattempo, su un portafoglio complessivo valutato 74 milioni di dollari, quasi 48 milioni sono detenuti in USDC. Le stablecoin ora rappresentano più del 60% del valore totale del portafoglio. Portafoglio di investimenti di Arthur Hayes. Fonte: Arkham I dati Arkham mostrano che Hayes ha aumentato le sue partecipazioni in USDC da 1 milione a quasi 48 milioni di dollari da metà novembre. Questo periodo è inoltre coinciso con un sentiment di mercato che è rimasto in territorio di paura o estrema paura. Tipicamente, un aumento delle detenzioni di stablecoin segnala una predisposizione a comprare nei momenti di ribasso oppure un atteggiamento prudente. In precedenza, Arthur Hayes aveva anche previsto che Ethereum potesse raggiungere 20.000 dollari. Ha affermato che detenere 50 ETH potrebbe rendere qualcuno milionario entro le prossime elezioni presidenziali USA.

Arthur Hayes vende oltre 1.800 ETH mentre il suo portafoglio si sposta verso le stablecoin

Arthur Hayes, co-fondatore di BitMEX, ha continuato a prelevare ETH dal suo wallet e a trasferirlo sugli exchange a dicembre. Queste azioni hanno portato gli investitori a credere che stia vendendo ETH. La mossa potrebbe essere parte di un piano di riequilibrio del portafoglio che aveva precedentemente spiegato in dettaglio.

Questa attività arriva mentre il suo portafoglio mostra cambiamenti notevoli. Ora detiene più stablecoin e significativamente meno ETH.

Arthur Hayes potrebbe avere venduto oltre 1.800 ETH nell’ultima settimana

Un recente report di Lookonchain, un account che traccia le principali attività on-chain, ha rivelato che Hayes ha venduto altri 682 ETH su Binance. La transazione è stata valutata intorno a 2 milioni di dollari. Ha reindirizzato il capitale verso token DeFi.

In precedenza, BeInCrypto aveva riportato che Hayes aveva trasferito 508,6 ETH, dal valore di circa 1,5 milioni di dollari, a Galaxy Digital.

In totale, Hayes ha venduto circa 1.871 ETH nell’ultima settimana. Il valore stimato di queste transazioni ha raggiunto 5,53 milioni di dollari. Ha utilizzato i proventi per acquistare token DeFi, tra cui ENA, PENDLE ed ETHFI.

Performance di prezzo dei token acquistati da Hayes. Fonte: TradingView

I dati mostrano che questi token sono diminuiti dell’80–90% finora quest’anno. Hayes sembra approfittare dei prezzi bassi. Si aspetta che questi token offrano ritorni futuri. In precedenza, Hayes aveva anche spiegato pubblicamente la sua strategia sul suo account personale X.

“Stiamo ruotando da ETH verso nomi DeFi di alta qualità, che crediamo possano sovraperformare man mano che la liquidità fiat migliora,” ha dichiarato.

Tuttavia, un’analisi più approfondita della struttura del suo portafoglio tramite i dati Arkham rivela un cambiamento significativo.

Per cominciare, la quantità di ETH detenuta nel suo wallet è diminuita costantemente dai 16.000 ETH del 2022. Da novembre, le sue partecipazioni in ETH sono scese da 6.500 ETH a 3.160 ETH. Questo indica vendite per oltre 3.440 ETH in quel periodo.

Portafoglio di investimenti di Arthur Hayes. Fonte: Arkham

Nel frattempo, su un portafoglio complessivo valutato 74 milioni di dollari, quasi 48 milioni sono detenuti in USDC. Le stablecoin ora rappresentano più del 60% del valore totale del portafoglio.

Portafoglio di investimenti di Arthur Hayes. Fonte: Arkham

I dati Arkham mostrano che Hayes ha aumentato le sue partecipazioni in USDC da 1 milione a quasi 48 milioni di dollari da metà novembre. Questo periodo è inoltre coinciso con un sentiment di mercato che è rimasto in territorio di paura o estrema paura.

Tipicamente, un aumento delle detenzioni di stablecoin segnala una predisposizione a comprare nei momenti di ribasso oppure un atteggiamento prudente.

In precedenza, Arthur Hayes aveva anche previsto che Ethereum potesse raggiungere 20.000 dollari. Ha affermato che detenere 50 ETH potrebbe rendere qualcuno milionario entro le prossime elezioni presidenziali USA.
I metalli preziosi guidano il rally di Natale: è ancora possibile una rotazione verso le crypto?Un altro giorno, un altro massimo storico per i metalli preziosi. Oro, argento e platino hanno tutti raggiunto oggi nuovi record. Secondo gli esperti di mercato, questo forte rialzo rappresenta un segnale di allarme, indicando una diminuzione della fiducia nei sistemi finanziari e rischi di inflazione persistente. Nel frattempo, la community crypto sta valutando se questo momentum nei metalli preziosi potrebbe potenzialmente tradursi in una rotazione di capitali verso Bitcoin nel 2026. Oro, argento e platino segnano nuovi massimi storici Secondo gli ultimi dati di mercato, l’oro ha superato oggi per la prima volta la soglia dei 4.500 dollari, registrando un massimo storico a 4.526 dollari. Nello stesso momento, l’argento ha toccato un picco di 72,7 dollari. “L’argento è salito di oltre un dollaro e ora viene scambiato sopra i 72,30 dollari. Sembra che gli 80 dollari siano alla portata prima della fine dell’anno,” ha scritto l’economista Peter Schiff. Inoltre, il prezzo massimo registrato per il platino ha superato i 2.370 dollari. Il palladio si è portato oltre la soglia dei 2.000 dollari, un livello che non si vedeva dal novembre 2022. Il rialzo si è esteso oltre i metalli preziosi. Il rame è balzato a 12.000 dollari per tonnellata per la prima volta, avviandosi a segnare il maggiore guadagno annuale dal 2009. Nic Puckrin, analista finanziario e co-fondatore di The Coin Bureau, ha spiegato a BeInCrypto che le performance straordinarie dei metalli preziosi sono state trainate da “Una combinazione di tagli dei tassi, tensioni geopolitiche (che stanno riemergendo questa settimana con il Venezuela) e, cosa fondamentale, lo scenario di svalutazione del dollaro.” Cosa potrebbe segnalare il rally dei metalli preziosi Sebbene i prezzi record abbiano alimentato l’ottimismo per ulteriori rialzi, alcuni analisti ritengono che possano invece nascondere una realtà macro molto più preoccupante. Schiff ha sostenuto che oro, argento, materie prime, obbligazioni e mercati valutari stanno lanciando insieme il segnale che gli USA si stanno avvicinando alla più alta inflazione nei 250 anni della loro storia. Il suo avvertimento arriva nonostante i dati più recenti mostrino una crescita del PIL statunitense del 4,3% nel terzo trimestre, ben al di sopra delle attese di mercato. Tuttavia, l’economista ha messo in guardia dal prendere per buone le cifre ufficiali senza spirito critico. “Il CPI è manipolato per nascondere gli aumenti dei prezzi e celare l’inflazione al pubblico,” ha aggiunto. L’analista Andrew Lokenauth ha segnalato che il rapido aumento dei prezzi dell’argento è “raramente un buon segnale.” Secondo lui, questo andamento indica un calo della fiducia nella leadership politica e nelle valute fiat. “Questo accadde poco prima della caduta di Roma, durante la Rivoluzione francese e al collasso dell’Impero spagnolo. Non si limita a prevedere il caos, spesso lo genera. Innesca un enorme trasferimento di ricchezza: i poveri restano con denaro cartaceo privo di valore, i ricchi si proteggono con oro e argento,” ha dichiarato Lokenauth. Nel frattempo, il DXY si è indebolito notevolmente per tutto il 2025. Con la chiusura dell’anno sempre più vicina, l’indice è sceso nuovamente sotto quota 98. “Il Dollar Index è sceso al livello di chiusura più basso dal 3 ottobre,” ha scritto Neil Sethi. US Dollar Index. Fonte: TradingView Otavio Costa ha rivelato che il dollaro USA si sta avvicinando a un punto di svolta cruciale. Ha fatto notare che il DXY aveva iniziato l’anno su uno dei suoi livelli più sopravvalutati di sempre, prima di scendere bruscamente verso una zona di supporto chiave che regge da circa 15 anni. “Quel supporto è stato testato più volte, soprattutto negli ultimi mesi, e secondo me ci stiamo avvicinando a una rottura significativa, che potrebbe potenzialmente avere forti implicazioni per i mercati globali,” ha affermato. L’analista ha spiegato che ciò sta avvenendo mentre le banche centrali estere passano a politiche più restrittive, mentre la Federal Reserve subisce crescenti pressioni affinché allenti la sua politica per gestire i crescenti costi del debito USA. Secondo Costa, ampi deficit commerciali e fiscali vengono risolti storicamente tramite la repressione finanziaria, un processo che solitamente si accompagna a un dollaro più debole piuttosto che a uno forte. Da oro a crypto? Gli analisti osservano una possibile rotazione di capitali su Bitcoin nel 2026 Nonostante la debolezza del DXY, anche Bitcoin ha continuato a faticare. L’asset è rimasto indietro sia rispetto ai metalli preziosi che ai titoli tecnologici nel 2025, e si avvia a registrare il suo peggior trimestre dal 2018. BeInCrypto ha anche evidenziato che molti nuovi investitori attualmente preferiscono i tradizionali beni rifugio rispetto all’esposizione alle crypto. Tuttavia, anche molti membri della community crypto restano fiduciosi che il rally dell’oro possa essere seguito, in futuro, da un movimento simile di Bitcoin. L’analista Garrett ha osservato che i rialzi di argento, palladio e platino sembrano essere guidati da short squeeze e ha avvertito che questi movimenti difficilmente dureranno a lungo. “Quando inizieranno a invertire la rotta, è probabile che trascinino verso il basso anche l’oro. Il capitale si sposterà dai metalli preziosi verso BTC ed ETH,” ha dichiarato. David Schassler, responsabile soluzioni multi-asset di VanEck, prevede anche lui un ritorno di Bitcoin nel 2026. Secondo lui, l’asset è pronto per un rimbalzo mentre l’indebolimento monetario si accentua e la liquidità sui mercati torna. “Bitcoin è in ritardo rispetto al Nasdaq 100 Index di circa il 50% da inizio anno, e questa divergenza lo posiziona come possibile top performer nel 2026. L’attuale debolezza riflette una minore propensione al rischio e pressioni temporanee di liquidità, non una tesi ormai fallita. Quando l’indebolimento accelererà e la liquidità tornerà, Bitcoin storicamente reagirà con forza. Noi stiamo comprando,” ha previsto Schassler. Infine, Puckrin ha sottolineato che il raggiungimento di nuovi massimi da parte di Bitcoin nel 2026 non è uno scenario improbabile. “Fondamentalmente, esiste ancora ogni possibilità che Bitcoin possa invertire la tendenza e toccare nuovi massimi storici nel 2026, mentre oro e argento potrebbero iniziare a perdere parte del loro appeal.” Nei prossimi mesi, i mercati metteranno alla prova se i metalli preziosi sapranno mantenere i guadagni record o se le prese di profitto attese daranno il via a una rotazione dei capitali.

I metalli preziosi guidano il rally di Natale: è ancora possibile una rotazione verso le crypto?

Un altro giorno, un altro massimo storico per i metalli preziosi. Oro, argento e platino hanno tutti raggiunto oggi nuovi record.

Secondo gli esperti di mercato, questo forte rialzo rappresenta un segnale di allarme, indicando una diminuzione della fiducia nei sistemi finanziari e rischi di inflazione persistente. Nel frattempo, la community crypto sta valutando se questo momentum nei metalli preziosi potrebbe potenzialmente tradursi in una rotazione di capitali verso Bitcoin nel 2026.

