Secondo ShibDaily, Meta, l'azienda dietro Facebook, è emersa vittoriosa in un importante caso legale riguardante la violazione del copyright. Un giudice federale statunitense ha stabilito che Meta non ha violato le leggi sul copyright quando ha utilizzato opere di 13 autori per addestrare i suoi sistemi di intelligenza artificiale senza ottenere il consenso preventivo. Il giudice distrettuale statunitense Vince Chhabria ha concesso un giudizio sommario a favore di Meta, dichiarando che gli autori che hanno intentato la causa non hanno fornito prove sufficienti che l'uso dei loro libri da parte dell'azienda ha causato loro alcun danno.

Nel 2023, un gruppo di autori, tra cui la comica Sarah Silverman e lo scrittore Ta-Nehisi Coates, ha accusato Meta di violazione del copyright per aver presumibilmente utilizzato le loro opere pubblicate per addestrare i suoi modelli di linguaggio senza permesso. Tuttavia, il giudice Chhabria ha stabilito che gli autori non hanno dimostrato che i sistemi di intelligenza artificiale di Meta avrebbero portato a una diluizione del mercato generando contenuti che competono direttamente con il loro lavoro. Di conseguenza, ha determinato che l'uso del materiale protetto da copyright da parte di Meta si qualificava come “uso leale”, un principio legale che consente un uso limitato di contenuti protetti senza autorizzazione, proteggendo così l'azienda da responsabilità per violazione del copyright.

Nonostante la sentenza a favore di Meta, il giudice Chhabria ha riconosciuto che utilizzare materiale protetto da copyright senza permesso per addestrare modelli di linguaggio di grandi dimensioni, come quelli che alimentano strumenti come ChatGPT di OpenAI, potrebbe essere illegale in molte circostanze. Le sue osservazioni hanno offerto alcune rassicurazioni ai professionisti creativi che sostengono che tali pratiche violano i loro diritti di proprietà intellettuale. Victoria Aveyard, autrice della serie bestseller Red Queen, è stata tra i critici più vocali delle pratiche di addestramento dell'IA di Meta. In un post su TikTok di marzo, Aveyard ha accusato l'azienda di aver utilizzato il suo lavoro senza il suo consenso, senza compenso e contro la sua volontà, facendo riferimento a un database pubblicato da The Atlantic che consente agli autori di controllare se i loro libri sono stati inclusi nei dataset di addestramento dell'IA.

Nel frattempo, Meta ha accolto con favore la decisione del tribunale, con un portavoce dell'azienda che ha dichiarato a Reuters che sostiene il principio dell'uso leale, definendolo un quadro giuridico vitale per costruire tecnologie di intelligenza artificiale trasformative. I sistemi di intelligenza artificiale sono recentemente diventati il fulcro di numerosi contenziosi legali riguardanti presunte violazioni del copyright. Tra questi, OpenAI e The New York Times sono coinvolti in una battaglia legale in corso, con il Times che afferma che OpenAI ha utilizzato i suoi articoli senza autorizzazione. OpenAI sostiene che le sue attività rientrano nei limiti dell'uso leale e sottolinea l'importanza di far progredire la tecnologia AI. Nel dicembre 2024, il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha commentato la causa in corso, affermando che l'organizzazione di notizie è dalla parte sbagliata della storia.