Secondo Cointelegraph, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) ha avviato una denuncia civile di confisca per sequestrare oltre 24 milioni di dollari in criptovalute da Rustam Rafailevich Gallyamov, un cittadino russo accusato di aver sviluppato il malware Qakbot. Questa azione segue un'accusa federale svelata il 22 maggio, che accusa il 48enne moscovita di essere il cervello dietro il botnet Qakbot. Il capo della divisione penale del DOJ, Matthew Galeotti, ha sottolineato l'impegno del dipartimento nella lotta contro il crimine informatico, affermando che sono determinati a ritenere i criminali informatici responsabili e utilizzeranno ogni strumento legale disponibile per identificare, accusare e interrompere le loro attività.

L'Avvocato degli Stati Uniti Bill Essayli per il Distretto Centrale della California ha elaborato sugli sforzi in corso per identificare e interrompere i criminali informatici, evidenziando l'importanza dell'azione di confisca contro oltre 24 milioni di dollari in beni virtuali. Questa mossa sottolinea la dedizione del DOJ a sequestrare i guadagni illeciti dai criminali per compensare alla fine le vittime. L'Assistente Direttore in Carica Akil Davis dell'Ufficio di Campo dell'FBI di Los Angeles ha notato che il malware Qakbot è stato significativamente interrotto dall'agenzia e dai suoi partner nel 2023. Tuttavia, Gallyamov avrebbe continuato a trovare metodi alternativi per distribuire il suo malware a potenziali collaboratori.

Gallyamov è accusato di aver gestito il malware Qakbot dal 2008, utilizzandolo per infettare migliaia di computer e stabilire un botnet. Questa rete di computer compromessi è stata poi venduta ad altri criminali informatici che l'hanno utilizzata per distribuire ransomware, tra cui Prolock, Dopplepaymer, Egregor, REvil, Conti, Name Locker, Black Basta e Cactus. Nel 2023, un'operazione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha interrotto con successo il botnet e il malware Qakbot. Nonostante questo contrattempo, Gallyamov e i suoi associati avrebbero continuato le loro attività, adottando nuove tecniche come il dispiegamento diretto di ransomware Black Basta e Cactus. Durante l'operazione, le autorità hanno sequestrato oltre 170 Bitcoin e più di 4 milioni di dollari in USDt e USDC stablecoin da Gallyamov, illustrando ulteriormente la scala dell'impresa criminale informatica.