Oro, argento e platino segnano nuovi massimi storici

Secondo gli ultimi dati di mercato, l’oro ha superato oggi per la prima volta la soglia dei 4.500 dollari, registrando un massimo storico a 4.526 dollari. Nello stesso momento, l’argento ha toccato un picco di 72,7 dollari.

“L’argento è salito di oltre un dollaro e ora viene scambiato sopra i 72,30 dollari. Sembra che gli 80 dollari siano alla portata prima della fine dell’anno,” ha scritto l’economista Peter Schiff.

Inoltre, il prezzo massimo registrato per il platino ha superato i 2.370 dollari. Il palladio si è portato oltre la soglia dei 2.000 dollari, un livello che non si vedeva dal novembre 2022.

Il rialzo si è esteso oltre i metalli preziosi. Il rame è balzato a 12.000 dollari per tonnellata per la prima volta, avviandosi a segnare il maggiore guadagno annuale dal 2009. Nic Puckrin, analista finanziario e co-fondatore di The Coin Bureau, ha spiegato a BeInCrypto che le performance straordinarie dei metalli preziosi sono state trainate da

“Una combinazione di tagli dei tassi, tensioni geopolitiche (che stanno riemergendo questa settimana con il Venezuela) e, cosa fondamentale, lo scenario di svalutazione del dollaro.”

Cosa potrebbe segnalare il rally dei metalli preziosi

Sebbene i prezzi record abbiano alimentato l’ottimismo per ulteriori rialzi, alcuni analisti ritengono che possano invece nascondere una realtà macro molto più preoccupante. Schiff ha sostenuto che oro, argento, materie prime, obbligazioni e mercati valutari stanno lanciando insieme il segnale che gli USA si stanno avvicinando alla più alta inflazione nei 250 anni della loro storia.

Il suo avvertimento arriva nonostante i dati più recenti mostrino una crescita del PIL statunitense del 4,3% nel terzo trimestre, ben al di sopra delle attese di mercato. Tuttavia, l’economista ha messo in guardia dal prendere per buone le cifre ufficiali senza spirito critico.

“Il CPI è manipolato per nascondere gli aumenti dei prezzi e celare l’inflazione al pubblico,” ha aggiunto.

L’analista Andrew Lokenauth ha segnalato che il rapido aumento dei prezzi dell’argento è “raramente un buon segnale.” Secondo lui, questo andamento indica un calo della fiducia nella leadership politica e nelle valute fiat.

“Questo accadde poco prima della caduta di Roma, durante la Rivoluzione francese e al collasso dell’Impero spagnolo. Non si limita a prevedere il caos, spesso lo genera. Innesca un enorme trasferimento di ricchezza: i poveri restano con denaro cartaceo privo di valore, i ricchi si proteggono con oro e argento,” ha dichiarato Lokenauth.

Nel frattempo, il DXY si è indebolito notevolmente per tutto il 2025. Con la chiusura dell’anno sempre più vicina, l’indice è sceso nuovamente sotto quota 98.

“Il Dollar Index è sceso al livello di chiusura più basso dal 3 ottobre,” ha scritto Neil Sethi.

US Dollar Index. Fonte: TradingView

Otavio Costa ha rivelato che il dollaro USA si sta avvicinando a un punto di svolta cruciale. Ha fatto notare che il DXY aveva iniziato l’anno su uno dei suoi livelli più sopravvalutati di sempre, prima di scendere bruscamente verso una zona di supporto chiave che regge da circa 15 anni.

“Quel supporto è stato testato più volte, soprattutto negli ultimi mesi, e secondo me ci stiamo avvicinando a una rottura significativa, che potrebbe potenzialmente avere forti implicazioni per i mercati globali,” ha affermato.

L’analista ha spiegato che ciò sta avvenendo mentre le banche centrali estere passano a politiche più restrittive, mentre la Federal Reserve subisce crescenti pressioni affinché allenti la sua politica per gestire i crescenti costi del debito USA. Secondo Costa, ampi deficit commerciali e fiscali vengono risolti storicamente tramite la repressione finanziaria, un processo che solitamente si accompagna a un dollaro più debole piuttosto che a uno forte.

Da oro a crypto? Gli analisti osservano una possibile rotazione di capitali su Bitcoin nel 2026

Nonostante la debolezza del DXY, anche Bitcoin ha continuato a faticare. L’asset è rimasto indietro sia rispetto ai metalli preziosi che ai titoli tecnologici nel 2025, e si avvia a registrare il suo peggior trimestre dal 2018.

BeInCrypto ha anche evidenziato che molti nuovi investitori attualmente preferiscono i tradizionali beni rifugio rispetto all’esposizione alle crypto. Tuttavia, anche molti membri della community crypto restano fiduciosi che il rally dell’oro possa essere seguito, in futuro, da un movimento simile di Bitcoin.

L’analista Garrett ha osservato che i rialzi di argento, palladio e platino sembrano essere guidati da short squeeze e ha avvertito che questi movimenti difficilmente dureranno a lungo.

“Quando inizieranno a invertire la rotta, è probabile che trascinino verso il basso anche l’oro. Il capitale si sposterà dai metalli preziosi verso BTC ed ETH,” ha dichiarato.

David Schassler, responsabile soluzioni multi-asset di VanEck, prevede anche lui un ritorno di Bitcoin nel 2026. Secondo lui, l’asset è pronto per un rimbalzo mentre l’indebolimento monetario si accentua e la liquidità sui mercati torna.

“Bitcoin è in ritardo rispetto al Nasdaq 100 Index di circa il 50% da inizio anno, e questa divergenza lo posiziona come possibile top performer nel 2026. L’attuale debolezza riflette una minore propensione al rischio e pressioni temporanee di liquidità, non una tesi ormai fallita. Quando l’indebolimento accelererà e la liquidità tornerà, Bitcoin storicamente reagirà con forza. Noi stiamo comprando,” ha previsto Schassler.

Infine, Puckrin ha sottolineato che il raggiungimento di nuovi massimi da parte di Bitcoin nel 2026 non è uno scenario improbabile.

“Fondamentalmente, esiste ancora ogni possibilità che Bitcoin possa invertire la tendenza e toccare nuovi massimi storici nel 2026, mentre oro e argento potrebbero iniziare a perdere parte del loro appeal.”

Nei prossimi mesi, i mercati metteranno alla prova se i metalli preziosi sapranno mantenere i guadagni record o se le prese di profitto attese daranno il via a una rotazione dei capitali.
Il breakout di Ethereum verso 4.400 dollari trova un supporto on-chain fondamentaleIl prezzo di Ethereum è rimasto pressoché stabile nell’ultima settimana, muovendosi a malapena nonostante le innumerevoli previsioni. In apparenza sembra che non stia succedendo nulla. Eppure, il grafico e i dati on-chain raccontano una storia molto diversa. Si sta formando una struttura di breakout pulita e, contemporaneamente, la pressione di vendita da parte delle detentrici di lungo periodo è crollata. Questa combinazione è rara. Se dovesse reggere, il prossimo grande movimento di Ethereum potrebbe già essere in atto. Il breakout della figura inverse head-and-shoulders si allinea con il crollo delle vendite on-chain Sul grafico daily, Ethereum sta formando un chiaro pattern di inversione testa e spalle rovesciato. La struttura mostra una neckline relativamente piatta intorno all’area dei 3.400 dollari, un elemento importante. Le neckline piatte tendono ad attrarre rialzi più decisi quando il prezzo riesce finalmente a superarle. Se Ethereum dovesse chiudere con decisione sopra questa neckline (circa 3.400 dollari), il movimento proiettato dal pattern confermato indica un target vicino a 4.400 dollari. Questo obiettivo deriva direttamente dall’altezza della “testa” proiettata verso l’alto. Dal punto di vista tecnico, lo scenario appare chiaro. Ethereum Breakout Pattern: TradingView Vuoi ricevere altre analisi dettagliate sui token come questa? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter a cura dell’Editor Harsh Notariya qui. Ciò che rende questo pattern ancora più interessante è quanto sta accadendo on-chain. Hodler Net Position Change misura se le detentrici di lungo periodo stanno vendendo o accumulando. Dal 26 novembre, questo indicatore è cambiato drasticamente. In quel momento, le detentrici di lungo periodo stavano vendendo circa 1.100.000 ETH. Al 23 dicembre, quel numero è sceso a soli 54.427 ETH. Si tratta di una riduzione superiore al 95% nella pressione di vendita. Holder Selling Dips 95%: Glassnode Questo è rilevante perché le detentrici di lungo periodo tendono a diminuire le vendite nei momenti di svolta più importanti. Quando si forma un pattern di breakout mentre la pressione di vendita crolla, significa che l’offerta si sta prosciugando invece di aumentare. Si crea così una base più solida per eventuali rialzi oltre la neckline. In termini semplici, il grafico segnala un breakout e i dati on-chain mostrano sempre meno venditrici sul mercato. Livelli di costo di acquisto e zone chiave di prezzo di Ethereum La prossima domanda è se Ethereum possa realisticamente raggiungere e superare la neckline. I dati sul “cost basis” aiutano a rispondere. Il cost basis indica dove grandi quantità di ETH sono state acquistate l’ultima volta. Queste aree spesso fanno da resistenza quando il prezzo ci si avvicina, perché le detentrici potrebbero vendere in prossimità del pareggio. Per Ethereum, il cluster di cost basis più rilevante si trova tra circa 3.150 e 3.173 dollari. In questa fascia sono stati accumulati circa 2.940.000 ETH. Si tratta della barriera di offerta più forte nel percorso verso l’alto. Most Critical ETH Supply Cluster: Glassnode Un movimento sostenuto sopra questa fascia aprirebbe la strada verso la neckline a 3.400 dollari. Dai livelli attuali, ciò corrisponde a circa un rialzo del 7%. Si noti inoltre che il livello dei 3.150 dollari risulta ben visibile anche sul grafico del prezzo, confermandone l’importanza. Una volta superata la soglia dei 3.400 dollari, il prossimo livello chiave si trova vicino a 3.480 dollari, seguito da una resistenza relativamente debole verso l’area dei 4.170 dollari. Se il momentum dovesse rafforzarsi dopo il breakout, il target completo del pattern testa e spalle rovesciato vicino ai 4.400 dollari diventerebbe raggiungibile. I rischi esistono e sono ben definiti. Se Ethereum dovesse perdere quota 2.800 dollari, la struttura si indebolirebbe. Una caduta sotto i 2.620 dollari invaliderebbe completamente lo scenario rialzista e indicherebbe che il controllo è tornato alle venditrici. Ethereum Price Analysis: TradingView Per ora, comunque, l’equilibrio pende a favore dell’ascesa. Un pattern di inversione da manuale, il crollo improvviso delle vendite delle detentrici di lungo periodo e una mappa della resistenza ben definita portano tutte alla stessa conclusione. Tuttavia, il successo dello scenario rialzista dipende chiaramente da una chiusura netta sopra i 3.150 dollari, la zona chiave per oltrepassare il muro di offerta.

Il breakout di Ethereum verso 4.400 dollari trova un supporto on-chain fondamentale

Il prezzo di Ethereum è rimasto pressoché stabile nell’ultima settimana, muovendosi a malapena nonostante le innumerevoli previsioni. In apparenza sembra che non stia succedendo nulla. Eppure, il grafico e i dati on-chain raccontano una storia molto diversa. Si sta formando una struttura di breakout pulita e, contemporaneamente, la pressione di vendita da parte delle detentrici di lungo periodo è crollata.

Questa combinazione è rara. Se dovesse reggere, il prossimo grande movimento di Ethereum potrebbe già essere in atto.

