Autore della notizia: Crypto Emergency
Le banche centrali di tutto il mondo hanno continuato ad aumentare attivamente le riserve auree: nel terzo trimestre del 2025 il volume degli acquisti è aumentato del 28% e ha raggiunto 220 tonnellate. Questo è stato un proseguimento di un trend di acquisti netti di 15 anni, durante il quale il prezzo dell'oro dall'inizio dell'anno è aumentato di circa il 50% e ha raggiunto nuovi massimi storici.
Secondo i dati del World Gold Council, il volume complessivo degli acquisti nei primi tre trimestri del 2025 è stato di 634 tonnellate. Anche se il dato è leggermente inferiore a quello dei periodi simili degli ultimi tre anni, supera significativamente il livello medio di 400–500 tonnellate, caratteristico del periodo precedente al 2022.
La maggior parte degli acquisti rimane nascosta
Gli esperti sono preoccupati per il crescente divario tra le statistiche ufficiali e i reali volumi di acquisto. Nel terzo trimestre del 2025, circa il 66% della domanda da parte delle banche centrali non è stata riflessa nei rapporti del FMI. Questa tendenza è aumentata dopo il 2022 in un contesto di tensione geopolitica.
Gli analisti ritengono che gli acquisti nascosti siano principalmente effettuati da stati che cercano di ridurre la dipendenza dal dollaro e diversificare le riserve. Questo approccio consente loro di evitare eccessiva attenzione da parte dei mercati internazionali e pressioni politiche.
La Cina sta accumulando riserve più rapidamente di quanto mostrino le statistiche
La Banca del Popolo della Cina ha segnalato l'acquisto di 5 tonnellate d'oro nel terzo trimestre del 2025, aumentando le riserve ufficiali a 2 303 tonnellate. Questo è già l'11° mese consecutivo in cui il regolatore registra un aumento delle scorte.
Tuttavia, gli analisti di Money Metals guidati da Jan Nieuwenhuis ritengono che le vere riserve cinesi possano superare le 5 000 tonnellate, oltre il doppio dei dati ufficiali. Secondo le loro stime, solo nel 2024 la Cina ha segretamente acquisito circa 570 tonnellate d'oro. Le conclusioni si basano su un'analisi dei flussi commerciali, dei dati delle società minerarie e di informazioni riservate dal mercato dei metalli preziosi.
La Polonia è leader negli acquisti europei
In Europa, la Polonia è il paese che acquista più oro: nella prima metà del 2025, il paese ha aggiunto 67,2 tonnellate. La Banca Nazionale della Polonia ha anche aumentato la quota target d'oro nelle riserve dal 20% al 30%, indicando una strategia a lungo termine di accumulo.
Tra gli altri grandi acquirenti ci sono l'Azerbaigian (34,5 tonnellate) e il Kazakistan (22,1 tonnellate). Nel terzo trimestre, hanno mostrato attività anche il Brasile, che ha acquistato 15 tonnellate per la prima volta dal 2021, e la Turchia, che ha aumentato le riserve di 7 tonnellate.
La geopolitica come chiave del driver della domanda
L'aumento dell'interesse per l'oro è spiegato da diversi fattori:
• il desiderio di diversificare le riserve e ridurre la dipendenza dal dollaro;
• il desiderio di proteggersi dai rischi delle sanzioni, poiché l'oro non può essere bloccato tramite SWIFT;
• la diminuzione dell'interesse delle banche centrali per i titoli di Stato americani — da marzo 2025 sono diventati venditori netti per la prima volta dal 1996.
Influenza sul prezzo dell'oro e previsioni
Una forte domanda istituzionale ha sostenuto la rapida crescita del valore dell'oro: dall'inizio del 2025, il prezzo è aumentato del 63% e ha superato i $4 000 all'oncia. In ottobre, le quotazioni hanno brevemente raggiunto i $4 381.
Gli analisti si aspettano che nel 2026 l'oro possa costare nell'intervallo di $3 950–5 300, considerando la persistente domanda strutturale. Secondo i dati della Deutsche Bank, la quota d'oro nelle riserve delle banche centrali nel secondo trimestre del 2025 ha raggiunto il 24% — il massimo dagli anni '90.
Negli ultimi tre anni, le banche centrali hanno acquisito oltre 3 200 tonnellate d'oro — il doppio rispetto al decennio precedente. Questo testimonia profondi cambiamenti nel sistema finanziario globale e una crescente ricerca di alternative al modello del dollaro.
