Secondo Cointelegraph, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un'indagine su un ex negoziatore di ransomware accusato di aver concluso accordi con hacker per ricevere una parte della criptovaluta utilizzata nei pagamenti di estorsione. DigitalMint, un'azienda con sede a Chicago specializzata nelle negoziazioni di ransomware, ha confermato che uno dei suoi ex dipendenti è sotto inchiesta penale ed è stato licenziato immediatamente al momento della scoperta delle accuse. Il presidente di DigitalMint, Marc Grens, ha dichiarato che l'indagine riguarda presunti comportamenti non autorizzati da parte dell'impiegato durante il suo periodo di lavoro nell'azienda.
DigitalMint, che assiste le vittime nella negoziazione e nei pagamenti agli hacker, non è un obiettivo dell'indagine. Grens ha sottolineato che l'azienda ha collaborato pienamente con le forze dell'ordine e ha preso misure rapide per proteggere i propri clienti non appena sono emerse le accuse. Ha osservato che la fiducia è un impegno quotidiano e che l'azienda ha comunicato prontamente i fatti agli stakeholder interessati. DigitalMint, registrata presso la Rete di Prevenzione dei Crimini Finanziari degli Stati Uniti, serve una clientela che include aziende Fortune 500 e si specializza nella gestione sicura degli incidenti di ransomware.
Dati recenti indicano una diminuzione dei pagamenti di ransomware, con un rapporto della società di risposta agli incidenti informatici Coveware che rivela che solo il 25% delle aziende colpite da richieste di estorsione nell'ultimo trimestre del 2024 ha pagato il riscatto. Questo segna una diminuzione rispetto al 32% nel terzo trimestre del 2024 e al 36% nel trimestre precedente. La tendenza suggerisce che un numero maggiore di organizzazioni sta migliorando le proprie misure di cybersecurity, implementando migliori strategie di backup e recupero e resistendo al finanziamento dei criminali informatici. Coveware ha anche attribuito la diminuzione agli sforzi aumentati delle forze dell'ordine e a linee guida normative più forti che scoraggiano i pagamenti di riscatto.
In uno sviluppo correlato, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha recentemente sanzionato il gruppo Aeza, con sede in Russia, la sua leadership e un portafoglio di criptovalute connesso per aver ospitato operazioni di ransomware e furto di informazioni. Inoltre, un rapporto della società di analisi blockchain Chainalysis ha rilevato che i pagamenti di ransomware sono diminuiti del 35% a 815 milioni di dollari nel 2024, rispetto a 1,25 miliardi di dollari nel 2023. Nel frattempo, James Taliento, CEO della società di servizi di intelligence informatica AFTRDRK, ha evidenziato preoccupazioni riguardo ai negoziatori di ransomware che non sempre agiscono nel miglior interesse dei loro clienti, poiché potrebbero essere incentivati dalla dimensione del riscatto pagato. Un rapporto del 2019 di ProPublica ha anche rivelato casi di aziende statunitensi che pagano hacker per recuperare dati rubati e addebitano ai clienti costi aggiuntivi con la scusa di utilizzare metodi di recupero specializzati.