Il breakout della figura inverse head-and-shoulders si allinea con il crollo delle vendite on-chain

Sul grafico daily, Ethereum sta formando un chiaro pattern di inversione testa e spalle rovesciato. La struttura mostra una neckline relativamente piatta intorno all’area dei 3.400 dollari, un elemento importante. Le neckline piatte tendono ad attrarre rialzi più decisi quando il prezzo riesce finalmente a superarle.

Se Ethereum dovesse chiudere con decisione sopra questa neckline (circa 3.400 dollari), il movimento proiettato dal pattern confermato indica un target vicino a 4.400 dollari. Questo obiettivo deriva direttamente dall’altezza della “testa” proiettata verso l’alto. Dal punto di vista tecnico, lo scenario appare chiaro.

Ethereum Breakout Pattern: TradingView

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Ciò che rende questo pattern ancora più interessante è quanto sta accadendo on-chain.

Hodler Net Position Change misura se le detentrici di lungo periodo stanno vendendo o accumulando. Dal 26 novembre, questo indicatore è cambiato drasticamente. In quel momento, le detentrici di lungo periodo stavano vendendo circa 1.100.000 ETH. Al 23 dicembre, quel numero è sceso a soli 54.427 ETH.

Si tratta di una riduzione superiore al 95% nella pressione di vendita.

Holder Selling Dips 95%: Glassnode

Questo è rilevante perché le detentrici di lungo periodo tendono a diminuire le vendite nei momenti di svolta più importanti. Quando si forma un pattern di breakout mentre la pressione di vendita crolla, significa che l’offerta si sta prosciugando invece di aumentare. Si crea così una base più solida per eventuali rialzi oltre la neckline.

In termini semplici, il grafico segnala un breakout e i dati on-chain mostrano sempre meno venditrici sul mercato.

Livelli di costo di acquisto e zone chiave di prezzo di Ethereum

La prossima domanda è se Ethereum possa realisticamente raggiungere e superare la neckline.

I dati sul “cost basis” aiutano a rispondere. Il cost basis indica dove grandi quantità di ETH sono state acquistate l’ultima volta. Queste aree spesso fanno da resistenza quando il prezzo ci si avvicina, perché le detentrici potrebbero vendere in prossimità del pareggio.

Per Ethereum, il cluster di cost basis più rilevante si trova tra circa 3.150 e 3.173 dollari. In questa fascia sono stati accumulati circa 2.940.000 ETH. Si tratta della barriera di offerta più forte nel percorso verso l’alto.

Most Critical ETH Supply Cluster: Glassnode

Un movimento sostenuto sopra questa fascia aprirebbe la strada verso la neckline a 3.400 dollari. Dai livelli attuali, ciò corrisponde a circa un rialzo del 7%. Si noti inoltre che il livello dei 3.150 dollari risulta ben visibile anche sul grafico del prezzo, confermandone l’importanza.

Una volta superata la soglia dei 3.400 dollari, il prossimo livello chiave si trova vicino a 3.480 dollari, seguito da una resistenza relativamente debole verso l’area dei 4.170 dollari.

Se il momentum dovesse rafforzarsi dopo il breakout, il target completo del pattern testa e spalle rovesciato vicino ai 4.400 dollari diventerebbe raggiungibile.

I rischi esistono e sono ben definiti. Se Ethereum dovesse perdere quota 2.800 dollari, la struttura si indebolirebbe. Una caduta sotto i 2.620 dollari invaliderebbe completamente lo scenario rialzista e indicherebbe che il controllo è tornato alle venditrici.

Ethereum Price Analysis: TradingView

Per ora, comunque, l’equilibrio pende a favore dell’ascesa. Un pattern di inversione da manuale, il crollo improvviso delle vendite delle detentrici di lungo periodo e una mappa della resistenza ben definita portano tutte alla stessa conclusione. Tuttavia, il successo dello scenario rialzista dipende chiaramente da una chiusura netta sopra i 3.150 dollari, la zona chiave per oltrepassare il muro di offerta.
I buyback di Pump.fun non riescono a far salire il prezzo di PUMP, balene vendonoIl token PUMP di PumpFun ha registrato un calo di valore di quasi il 35% nell’ultimo mese, sottoperformando in modo significativo il mercato crypto nel suo complesso. Il calo è avvenuto nonostante il programma di buyback attualmente in corso sulla piattaforma. Questo fatto ha sollevato dubbi sull’efficacia dei meccanismi di supporto basati sui ricavi di fronte a vendite continue da parte delle balene e a un trend ribassista più generale del mercato. La domanda sostenuta dai buyback non basta durante il più ampio sell-off Pump.fun ha lanciato il proprio programma di buyback per il token nativo PUMP nel luglio 2025, poco dopo il debutto del token. In base a questo meccanismo, la piattaforma destina il 100% dei suoi ricavi all’acquisto di PUMP. Questo genera una pressione di acquisto costante e rilevante ogni giorno. Dalla sua introduzione, questi buyback ammontano a circa 218,1 milioni di dollari totali in acquisti. La rete ha utilizzato 32,7 milioni di dollari per i buyback negli ultimi 30 giorni soltanto. In teoria, i buyback sui token sono generalmente considerati rialzisti, poiché riducono la fornitura in circolazione e forniscono un supporto costante alla domanda. Tuttavia, questa strategia aggressiva e basata sui ricavi non è stata sufficiente a compensare l’impatto del trend ribassista generale del mercato. Dall’inizio di ottobre, il mercato crypto ha incontrato ostacoli sempre maggiori. La capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute è scesa di quasi il 30%, con asset principali come Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) che hanno subito perdite rilevanti. PUMP non è stato immune a questa tendenza. Il token ha perso circa il 35% negli ultimi 30 giorni. “PumpFun destina il 100% dei suoi ricavi ai buyback di PUMP, generando una pressione di acquisto giornaliera di quasi 1 milione di dollari. Nonostante ciò, il token è sceso di oltre l’80% dal suo massimo storico e si trova circa il 30% al di sotto del precedente minimo storico (prima dei buyback). Questo dimostra chiaramente che i buyback, anche i più aggressivi, hanno un impatto limitato in fasi di ribasso del mercato, soprattutto quando l’utilità del token è debole o limitata,” ha spiegato in dettaglio un analista. Il trend ribassista si è accentuato anche oggi, con l’altcoin che perde un ulteriore 6,9%. Al momento della pubblicazione, veniva scambiato intorno a 0,0017 dollari, un prezzo che non si vedeva dall’ondata di vendite su tutto il mercato di ottobre. Andamento del prezzo di Pump.fun (PUMP). Fonte: BeInCrypto Markets I problemi di PUMP sono stati ulteriormente aggravati dall’attività recente delle balene. In particolare, una balena ha depositato di recente 3,8 miliardi di PUMP, per un valore di circa 7,57 milioni di dollari, su FalconX dopo aver mantenuto la posizione per tre mesi. Questa balena aveva prelevato i token da Binance a 19,53 milioni di dollari, subendo così una perdita non realizzata di 12,22 milioni di dollari. I dati di Nansen indicano che, negli ultimi 30 giorni, i saldi degli investitori più grandi, cioè i wallet che detengono oltre 1 milione di token PUMP, sono scesi del 13,07%. Quando i grandi detentori escono dalle proprie posizioni subendo perdite importanti, questo spesso segnala una perdita di fiducia nel token. Nel complesso, la performance di PUMP mette in luce i limiti dei buyback aggressivi e basati sui ricavi durante fasi di ribasso diffuse nel mercato. Finché la pressione di vendita da parte dei grandi detentori persisterà e la propensione al rischio degli investitori continuerà a indebolirsi, i buyback da soli difficilmente riusciranno a sostenere il prezzo in modo duraturo.

I buyback di Pump.fun non riescono a far salire il prezzo di PUMP, balene vendono

Il token PUMP di PumpFun ha registrato un calo di valore di quasi il 35% nell’ultimo mese, sottoperformando in modo significativo il mercato crypto nel suo complesso.

Il calo è avvenuto nonostante il programma di buyback attualmente in corso sulla piattaforma. Questo fatto ha sollevato dubbi sull’efficacia dei meccanismi di supporto basati sui ricavi di fronte a vendite continue da parte delle balene e a un trend ribassista più generale del mercato.

La domanda sostenuta dai buyback non basta durante il più ampio sell-off

Pump.fun ha lanciato il proprio programma di buyback per il token nativo PUMP nel luglio 2025, poco dopo il debutto del token. In base a questo meccanismo, la piattaforma destina il 100% dei suoi ricavi all’acquisto di PUMP. Questo genera una pressione di acquisto costante e rilevante ogni giorno.

Dalla sua introduzione, questi buyback ammontano a circa 218,1 milioni di dollari totali in acquisti. La rete ha utilizzato 32,7 milioni di dollari per i buyback negli ultimi 30 giorni soltanto.

In teoria, i buyback sui token sono generalmente considerati rialzisti, poiché riducono la fornitura in circolazione e forniscono un supporto costante alla domanda.

Tuttavia, questa strategia aggressiva e basata sui ricavi non è stata sufficiente a compensare l’impatto del trend ribassista generale del mercato. Dall’inizio di ottobre, il mercato crypto ha incontrato ostacoli sempre maggiori.

La capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute è scesa di quasi il 30%, con asset principali come Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) che hanno subito perdite rilevanti.

PUMP non è stato immune a questa tendenza. Il token ha perso circa il 35% negli ultimi 30 giorni.

“PumpFun destina il 100% dei suoi ricavi ai buyback di PUMP, generando una pressione di acquisto giornaliera di quasi 1 milione di dollari. Nonostante ciò, il token è sceso di oltre l’80% dal suo massimo storico e si trova circa il 30% al di sotto del precedente minimo storico (prima dei buyback). Questo dimostra chiaramente che i buyback, anche i più aggressivi, hanno un impatto limitato in fasi di ribasso del mercato, soprattutto quando l’utilità del token è debole o limitata,” ha spiegato in dettaglio un analista.

Il trend ribassista si è accentuato anche oggi, con l’altcoin che perde un ulteriore 6,9%. Al momento della pubblicazione, veniva scambiato intorno a 0,0017 dollari, un prezzo che non si vedeva dall’ondata di vendite su tutto il mercato di ottobre.

Andamento del prezzo di Pump.fun (PUMP). Fonte: BeInCrypto Markets

I problemi di PUMP sono stati ulteriormente aggravati dall’attività recente delle balene. In particolare, una balena ha depositato di recente 3,8 miliardi di PUMP, per un valore di circa 7,57 milioni di dollari, su FalconX dopo aver mantenuto la posizione per tre mesi. Questa balena aveva prelevato i token da Binance a 19,53 milioni di dollari, subendo così una perdita non realizzata di 12,22 milioni di dollari.

I dati di Nansen indicano che, negli ultimi 30 giorni, i saldi degli investitori più grandi, cioè i wallet che detengono oltre 1 milione di token PUMP, sono scesi del 13,07%. Quando i grandi detentori escono dalle proprie posizioni subendo perdite importanti, questo spesso segnala una perdita di fiducia nel token.

Nel complesso, la performance di PUMP mette in luce i limiti dei buyback aggressivi e basati sui ricavi durante fasi di ribasso diffuse nel mercato. Finché la pressione di vendita da parte dei grandi detentori persisterà e la propensione al rischio degli investitori continuerà a indebolirsi, i buyback da soli difficilmente riusciranno a sostenere il prezzo in modo duraturo.
La previsione audace sul prezzo di Bitcoin di Tom Lee affronta due ostacoli, resta ancora una pos...Tom Lee ha recentemente dichiarato che il prezzo di Bitcoin potrebbe ancora superare i 100.000 dollari prima della fine del 2025. Si tratta di una previsione audace, soprattutto con Bitcoin che si muove lateralmente e il momentum che appare debole. A prima vista, il mercato non sembra pronto. I grandi flussi di capitale stanno diminuendo, i detentori di lungo periodo stanno vendendo e il movimento del prezzo resta compresso. Tuttavia, Bitcoin ha ancora una strada che potrebbe rendere possibile la previsione di Lee. Non si basa su nuovi acquisti, ma sulla posizione degli investitori. Il big money e gli investitori convinti sono ancora ostacoli Il primo problema con la previsione di prezzo su Bitcoin di Tom Lee, evidenziato su CNBC, deriva dai flussi di capitale. Il Chaikin Money Flow, o CMF, che monitora se grandi capitali stanno entrando o uscendo dal mercato, rimane debole. Tra il 17 dicembre e il 23 dicembre, il prezzo di Bitcoin è salito lievemente, ma il CMF è sceso. Si tratta di un segnale ribassista: indica che gli investitori più grandi stanno riducendo l’esposizione anche se il prezzo regge. Anche le letture del CMF sono crollate bruscamente dopo il 21 dicembre, calando di oltre il 200% prima di rimbalzare intorno al 68%. Il recupero appare incoraggiante, ma il CMF resta sotto lo zero. Questo significa che gli afflussi di capitali rimangono deboli, non forti. Vuoi più approfondimenti sui token come questo? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter dell’Editor Harsh Notariya qui. Weak Capital Flow: TradingView Il secondo ostacolo arriva dai detentori di lungo periodo. Si tratta di wallet che storicamente vendono tardi, non presto. Nell’ultimo mese, il net position change dei detentori di lungo periodo è rimasto fortemente negativo. Il 23 novembre, questi detentori vendevano circa 97.800 BTC al giorno. Entro il 23 dicembre, questa cifra era salita fino a quasi 279.000 BTC venduti in un solo giorno. Si tratta di un aumento del 185%. HODlers Keep Selling: Glassnode Questo rappresenta un aumento massiccio nella distribuzione da parte dei detentori con maggior convinzione. Quando sia i flussi di grandi capitali sia i detentori di lungo periodo hanno una tendenza negativa, risulta difficile mantenere un rialzo sostenuto. L’unico modo in cui Bitcoin può ancora raggiungere 100.000 dollari Nonostante questi ostacoli, Bitcoin non ha esaurito le opzioni. Tuttavia, la strada dipende da una forza insolita. Il mercato è fortemente sbilanciato sulle posizioni short. Guardando la liquidation map a 30 giorni, la leva cumulativa sulle liquidazioni short si attesta vicino a 3,41 miliardi di dollari. La leva sulle liquidazioni long si aggira intorno a 2,14 miliardi di dollari. Questo squilibrio significa che oltre il 60% della leva è posizionato contro una salita del prezzo. Questo è rilevante perché, quando la pressione d’acquisto è debole, il prezzo può comunque salire tramite liquidazioni forzate, come già successo in passato. In parole semplici, Bitcoin non ha bisogno di nuovi acquirenti. Ha bisogno che le posizioni short sbaglino. BTC Liquidation Map: Coinglass Un improvviso movimento al rialzo costringerebbe alla chiusura le posizioni short, creando acquisti automatici. Questi acquisti potrebbero poi generare ulteriori liquidazioni, anche se la domanda sottostante rimanesse debole. Questo è l’unico meccanismo realistico rimasto per un movimento fortemente rialzista. Anche la parte più consistente del cluster di liquidazioni, sul lato short, si trova tra 88.390 e 96.070 dollari. Vedremo se i livelli di prezzo di BTC riusciranno a muoversi in questa fascia. Livelli di prezzo di Bitcoin che decidono se Tom Lee ha ragione Affinché abbia inizio uno short squeeze, Bitcoin deve superare livelli specifici. La prima zona si trova intorno a 91.220 dollari. Un movimento sostenuto sopra quest’area innescherebbe le liquidazioni delle posizioni short a leva più bassa. Solo questo migliorerebbe il momentum sul breve termine. Il vero trigger si trova vicino a 97.820 dollari. Questo livello ha imposto un tetto al prezzo più volte dalla metà di novembre e coincide con il cluster short di liquidazioni più denso. Superare questa soglia metterebbe a rischio la maggior parte dei 3,41 miliardi di dollari di leva sulle posizioni short. Se dovesse scattare questa cascata, Bitcoin potrebbe muoversi rapidamente verso il livello psicologico di 100.380 dollari senza bisogno di forti afflussi di capitale o del supporto dei detentori di lungo periodo. Tuttavia, anche l’invalidazione è evidente. Analisi del prezzo di Bitcoin: TradingView Se Bitcoin non riesce a riconquistare quota $91.220 e continua a muoversi lateralmente, la debolezza del CMF e le vendite da parte degli holder di lungo periodo rimangono dominanti. In tal caso, la short squeeze non partirà mai e l’obiettivo di prezzo previsto da Tom Lee resterà irraggiungibile. Al momento, Bitcoin è bloccato tra vendite dettate dalla convinzione e posizioni a leva. La previsione dipende solo da una cosa: se le posizioni short saranno costrette a chiudersi.

La previsione audace sul prezzo di Bitcoin di Tom Lee affronta due ostacoli, resta ancora una pos...

Tom Lee ha recentemente dichiarato che il prezzo di Bitcoin potrebbe ancora superare i 100.000 dollari prima della fine del 2025. Si tratta di una previsione audace, soprattutto con Bitcoin che si muove lateralmente e il momentum che appare debole. A prima vista, il mercato non sembra pronto. I grandi flussi di capitale stanno diminuendo, i detentori di lungo periodo stanno vendendo e il movimento del prezzo resta compresso.

Tuttavia, Bitcoin ha ancora una strada che potrebbe rendere possibile la previsione di Lee. Non si basa su nuovi acquisti, ma sulla posizione degli investitori.

Il big money e gli investitori convinti sono ancora ostacoli

Il primo problema con la previsione di prezzo su Bitcoin di Tom Lee, evidenziato su CNBC, deriva dai flussi di capitale.

Il Chaikin Money Flow, o CMF, che monitora se grandi capitali stanno entrando o uscendo dal mercato, rimane debole. Tra il 17 dicembre e il 23 dicembre, il prezzo di Bitcoin è salito lievemente, ma il CMF è sceso. Si tratta di un segnale ribassista: indica che gli investitori più grandi stanno riducendo l’esposizione anche se il prezzo regge.

Anche le letture del CMF sono crollate bruscamente dopo il 21 dicembre, calando di oltre il 200% prima di rimbalzare intorno al 68%. Il recupero appare incoraggiante, ma il CMF resta sotto lo zero. Questo significa che gli afflussi di capitali rimangono deboli, non forti.

Vuoi più approfondimenti sui token come questo? Iscriviti alla Daily Crypto Newsletter dell’Editor Harsh Notariya qui.

Weak Capital Flow: TradingView

Il secondo ostacolo arriva dai detentori di lungo periodo. Si tratta di wallet che storicamente vendono tardi, non presto.

Nell’ultimo mese, il net position change dei detentori di lungo periodo è rimasto fortemente negativo. Il 23 novembre, questi detentori vendevano circa 97.800 BTC al giorno. Entro il 23 dicembre, questa cifra era salita fino a quasi 279.000 BTC venduti in un solo giorno. Si tratta di un aumento del 185%.

HODlers Keep Selling: Glassnode

Questo rappresenta un aumento massiccio nella distribuzione da parte dei detentori con maggior convinzione. Quando sia i flussi di grandi capitali sia i detentori di lungo periodo hanno una tendenza negativa, risulta difficile mantenere un rialzo sostenuto.

L’unico modo in cui Bitcoin può ancora raggiungere 100.000 dollari

Nonostante questi ostacoli, Bitcoin non ha esaurito le opzioni. Tuttavia, la strada dipende da una forza insolita.

Il mercato è fortemente sbilanciato sulle posizioni short.

Guardando la liquidation map a 30 giorni, la leva cumulativa sulle liquidazioni short si attesta vicino a 3,41 miliardi di dollari. La leva sulle liquidazioni long si aggira intorno a 2,14 miliardi di dollari. Questo squilibrio significa che oltre il 60% della leva è posizionato contro una salita del prezzo.

Questo è rilevante perché, quando la pressione d’acquisto è debole, il prezzo può comunque salire tramite liquidazioni forzate, come già successo in passato. In parole semplici, Bitcoin non ha bisogno di nuovi acquirenti. Ha bisogno che le posizioni short sbaglino.

BTC Liquidation Map: Coinglass

Un improvviso movimento al rialzo costringerebbe alla chiusura le posizioni short, creando acquisti automatici. Questi acquisti potrebbero poi generare ulteriori liquidazioni, anche se la domanda sottostante rimanesse debole.

Questo è l’unico meccanismo realistico rimasto per un movimento fortemente rialzista. Anche la parte più consistente del cluster di liquidazioni, sul lato short, si trova tra 88.390 e 96.070 dollari. Vedremo se i livelli di prezzo di BTC riusciranno a muoversi in questa fascia.

Livelli di prezzo di Bitcoin che decidono se Tom Lee ha ragione

Affinché abbia inizio uno short squeeze, Bitcoin deve superare livelli specifici.

La prima zona si trova intorno a 91.220 dollari. Un movimento sostenuto sopra quest’area innescherebbe le liquidazioni delle posizioni short a leva più bassa. Solo questo migliorerebbe il momentum sul breve termine.

Il vero trigger si trova vicino a 97.820 dollari. Questo livello ha imposto un tetto al prezzo più volte dalla metà di novembre e coincide con il cluster short di liquidazioni più denso. Superare questa soglia metterebbe a rischio la maggior parte dei 3,41 miliardi di dollari di leva sulle posizioni short.

Se dovesse scattare questa cascata, Bitcoin potrebbe muoversi rapidamente verso il livello psicologico di 100.380 dollari senza bisogno di forti afflussi di capitale o del supporto dei detentori di lungo periodo. Tuttavia, anche l’invalidazione è evidente.

Analisi del prezzo di Bitcoin: TradingView

Se Bitcoin non riesce a riconquistare quota $91.220 e continua a muoversi lateralmente, la debolezza del CMF e le vendite da parte degli holder di lungo periodo rimangono dominanti. In tal caso, la short squeeze non partirà mai e l’obiettivo di prezzo previsto da Tom Lee resterà irraggiungibile. Al momento, Bitcoin è bloccato tra vendite dettate dalla convinzione e posizioni a leva.

La previsione dipende solo da una cosa: se le posizioni short saranno costrette a chiudersi.
Due metriche chiave mostrano che la pressione di vendita su Bitcoin si sta attenuando, Btc salirà?Il prezzo di Bitcoin (BTC) è sceso ancora oggi di quasi l’1%, proseguendo il suo trend ribassista più ampio, che lo ha visto perdere il 3,6% dall’inizio del mese. Tuttavia, ora 2 metriche chiave suggeriscono un allentamento della pressione di vendita. Nonostante ciò, alcuni analisti mettono in guardia affermando che la forza d’acquisto resta debole, limitando le possibilità di un forte rialzo dei prezzi almeno nel breve termine. Le metriche chiave mostrano una riduzione della pressione di vendita su Bitcoin Secondo i dati di CryptoQuant, la metrica Coin Days Destroyed (CDD) di Bitcoin ha registrato un calo significativo. Per contestualizzare, la CDD misura quanto tempo Bitcoin resta inutilizzato prima di essere spostato. Quando le monete più datate vengono trasferite, vengono distrutti più coin days, spesso segnalando una distribuzione da parte degli holder di lungo periodo. Livelli elevati di CDD sono tipicamente associati a pressioni di vendita da parte di questi investitori, mentre letture più basse suggeriscono che gli holder di lungo periodo mantengono le proprie posizioni. “Siamo ormai oltre un mese dal grande movimento di BTC su Coinbase.
Di conseguenza, tutti i dati medi stanno gradualmente tornando a livelli normali. Osservando la metrica Coin Days Destroyed (CDD), possiamo chiaramente notare un netto calo dopo quell’evento. Ciò che è particolarmente interessante è che questo calo ha raggiunto un livello ben inferiore rispetto al picco precedente,” ha scritto Darkfost. Calo della CDD di Bitcoin. Fonte: CryptoQuant Secondo l’analista, questo cambiamento indica che l’attività degli holder di lungo periodo si sta raffreddando. Bitcoin viene scambiato meno frequentemente tra i wallet più datati. Darkfost ha aggiunto che questo cambiamento potrebbe avere implicazioni più ampie per il mercato. “Questo calo della CDD è un segnale positivo, poiché gli holder di lungo periodo rappresentano ancora la maggiore potenziale fonte di pressione di vendita, dato che possiedono la quota più vasta dell’offerta totale.” L’analista ha anche sottolineato che la riduzione prolungata della pressione di vendita da parte degli holder di lungo periodo contribuisce ad allentare lo stress complessivo sul mercato e, se il trend dovesse continuare, potrebbe favorire la formazione di un minimo di mercato. Un altro segnale emerge dai flussi degli exchange traded fund (ETF) su Bitcoin. Dall’inizio di novembre, la media mobile a 30 giorni (30D-SMA) degli afflussi netti negli ETF Bitcoin è rimasta in territorio negativo, riflettendo persistenti deflussi netti. Tuttavia, l’entità di questi valori negativi sta gradualmente diminuendo. La 30D-SMA si sta ora avvicinando allo zero, suggerendo una diminuzione dei deflussi dagli ETF rispetto ai livelli precedenti. Afflussi netti negli ETF Bitcoin. Fonte: Glassnode I dati di SoSoValue confermano ulteriormente questa tendenza. Il 15 dicembre, i deflussi netti totali hanno raggiunto 357,69 milioni di dollari. Questa cifra si è ridotta a 277,09 milioni di dollari il 16 dicembre e a 161,32 milioni di dollari il 18 dicembre. I deflussi hanno continuato a ridursi a 158,25 milioni di dollari il 19 dicembre e a 142,19 milioni di dollari il 22 dicembre. Tuttavia, vale la pena sottolineare che, sebbene le cifre giornaliere siano scese, questo non conferma un chiaro cambiamento di direzione. Nel frattempo, gli analisti di 10x Research fanno notare che le condizioni di mercato stanno cambiando. L’azienda, ribassista da ottobre, osserva che sono in atto cambiamenti nei derivati, negli ETF e nei segnali tecnici. “Dopo aver mantenuto un’impostazione ribassista, questo è il giorno, e l’ora esatta, in cui acquisteremo Bitcoin. La più grande scadenza di opzioni Bitcoin mai registrata è ormai vicina, con i prezzi di esercizio e l’open interest che mostrano dove si stanno accumulando stress e opportunità. Allo stesso tempo, i pattern degli scorsi fine anno suggeriscono che periodi di estrema cautela possano dare silenziosamente spazio a improvvisi cambiamenti di sentiment una volta che si azzerano i calendari e i budget di rischio. Anche le condizioni tecniche stanno cambiando, suggerendo che il bilanciamento tra esaurimento del ribasso e possibilità di rialzo sta diventando più sfumato,” si legge nel post. Nonostante questi segnali, un potenziale rally richiederebbe probabilmente un ritorno della domanda più consistente e marcato. BeInCrypto ha riportato che le riserve di stablecoin sui maggiori exchange sono scese notevolmente, con deflussi di capitale pari a quasi 1,9 miliardi di dollari negli ultimi 30 giorni. Questa riduzione indica una minore capacità d’acquisto immediata e una continua cautela tra i partecipanti al mercato. Inoltre, il CEO di CryptoQuant, Ki Young Ju, ha fatto notare che una ripresa del sentiment di mercato potrebbe richiedere diversi mesi per svilupparsi.

Due metriche chiave mostrano che la pressione di vendita su Bitcoin si sta attenuando, Btc salirà?

Il prezzo di Bitcoin (BTC) è sceso ancora oggi di quasi l’1%, proseguendo il suo trend ribassista più ampio, che lo ha visto perdere il 3,6% dall’inizio del mese. Tuttavia, ora 2 metriche chiave suggeriscono un allentamento della pressione di vendita.

Nonostante ciò, alcuni analisti mettono in guardia affermando che la forza d’acquisto resta debole, limitando le possibilità di un forte rialzo dei prezzi almeno nel breve termine.

Le metriche chiave mostrano una riduzione della pressione di vendita su Bitcoin

Secondo i dati di CryptoQuant, la metrica Coin Days Destroyed (CDD) di Bitcoin ha registrato un calo significativo. Per contestualizzare, la CDD misura quanto tempo Bitcoin resta inutilizzato prima di essere spostato.

Quando le monete più datate vengono trasferite, vengono distrutti più coin days, spesso segnalando una distribuzione da parte degli holder di lungo periodo. Livelli elevati di CDD sono tipicamente associati a pressioni di vendita da parte di questi investitori, mentre letture più basse suggeriscono che gli holder di lungo periodo mantengono le proprie posizioni.

“Siamo ormai oltre un mese dal grande movimento di BTC su Coinbase.
Di conseguenza, tutti i dati medi stanno gradualmente tornando a livelli normali. Osservando la metrica Coin Days Destroyed (CDD), possiamo chiaramente notare un netto calo dopo quell’evento. Ciò che è particolarmente interessante è che questo calo ha raggiunto un livello ben inferiore rispetto al picco precedente,” ha scritto Darkfost.

Calo della CDD di Bitcoin. Fonte: CryptoQuant

Secondo l’analista, questo cambiamento indica che l’attività degli holder di lungo periodo si sta raffreddando. Bitcoin viene scambiato meno frequentemente tra i wallet più datati. Darkfost ha aggiunto che questo cambiamento potrebbe avere implicazioni più ampie per il mercato.

“Questo calo della CDD è un segnale positivo, poiché gli holder di lungo periodo rappresentano ancora la maggiore potenziale fonte di pressione di vendita, dato che possiedono la quota più vasta dell’offerta totale.”

L’analista ha anche sottolineato che la riduzione prolungata della pressione di vendita da parte degli holder di lungo periodo contribuisce ad allentare lo stress complessivo sul mercato e, se il trend dovesse continuare, potrebbe favorire la formazione di un minimo di mercato.

Un altro segnale emerge dai flussi degli exchange traded fund (ETF) su Bitcoin. Dall’inizio di novembre, la media mobile a 30 giorni (30D-SMA) degli afflussi netti negli ETF Bitcoin è rimasta in territorio negativo, riflettendo persistenti deflussi netti.

Tuttavia, l’entità di questi valori negativi sta gradualmente diminuendo. La 30D-SMA si sta ora avvicinando allo zero, suggerendo una diminuzione dei deflussi dagli ETF rispetto ai livelli precedenti.

Afflussi netti negli ETF Bitcoin. Fonte: Glassnode

I dati di SoSoValue confermano ulteriormente questa tendenza. Il 15 dicembre, i deflussi netti totali hanno raggiunto 357,69 milioni di dollari. Questa cifra si è ridotta a 277,09 milioni di dollari il 16 dicembre e a 161,32 milioni di dollari il 18 dicembre.

I deflussi hanno continuato a ridursi a 158,25 milioni di dollari il 19 dicembre e a 142,19 milioni di dollari il 22 dicembre. Tuttavia, vale la pena sottolineare che, sebbene le cifre giornaliere siano scese, questo non conferma un chiaro cambiamento di direzione.

Nel frattempo, gli analisti di 10x Research fanno notare che le condizioni di mercato stanno cambiando. L’azienda, ribassista da ottobre, osserva che sono in atto cambiamenti nei derivati, negli ETF e nei segnali tecnici.

“Dopo aver mantenuto un’impostazione ribassista, questo è il giorno, e l’ora esatta, in cui acquisteremo Bitcoin. La più grande scadenza di opzioni Bitcoin mai registrata è ormai vicina, con i prezzi di esercizio e l’open interest che mostrano dove si stanno accumulando stress e opportunità. Allo stesso tempo, i pattern degli scorsi fine anno suggeriscono che periodi di estrema cautela possano dare silenziosamente spazio a improvvisi cambiamenti di sentiment una volta che si azzerano i calendari e i budget di rischio. Anche le condizioni tecniche stanno cambiando, suggerendo che il bilanciamento tra esaurimento del ribasso e possibilità di rialzo sta diventando più sfumato,” si legge nel post.

Nonostante questi segnali, un potenziale rally richiederebbe probabilmente un ritorno della domanda più consistente e marcato. BeInCrypto ha riportato che le riserve di stablecoin sui maggiori exchange sono scese notevolmente, con deflussi di capitale pari a quasi 1,9 miliardi di dollari negli ultimi 30 giorni.

Questa riduzione indica una minore capacità d’acquisto immediata e una continua cautela tra i partecipanti al mercato. Inoltre, il CEO di CryptoQuant, Ki Young Ju, ha fatto notare che una ripresa del sentiment di mercato potrebbe richiedere diversi mesi per svilupparsi.
Bitcoin bloccato tra $85.000 e $90.000? Trappola da 24 miliardi di dollari sulle opzioni in scade...Bitcoin ha passato un periodo frustrando sia i rialzisti sia i ribassisti, oscillando tra $85.000 e $90.000 senza alcuna vera rottura all’orizzonte. Il motivo non è una mancanza di interesse all’acquisto né ostacoli macroeconomici — la causa è il mercato delle opzioni. I dati sui derivati mostrano che l’attuale esposizione gamma dei dealer sta sopprimendo la volatilità del prezzo spot attraverso flussi di copertura meccanici. Questa struttura ha mantenuto Bitcoin bloccato in un range ristretto, ma le forze che tengono il prezzo fermo sono destinate a scadere il 26 dicembre. Il livello Gamma Flip Al centro di questa dinamica c’è quello che i trader definiscono il livello di “gamma flip“, attualmente attorno a $88.000. Al di sopra di questa soglia, i market maker che detengono posizioni short gamma sono costretti a vendere sui rally e acquistare nei cali per mantenere la neutralità delta. Questo comportamento smorza la volatilità e riporta il prezzo verso il centro del range. Sotto questo livello, la meccanica si inverte. La pressione di vendita si autoalimenta perché i dealer si coprono nella stessa direzione del movimento del prezzo, amplificando la volatilità invece di sopprimerla. $90.000 viene costantemente respinto mentre $85.000 continua a reggere Il livello di $90.000 ha ripetutamente agito come un tetto e la ragione risiede nelle posizioni concentrate sulle opzioni call. I dealer sono short su una quantità significativa di opzioni call allo strike di $90.000. Quando il prezzo spot si avvicina a questo livello, devono vendere Bitcoin per coprire la propria esposizione. Questo genera una pressione di vendita che sembra organica ma in realtà è offerta forzata dalle coperture sui derivati. Ogni rally verso $90.000 attiva questo flusso di copertura, spiegando perché i tentativi di breakout siano falliti più volte. Fonte: NoLimitGains via X Al ribasso, $85.000 ha rappresentato un supporto affidabile grazie allo stesso meccanismo inverso. Una forte esposizione su opzioni put a quello strike fa sì che i dealer debbano acquistare direttamente Bitcoin spot man mano che il prezzo si avvicina a quel livello. Questa domanda forzata assorbe la pressione di vendita, evitando crolli sostenuti. Il risultato è un mercato che appare stabile in superficie ma in realtà viene mantenuto in un equilibrio artificiale da forze di copertura opposte. Le liquidazioni sui futures rafforzano il range Il range guidato dalle opzioni non agisce isolatamente. I dati della liquidation heatmap di Coinglass mostrano che le posizioni future con leva si sono accumulate sugli stessi livelli di prezzo, creando forze magnetiche aggiuntive che rafforzano il corridoio tra $85.000 e $90.000. Al di sopra di $90.000, si sono accumulati importanti livelli di liquidazione per posizioni short. Se il prezzo dovesse superare questo tetto, le coperture forzate degli short innescherebbero una cascata di ordini di acquisto. Al contrario, i livelli di liquidazione delle posizioni long sono concentrati sotto $86.000, il che significa che una rottura al ribasso accelererebbe per via degli stop sulle posizioni con leva long. Meccanismi sia di copertura dei dealer sulle opzioni sia di liquidazione sui future sono ora allineati, raddoppiando la pressione strutturale che tiene Bitcoin bloccato nel suo range attuale. Fonte: Coinglass Una trappola per le opzioni si profila all’orizzonte La scadenza delle opzioni del 26 dicembre si preannuncia come la più grande nella storia di Bitcoin, con un valore nozionale di circa 23,8 miliardi di dollari destinato a scadere. Per contestualizzare, le scadenze annuali sono ammontate a circa 6,1 miliardi di dollari nel 2021, 11 miliardi di dollari nel 2023 e 19,8 miliardi di dollari nel 2024. Questa rapida crescita riflette la crescente partecipazione istituzionale nei mercati dei derivati su Bitcoin. Secondo l’analista NoLimitGains, circa il 75% dell’attuale profilo gamma scomparirà dopo questa scadenza. Le forze meccaniche che hanno bloccato il prezzo tra $85.000 e $90.000 sostanzialmente svaniranno. La dealer gamma domina gli afflussi degli ETF La portata dell’attività di copertura dei dealer attualmente supera la domanda sul mercato spot. I dati citati dagli analisti mostrano un’esposizione gamma dei dealer pari a circa $507 milioni, rispetto ai soli $38 milioni di attività giornaliera sugli ETF — un rapporto di circa 13 a 1. Questo squilibrio spiega perché Bitcoin abbia ignorato catalizzatori apparentemente rialzisti. Finché la pressione dei derivati non si dissolve, la matematica delle coperture dei dealer conta più della narrativa sull’adozione istituzionale. Cosa succede adesso Una volta superata la scadenza del 26 dicembre, il meccanismo di soppressione finirà. Questo non garantisce una direzione precisa — significa semplicemente che Bitcoin sarà libero di muoversi. Se i rialzisti riusciranno a difendere il supporto a $85.000 fino alla scadenza, una rottura verso quota $100.000 diventerà strutturalmente possibile. Al contrario, una rottura sotto $85.000 in un contesto di bassa gamma potrebbe accelerare il movimento al ribasso. I trader dovranno aspettarsi una volatilità elevata fino all’inizio del 2026, mentre le nuove posizioni verranno aperte. Il recente movimento dei prezzi in range delle ultime settimane è probabilmente un fenomeno temporaneo dovuto alle dinamiche dei derivati, non indice di una reale convinzione di mercato.

Bitcoin bloccato tra $85.000 e $90.000? Trappola da 24 miliardi di dollari sulle opzioni in scade...

Bitcoin ha passato un periodo frustrando sia i rialzisti sia i ribassisti, oscillando tra $85.000 e $90.000 senza alcuna vera rottura all’orizzonte. Il motivo non è una mancanza di interesse all’acquisto né ostacoli macroeconomici — la causa è il mercato delle opzioni.

I dati sui derivati mostrano che l’attuale esposizione gamma dei dealer sta sopprimendo la volatilità del prezzo spot attraverso flussi di copertura meccanici. Questa struttura ha mantenuto Bitcoin bloccato in un range ristretto, ma le forze che tengono il prezzo fermo sono destinate a scadere il 26 dicembre.

Il livello Gamma Flip

Al centro di questa dinamica c’è quello che i trader definiscono il livello di “gamma flip“, attualmente attorno a $88.000.

Al di sopra di questa soglia, i market maker che detengono posizioni short gamma sono costretti a vendere sui rally e acquistare nei cali per mantenere la neutralità delta. Questo comportamento smorza la volatilità e riporta il prezzo verso il centro del range.

Sotto questo livello, la meccanica si inverte. La pressione di vendita si autoalimenta perché i dealer si coprono nella stessa direzione del movimento del prezzo, amplificando la volatilità invece di sopprimerla.

$90.000 viene costantemente respinto mentre $85.000 continua a reggere

Il livello di $90.000 ha ripetutamente agito come un tetto e la ragione risiede nelle posizioni concentrate sulle opzioni call.

I dealer sono short su una quantità significativa di opzioni call allo strike di $90.000. Quando il prezzo spot si avvicina a questo livello, devono vendere Bitcoin per coprire la propria esposizione. Questo genera una pressione di vendita che sembra organica ma in realtà è offerta forzata dalle coperture sui derivati.

Ogni rally verso $90.000 attiva questo flusso di copertura, spiegando perché i tentativi di breakout siano falliti più volte.

Fonte: NoLimitGains via X

Al ribasso, $85.000 ha rappresentato un supporto affidabile grazie allo stesso meccanismo inverso.

Una forte esposizione su opzioni put a quello strike fa sì che i dealer debbano acquistare direttamente Bitcoin spot man mano che il prezzo si avvicina a quel livello. Questa domanda forzata assorbe la pressione di vendita, evitando crolli sostenuti.

Il risultato è un mercato che appare stabile in superficie ma in realtà viene mantenuto in un equilibrio artificiale da forze di copertura opposte.

Le liquidazioni sui futures rafforzano il range

Il range guidato dalle opzioni non agisce isolatamente. I dati della liquidation heatmap di Coinglass mostrano che le posizioni future con leva si sono accumulate sugli stessi livelli di prezzo, creando forze magnetiche aggiuntive che rafforzano il corridoio tra $85.000 e $90.000.

Al di sopra di $90.000, si sono accumulati importanti livelli di liquidazione per posizioni short. Se il prezzo dovesse superare questo tetto, le coperture forzate degli short innescherebbero una cascata di ordini di acquisto. Al contrario, i livelli di liquidazione delle posizioni long sono concentrati sotto $86.000, il che significa che una rottura al ribasso accelererebbe per via degli stop sulle posizioni con leva long. Meccanismi sia di copertura dei dealer sulle opzioni sia di liquidazione sui future sono ora allineati, raddoppiando la pressione strutturale che tiene Bitcoin bloccato nel suo range attuale.

Fonte: Coinglass Una trappola per le opzioni si profila all’orizzonte

La scadenza delle opzioni del 26 dicembre si preannuncia come la più grande nella storia di Bitcoin, con un valore nozionale di circa 23,8 miliardi di dollari destinato a scadere.

Per contestualizzare, le scadenze annuali sono ammontate a circa 6,1 miliardi di dollari nel 2021, 11 miliardi di dollari nel 2023 e 19,8 miliardi di dollari nel 2024. Questa rapida crescita riflette la crescente partecipazione istituzionale nei mercati dei derivati su Bitcoin.

Secondo l’analista NoLimitGains, circa il 75% dell’attuale profilo gamma scomparirà dopo questa scadenza. Le forze meccaniche che hanno bloccato il prezzo tra $85.000 e $90.000 sostanzialmente svaniranno.

La dealer gamma domina gli afflussi degli ETF

La portata dell’attività di copertura dei dealer attualmente supera la domanda sul mercato spot. I dati citati dagli analisti mostrano un’esposizione gamma dei dealer pari a circa $507 milioni, rispetto ai soli $38 milioni di attività giornaliera sugli ETF — un rapporto di circa 13 a 1.

Questo squilibrio spiega perché Bitcoin abbia ignorato catalizzatori apparentemente rialzisti. Finché la pressione dei derivati non si dissolve, la matematica delle coperture dei dealer conta più della narrativa sull’adozione istituzionale.

Cosa succede adesso

Una volta superata la scadenza del 26 dicembre, il meccanismo di soppressione finirà. Questo non garantisce una direzione precisa — significa semplicemente che Bitcoin sarà libero di muoversi.

Se i rialzisti riusciranno a difendere il supporto a $85.000 fino alla scadenza, una rottura verso quota $100.000 diventerà strutturalmente possibile. Al contrario, una rottura sotto $85.000 in un contesto di bassa gamma potrebbe accelerare il movimento al ribasso.

I trader dovranno aspettarsi una volatilità elevata fino all’inizio del 2026, mentre le nuove posizioni verranno aperte. Il recente movimento dei prezzi in range delle ultime settimane è probabilmente un fenomeno temporaneo dovuto alle dinamiche dei derivati, non indice di una reale convinzione di mercato.
Gli interessi sul debito USA raggiungono 1.000 miliardi di dollari: il catalizzatore nascosto per...Per la prima volta nella storia, i pagamenti per interessi sul debito nazionale del governo federale USA hanno superato 1.000 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2025. La spesa per gli interessi ora supera sia quella per la difesa che quella per Medicare, un evento senza precedenti nella storia americana. Anche gli analisti di Wall Street e gli utenti dei social media citano “Weimar” mentre si intensificano gli avvertimenti su una crisi fiscale. Nel frattempo, il Tesoro degli Stati Uniti sta posizionando le stablecoin come uno strumento strategico per assorbire l’inondazione crescente di debito pubblico. I numeri, una crisi sotto gli occhi di tutti Nell’anno fiscale 2020, i pagamenti netti per interessi sono stati pari a 345 miliardi di dollari. Entro il 2025, questa cifra è quasi triplicata, raggiungendo 970 miliardi di dollari, superando la spesa per la difesa di circa 100 miliardi di dollari. Considerando tutti gli interessi sul debito pubblico, la cifra ha superato per la prima volta 1.000 miliardi di dollari. Fonte: US Congressional Budget Office via KobeissiLetter L’ufficio Congressional Budget Office stima che i pagamenti cumulativi per interessi nel prossimo decennio raggiungeranno 13,8 miliardi di dollari—quasi il doppio dell’importo speso negli ultimi vent’anni, aggiustato per l’inflazione. Il Committee for a Responsible Federal Budget avverte che, in uno scenario alternativo in cui i dazi fossero dichiarati illegali e le disposizioni temporanee delle più recenti leggi diventassero permanenti, i costi degli interessi potrebbero raggiungere 2,2 miliardi di dollari entro il 2035—un aumento del 127% rispetto ai livelli attuali. Perché questo è senza precedenti Il rapporto debito/PIL ha raggiunto il 100%, una soglia che non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale. Entro il 2029, supererà il picco del 1946 del 106% e continuerà a salire fino al 118% entro il 2035. La preoccupazione maggiore riguarda il carattere auto-rinforzante della crisi. Il governo federale prende in prestito circa 2.000 miliardi di dollari ogni anno, con circa la metà destinata unicamente al servizio del debito esistente. Chris Towner, analista di CRFB, ha avvertito del potenziale rischio di una “spirale del debito”: “Se le persone che ci prestano denaro iniziassero a preoccuparsi che non lo restituiremo tutto, si potrebbero vedere tassi di interesse più alti—il che significa che dovremmo prendere in prestito ancora di più solo per pagare gli interessi.” Prima volta storicaAnnoSignificatoGli interessi superano la spesa per la difesa2024La prima volta dalla Seconda guerra mondialeGli interessi superano Medicare2024Il servizio del debito ora è la maggiore spesa sanitariaIl debito raggiunge il 100% del PIL2025La prima volta dal dopoguerraIl debito supera il picco del 1946 (106%)2029Supererà ogni record storico Fonte: BeInCrypto Reazione del mercato: “Weimar” e “Compra oro” I social media sono esplosi di fronte a queste proiezioni. “La traiettoria è insostenibile se non cambierà,” ha scritto un utente. Un altro ha postato “weimar”—in riferimento all’iperinflazione tedesca degli anni ’20. “L’era del servizio del debito,” ha dichiarato qualcun altro, sintetizzando il sentimento che l’America sia entrata in una nuova fase. La stragrande maggioranza ha invocato la fuga verso asset “solidi”—oro, argento e immobili. In particolare, si nota la quasi totale assenza di riferimenti a Bitcoin, suggerendo che una mentalità da “gold bug” tradizionale domina ancora il sentimento degli investitori retail. Implicazioni per il mercato Nel breve termine, l’aumento dell’emissione di Treasury assorbe la liquidità del mercato. Con rendimenti risk-free vicini al 5%, azioni e criptovalute affrontano forti ostacoli strutturali. Nel medio termine, le pressioni fiscali potrebbero accelerare un irrigidimento normativo e una maggiore tassazione sulle crypto. Nel lungo termine, però, si presenta un paradosso per gli investitori crypto. Man mano che l’instabilità fiscale si aggrava, la narrativa di Bitcoin come “oro digitale” si rafforza potenzialmente. Più la finanza tradizionale va male, più diventa forte la tesi a favore di asset esterni al sistema. Stablecoin, crisi e soluzioni Washington ha trovato una compagna inaspettata nei suoi problemi fiscali. Il GENIUS Act, firmato nel luglio 2025, richiede agli emittenti di stablecoin di mantenere riserve al 100% in dollari statunitensi o Treasury bill a breve termine. Questo trasforma di fatto le aziende di stablecoin in acquirenti strutturali di debito pubblico. Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che le stablecoin sono “una rivoluzione nella finanza digitale” che “porterà a un’impennata della domanda di Treasury statunitensi.” Standard Chartered stima che gli emittenti di stablecoin acquisteranno 1,6 miliardi di dollari in Treasury bill nei prossimi quattro anni—abbastanza da assorbire tutta la nuova emissione prevista durante il secondo mandato di Trump. Questo supererebbe l’attuale detenzione di Treasury della Cina, pari a 784 miliardi di dollari, rendendo le stablecoin il nuovo acquirente di riferimento mentre le banche centrali estere riducono la loro esposizione al debito USA. Inizia l’era del servizio del debito La crisi fiscale americana sta, paradossalmente, aprendo nuove porte per le criptovalute. Mentre gli investitori tradizionali corrono verso l’oro, le stablecoin stanno silenziosamente diventando infrastruttura chiave per i mercati del debito statunitense. L’apertura di Washington verso una regolamentazione delle stablecoin non riguarda solo l’innovazione, ma anche la sopravvivenza. L’era del servizio del debito è iniziata, e le crypto potrebbero essere le beneficiarie più inaspettate.

Gli interessi sul debito USA raggiungono 1.000 miliardi di dollari: il catalizzatore nascosto per...

Per la prima volta nella storia, i pagamenti per interessi sul debito nazionale del governo federale USA hanno superato 1.000 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2025. La spesa per gli interessi ora supera sia quella per la difesa che quella per Medicare, un evento senza precedenti nella storia americana.

Anche gli analisti di Wall Street e gli utenti dei social media citano “Weimar” mentre si intensificano gli avvertimenti su una crisi fiscale. Nel frattempo, il Tesoro degli Stati Uniti sta posizionando le stablecoin come uno strumento strategico per assorbire l’inondazione crescente di debito pubblico.

I numeri, una crisi sotto gli occhi di tutti

Nell’anno fiscale 2020, i pagamenti netti per interessi sono stati pari a 345 miliardi di dollari. Entro il 2025, questa cifra è quasi triplicata, raggiungendo 970 miliardi di dollari, superando la spesa per la difesa di circa 100 miliardi di dollari. Considerando tutti gli interessi sul debito pubblico, la cifra ha superato per la prima volta 1.000 miliardi di dollari.

Fonte: US Congressional Budget Office via KobeissiLetter

L’ufficio Congressional Budget Office stima che i pagamenti cumulativi per interessi nel prossimo decennio raggiungeranno 13,8 miliardi di dollari—quasi il doppio dell’importo speso negli ultimi vent’anni, aggiustato per l’inflazione.

Il Committee for a Responsible Federal Budget avverte che, in uno scenario alternativo in cui i dazi fossero dichiarati illegali e le disposizioni temporanee delle più recenti leggi diventassero permanenti, i costi degli interessi potrebbero raggiungere 2,2 miliardi di dollari entro il 2035—un aumento del 127% rispetto ai livelli attuali.

Perché questo è senza precedenti

Il rapporto debito/PIL ha raggiunto il 100%, una soglia che non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale. Entro il 2029, supererà il picco del 1946 del 106% e continuerà a salire fino al 118% entro il 2035.

La preoccupazione maggiore riguarda il carattere auto-rinforzante della crisi. Il governo federale prende in prestito circa 2.000 miliardi di dollari ogni anno, con circa la metà destinata unicamente al servizio del debito esistente. Chris Towner, analista di CRFB, ha avvertito del potenziale rischio di una “spirale del debito”: “Se le persone che ci prestano denaro iniziassero a preoccuparsi che non lo restituiremo tutto, si potrebbero vedere tassi di interesse più alti—il che significa che dovremmo prendere in prestito ancora di più solo per pagare gli interessi.”

Prima volta storicaAnnoSignificatoGli interessi superano la spesa per la difesa2024La prima volta dalla Seconda guerra mondialeGli interessi superano Medicare2024Il servizio del debito ora è la maggiore spesa sanitariaIl debito raggiunge il 100% del PIL2025La prima volta dal dopoguerraIl debito supera il picco del 1946 (106%)2029Supererà ogni record storico

Fonte: BeInCrypto Reazione del mercato: “Weimar” e “Compra oro”

I social media sono esplosi di fronte a queste proiezioni. “La traiettoria è insostenibile se non cambierà,” ha scritto un utente. Un altro ha postato “weimar”—in riferimento all’iperinflazione tedesca degli anni ’20. “L’era del servizio del debito,” ha dichiarato qualcun altro, sintetizzando il sentimento che l’America sia entrata in una nuova fase.

La stragrande maggioranza ha invocato la fuga verso asset “solidi”—oro, argento e immobili. In particolare, si nota la quasi totale assenza di riferimenti a Bitcoin, suggerendo che una mentalità da “gold bug” tradizionale domina ancora il sentimento degli investitori retail.

Implicazioni per il mercato

Nel breve termine, l’aumento dell’emissione di Treasury assorbe la liquidità del mercato. Con rendimenti risk-free vicini al 5%, azioni e criptovalute affrontano forti ostacoli strutturali. Nel medio termine, le pressioni fiscali potrebbero accelerare un irrigidimento normativo e una maggiore tassazione sulle crypto.

Nel lungo termine, però, si presenta un paradosso per gli investitori crypto. Man mano che l’instabilità fiscale si aggrava, la narrativa di Bitcoin come “oro digitale” si rafforza potenzialmente. Più la finanza tradizionale va male, più diventa forte la tesi a favore di asset esterni al sistema.

Stablecoin, crisi e soluzioni

Washington ha trovato una compagna inaspettata nei suoi problemi fiscali. Il GENIUS Act, firmato nel luglio 2025, richiede agli emittenti di stablecoin di mantenere riserve al 100% in dollari statunitensi o Treasury bill a breve termine. Questo trasforma di fatto le aziende di stablecoin in acquirenti strutturali di debito pubblico.

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che le stablecoin sono “una rivoluzione nella finanza digitale” che “porterà a un’impennata della domanda di Treasury statunitensi.”

Standard Chartered stima che gli emittenti di stablecoin acquisteranno 1,6 miliardi di dollari in Treasury bill nei prossimi quattro anni—abbastanza da assorbire tutta la nuova emissione prevista durante il secondo mandato di Trump. Questo supererebbe l’attuale detenzione di Treasury della Cina, pari a 784 miliardi di dollari, rendendo le stablecoin il nuovo acquirente di riferimento mentre le banche centrali estere riducono la loro esposizione al debito USA.

Inizia l’era del servizio del debito

La crisi fiscale americana sta, paradossalmente, aprendo nuove porte per le criptovalute. Mentre gli investitori tradizionali corrono verso l’oro, le stablecoin stanno silenziosamente diventando infrastruttura chiave per i mercati del debito statunitense. L’apertura di Washington verso una regolamentazione delle stablecoin non riguarda solo l’innovazione, ma anche la sopravvivenza. L’era del servizio del debito è iniziata, e le crypto potrebbero essere le beneficiarie più inaspettate.
La Banca di Corea afferma che quest’anno anche gli investitori coreani hanno incassato: implicazi...L’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria della Bank of Korea rivela un cambiamento significativo nel comportamento degli investitori crypto coreani: si passa da un’accumulazione aggressiva a prese di profitto strategiche, sollevando interrogativi sull’impatto di questa svolta sulle dinamiche dei mercati globali. Questo significa che, anche se Bitcoin quest’anno ha superato la soglia dei 100.000 dollari, gli investitori coreani hanno preferito incassare i guadagni invece che aumentare la loro esposizione. L’elevata attività di trading in Corea mostra segnali di raffreddamento La Corea del Sud ha a lungo avuto un peso rilevante nel mercato crypto globale. Nonostante rappresenti solo una frazione della popolazione mondiale, le coppie di scambio in won coreano (KRW) si sono costantemente piazzate tra le prime due valute fiat al mondo per volume, spesso rivaleggiando o superando il dollaro statunitense nei periodi di maggiore attività. Tuttavia, il rapporto della Bank of Korea suggerisce un cambiamento significativo nel comportamento degli investitori. Sebbene il tasso di turnover delle crypto in Corea sia ancora elevato, pari al 156,8% (decisamente superiore alla media globale del 111,6%), la natura dell’attività è mutata. Invece di inseguire i rally, ora le investitrici e gli investitori retail coreani fanno prese di profitto durante la bull run del 2025. “Il mercato crypto interno mostra tassi di turnover elevati, poiché la maggior parte dei partecipanti sono investitori individuali che tendono a realizzare guadagni attraverso operazioni di breve termine,” ha osservato la banca centrale. Rischi di concentrazione e preoccupazioni sulla struttura del mercato Il rapporto mette in evidenza anche una forte concentrazione del mercato: secondo i dati della Financial Supervisory Service, dal 2024 a giugno 2025 il 10% degli investitori ha rappresentato il 91,2% del volume totale degli scambi. Questa concentrazione solleva preoccupazioni circa una possibile manipolazione dei prezzi da parte di un numero ristretto di operatori. Il particolare contesto regolatorio in Corea – che di fatto esclude la partecipazione delle aziende e vieta agli investitori stranieri di scambiare sulle piattaforme locali – ha creato un mercato dominato quasi esclusivamente dagli investitori retail. L’assenza di market maker professionali ha inoltre portato a problemi di liquidità, come dimostrato dalpicco di Tether di 5 volte su Bithumb durante il calo di mercato di ottobre. L’effetto globale di Ripple Quando le trader coreane riducono la loro attività, i mercati globali se ne accorgono. I dati storici mostrano che durante le bull run del 2017 e del 2021, exchange coreani come Upbit e Bithumb si sono spesso piazzati tra i primi a livello globale per volume. La cosiddetta “Kimchi Premium” – ovvero il fatto che i prezzi delle crypto in Corea fossero superiori rispetto agli indicatori internazionali – era un affidabile segnale di euforia retail. L’attuale spostamento verso le prese di profitto potrebbe avere contribuito al ritmo più moderato del rally del 2025 rispetto ai cicli precedenti. Poiché gli investitori retail coreani non forniscono più lo stesso livello di domanda aggressiva, gli order book globali hanno perso una fonte importante di pressione d’acquisto durante le fasi chiave di accumulazione. Questo cambiamento non avviene isolatamente. Il precedente rapporto della Bank of Korea collega il rallentamento del mercato crypto interno al boom del mercato azionario locale. L’indice KOSPI è aumentato di oltre il 70% da inizio anno, diventando il principale indice globale per performance, spinto dai titoli legati all’intelligenza artificiale come Samsung Electronics e SK Hynix. I volumi giornalieri di trading sulle principali piattaforme crypto coreane sono crollati di oltre l’80% rispetto ai massimi del 2024, mentre gli investitori locali spostano capitali su azioni ed ETF USA a leva. “Dove sono finite tutte le investitrici e gli investitori retail coreani nel mondo crypto? Risposta: Nel mercato azionario accanto,” ha commentato l’analista AB Kuai Dong. Percorsi divergenti: adozione istituzionale in Corea rispetto al resto del mondo Il contrasto con le tendenze globali è netto. Se in Corea il mercato resta dominato dalle retail, a livello internazionale si è assistito a una rapida istituzionalizzazione a partire da gennaio 2024, quando la SEC ha approvato gli ETF su Bitcoin spot. Questi prodotti hanno attratto oltre 54 miliardi di dollari di afflussi netti, con IBIT di BlackRock che da solo ha superato i 50 miliardi di dollari in asset in gestione. Il rapporto della Bank of Korea segnala questa divergenza, sottolineando che i mercati crypto globali sono diventati sempre più correlati ai mercati azionari tradizionali – soprattutto durante periodi di stress macroeconomico o cambiamenti di politica monetaria. La correlazione tra Bitcoin e l’S&P 500 è aumentata in maniera significativa dal 2020, grazie alla partecipazione istituzionale, alle aziende quotate che utilizzano Bitcoin in tesoreria e alla diffusione degli ETF. Il mercato coreano, invece, resta relativamente isolato rispetto a queste dinamiche globali. La banca centrale attribuisce questa situazione all’elevata concentrazione di investitori retail, alla scarsità di liquidità e ai controlli sui capitali che limitano le opportunità di arbitraggio. Cosa succede dopo: l’istituzionalizzazione all’orizzonte Il rapporto suggerisce che le peculiarità del mercato coreano potrebbero diminuire col progresso delle riforme regolatorie. Dal mese di giugno il governo ha permesso alle organizzazioni non profit di vendere asset crypto e, più di recente, ha consentito agli investitori professionisti di negoziare su base sperimentale. Sono inoltre in corso discussioni sull’approvazione di un ETF su Bitcoin spot. La Bank of Korea prevede che consentire la partecipazione di istituzioni finanziarie e di investitori stranieri potrebbe favorire la nascita di veri market maker e alleviare i problemi di liquidità. Un maggiore coinvolgimento istituzionale ridurrebbe probabilmente la volatilità dei volumi di scambio e abbasserebbe i tassi di turnover col tempo. Tuttavia, la banca centrale mette anche in guardia circa i potenziali rischi. “Quando investitori aziendali e stranieri dotati di maggiori capitali e migliori informazioni entreranno nel mercato, i prezzi delle crypto interne potrebbero diventare potenzialmente più sensibili ai cambiamenti di domanda e offerta,” avverte il rapporto, sottolineando la necessità di monitoraggio attento in questa fase di transizione. In sintesi Il mercato crypto coreano si trova in una fase di svolta. Il passaggio da acquisti aggressivi a prese di profitto indica una maturazione degli investitori, ma priva allo stesso tempo i mercati mondiali di una fonte chiave di momentum. Mano a mano che si svilupperanno strutture istituzionali e cadranno le barriere normative, l’influenza della Corea sulle dinamiche mondiali potrebbe evolversi dai volumi retail più “puri” a flussi di capitale più sofisticati. Per ora, i tempi in cui le trader retail coreane erano in grado, da sole, di innescare rally globali sembrano destinati a sparire: una transizione che potrebbe cambiare le tipiche dinamiche di sentiment per i cicli futuri.

La Banca di Corea afferma che quest’anno anche gli investitori coreani hanno incassato: implicazi...

L’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria della Bank of Korea rivela un cambiamento significativo nel comportamento degli investitori crypto coreani: si passa da un’accumulazione aggressiva a prese di profitto strategiche, sollevando interrogativi sull’impatto di questa svolta sulle dinamiche dei mercati globali.

Questo significa che, anche se Bitcoin quest’anno ha superato la soglia dei 100.000 dollari, gli investitori coreani hanno preferito incassare i guadagni invece che aumentare la loro esposizione.

L’elevata attività di trading in Corea mostra segnali di raffreddamento

La Corea del Sud ha a lungo avuto un peso rilevante nel mercato crypto globale. Nonostante rappresenti solo una frazione della popolazione mondiale, le coppie di scambio in won coreano (KRW) si sono costantemente piazzate tra le prime due valute fiat al mondo per volume, spesso rivaleggiando o superando il dollaro statunitense nei periodi di maggiore attività.

Tuttavia, il rapporto della Bank of Korea suggerisce un cambiamento significativo nel comportamento degli investitori. Sebbene il tasso di turnover delle crypto in Corea sia ancora elevato, pari al 156,8% (decisamente superiore alla media globale del 111,6%), la natura dell’attività è mutata. Invece di inseguire i rally, ora le investitrici e gli investitori retail coreani fanno prese di profitto durante la bull run del 2025.

“Il mercato crypto interno mostra tassi di turnover elevati, poiché la maggior parte dei partecipanti sono investitori individuali che tendono a realizzare guadagni attraverso operazioni di breve termine,” ha osservato la banca centrale.

Rischi di concentrazione e preoccupazioni sulla struttura del mercato

Il rapporto mette in evidenza anche una forte concentrazione del mercato: secondo i dati della Financial Supervisory Service, dal 2024 a giugno 2025 il 10% degli investitori ha rappresentato il 91,2% del volume totale degli scambi. Questa concentrazione solleva preoccupazioni circa una possibile manipolazione dei prezzi da parte di un numero ristretto di operatori.

Il particolare contesto regolatorio in Corea – che di fatto esclude la partecipazione delle aziende e vieta agli investitori stranieri di scambiare sulle piattaforme locali – ha creato un mercato dominato quasi esclusivamente dagli investitori retail. L’assenza di market maker professionali ha inoltre portato a problemi di liquidità, come dimostrato dalpicco di Tether di 5 volte su Bithumb durante il calo di mercato di ottobre.

L’effetto globale di Ripple

Quando le trader coreane riducono la loro attività, i mercati globali se ne accorgono. I dati storici mostrano che durante le bull run del 2017 e del 2021, exchange coreani come Upbit e Bithumb si sono spesso piazzati tra i primi a livello globale per volume. La cosiddetta “Kimchi Premium” – ovvero il fatto che i prezzi delle crypto in Corea fossero superiori rispetto agli indicatori internazionali – era un affidabile segnale di euforia retail.

L’attuale spostamento verso le prese di profitto potrebbe avere contribuito al ritmo più moderato del rally del 2025 rispetto ai cicli precedenti. Poiché gli investitori retail coreani non forniscono più lo stesso livello di domanda aggressiva, gli order book globali hanno perso una fonte importante di pressione d’acquisto durante le fasi chiave di accumulazione.

Questo cambiamento non avviene isolatamente. Il precedente rapporto della Bank of Korea collega il rallentamento del mercato crypto interno al boom del mercato azionario locale. L’indice KOSPI è aumentato di oltre il 70% da inizio anno, diventando il principale indice globale per performance, spinto dai titoli legati all’intelligenza artificiale come Samsung Electronics e SK Hynix.

I volumi giornalieri di trading sulle principali piattaforme crypto coreane sono crollati di oltre l’80% rispetto ai massimi del 2024, mentre gli investitori locali spostano capitali su azioni ed ETF USA a leva. “Dove sono finite tutte le investitrici e gli investitori retail coreani nel mondo crypto? Risposta: Nel mercato azionario accanto,” ha commentato l’analista AB Kuai Dong.

Percorsi divergenti: adozione istituzionale in Corea rispetto al resto del mondo

Il contrasto con le tendenze globali è netto. Se in Corea il mercato resta dominato dalle retail, a livello internazionale si è assistito a una rapida istituzionalizzazione a partire da gennaio 2024, quando la SEC ha approvato gli ETF su Bitcoin spot. Questi prodotti hanno attratto oltre 54 miliardi di dollari di afflussi netti, con IBIT di BlackRock che da solo ha superato i 50 miliardi di dollari in asset in gestione.

Il rapporto della Bank of Korea segnala questa divergenza, sottolineando che i mercati crypto globali sono diventati sempre più correlati ai mercati azionari tradizionali – soprattutto durante periodi di stress macroeconomico o cambiamenti di politica monetaria. La correlazione tra Bitcoin e l’S&P 500 è aumentata in maniera significativa dal 2020, grazie alla partecipazione istituzionale, alle aziende quotate che utilizzano Bitcoin in tesoreria e alla diffusione degli ETF.

Il mercato coreano, invece, resta relativamente isolato rispetto a queste dinamiche globali. La banca centrale attribuisce questa situazione all’elevata concentrazione di investitori retail, alla scarsità di liquidità e ai controlli sui capitali che limitano le opportunità di arbitraggio.

Cosa succede dopo: l’istituzionalizzazione all’orizzonte

Il rapporto suggerisce che le peculiarità del mercato coreano potrebbero diminuire col progresso delle riforme regolatorie. Dal mese di giugno il governo ha permesso alle organizzazioni non profit di vendere asset crypto e, più di recente, ha consentito agli investitori professionisti di negoziare su base sperimentale. Sono inoltre in corso discussioni sull’approvazione di un ETF su Bitcoin spot.

La Bank of Korea prevede che consentire la partecipazione di istituzioni finanziarie e di investitori stranieri potrebbe favorire la nascita di veri market maker e alleviare i problemi di liquidità. Un maggiore coinvolgimento istituzionale ridurrebbe probabilmente la volatilità dei volumi di scambio e abbasserebbe i tassi di turnover col tempo.

Tuttavia, la banca centrale mette anche in guardia circa i potenziali rischi. “Quando investitori aziendali e stranieri dotati di maggiori capitali e migliori informazioni entreranno nel mercato, i prezzi delle crypto interne potrebbero diventare potenzialmente più sensibili ai cambiamenti di domanda e offerta,” avverte il rapporto, sottolineando la necessità di monitoraggio attento in questa fase di transizione.

In sintesi

Il mercato crypto coreano si trova in una fase di svolta. Il passaggio da acquisti aggressivi a prese di profitto indica una maturazione degli investitori, ma priva allo stesso tempo i mercati mondiali di una fonte chiave di momentum. Mano a mano che si svilupperanno strutture istituzionali e cadranno le barriere normative, l’influenza della Corea sulle dinamiche mondiali potrebbe evolversi dai volumi retail più “puri” a flussi di capitale più sofisticati.

Per ora, i tempi in cui le trader retail coreane erano in grado, da sole, di innescare rally globali sembrano destinati a sparire: una transizione che potrebbe cambiare le tipiche dinamiche di sentiment per i cicli futuri.
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