Con la Legge di Bilancio 2023 si sono definite nuove regole sulla tassazione delle criptovalute, che assumono una valenza sempre più importante anche dal punto di vista fiscale;
Con le nuove regole, l’aliquota fiscale sarà pari al 26% per plusvalenze di oltre 2.000€ in un anno di imposta, che andranno dichiarate sia nel quadro RT che nel quadro RW in fase di dichiarazione dei redditi;
Si sono altresì definite le transazioni fiscalmente rilevanti, ovvero quelle di cash-out in valute FIAT, lo scambio di cripto-attività di diverse caratteristiche e funzioni,e i trasferimenti verso terzi per l’acquisto di beni e servizi;
Chi deteneva cripto-attività prima di quest’anno potrà regolarizzare la sua posizione con l’istanza di emersione pagando imposte sostitutive.
Il 2023 è un anno pieno di novità anche dal punto di vista fiscale per il mondo blockchain, in quanto con la Legge di Bilancio 2023 sono stati definiti alcuni termini che dettano regole ben precise per le tasse su criptovalute e cripto-attività, che fino ad oggi non erano chiare per la maggior parte degli utenti.
Con la nuova Legge di Bilancio, infatti, è stata creata per la prima volta una disciplina fiscale per quanto riguarda l’utilizzo, lo scambio e la detenzione di criptovalute. Chiaramente, comprendere le leggi di questo tipo può essere complicato per gli utenti, che spesso hanno dubbi sulle modalità da attuare in fase di dichiarazione dei redditi.
In questa guida cercheremo di spiegarti in modo chiaro e comprensibile tutte le novità previste dalla Legge di Bilancio 2023, in modo da poter essere in regola con le tue crypto.
“E’ una situazione in continua evoluzione. Noi diamo le linee guida, ma la scelta su come comportarsi ad oggi lascia ancora spazio al libero arbitrio”, commenta l’esperto Gianluca Massini Rosati, presidente di Allcore Spa, azienda che al suo interno comprende Crypt&Co, divisione specializzata con competenze verticali su fiscalità, normative e regolamentazioni riguardanti criptovalute e asset digitali.
Abbiamo registrato un Webinar in cui Filippo Anania ha intervistato Gianluca Massini Rosati. su questo tema. Non perderti la puntata su Binance Live.
Se per un utente medio le criptovalute sono valute digitali che, grazie alla tecnologia blockchain, riescono a garantire la massima sicurezza e decentralizzazione rimuovendo intermediari come banche e operatori di pagamento, la visione dell’Agenzia delle Entrate è leggermente diversa.
Difatti, sia l’Agenzia delle Entrate che il MiCA (Markets in Crypto-Assets), ovvero un insieme di norme emanate dall’UE per la regolamentazione del mercato crypto, parlano più di “cripto-attività”, e non di criptovalute.
Le cripto-attività sono definite come una “rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito (Distributed Ledger) o una tecnologia analoga”.
Tuttavia, ad oggi non è mai stata definita una disciplina fiscale unica per l’utilizzo di criptovalute e più in generale per tutte le cripto-attività al fine di generare un reddito, in quanto i vari trattamenti fiscali varierebbero case by case (utility token, NFT, currency token etc.).
Con l’arrivo del 2023, però, si sono definite numerose regole che, gradualmente, stanno creando un quadro più chiaro della situazione. Ad oggi, infatti, sono abbastanza chiari gli eventi fiscalmente rilevanti e il relativo metodo di tassazione.
Dal 1° gennaio 2023, con la Legge 29 Dicembre 2022, n. 197, conosciuta anche come Legge di Bilancio, è stata introdotta la lettera c-sexies al comma 1 art. 67 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).
Nello specifico, si definiscono come redditi diversi “le plusvalenze realizzate tramite rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività non inferiori a 2.000€ nel periodo d'imposta”. Inoltre, “non costituisce attività fiscalmente rilevante la permuta tra cripto-attività aventi uguali caratteristiche e funzioni”.
In sintesi, saranno tassate le plusvalenze superiori a 2.000€, ma gli scambi crypto-to-crypto (purché della stessa tipologia) non saranno considerati come attività fiscalmente rilevante. Sono stati inoltre introdotti due provvedimenti per la rivalutazione e la regolarizzazione delle cripto-attività detenute prima del 2023 che vedremo di seguito.
Inizialmente prevista entro il 30 giugno 2023, la rivalutazione opzionale delle cripto-attività detenute prima di quest’anno è stata prorogata al 30 settembre.
Nello specifico, l questa misura consente di versare un’imposta sostitutiva del 14% per rivalutare le criptovalute facendo riferimento al saldo detenuto al 1° gennaio 2023, secondo l’art. 1 comma 133 ss. della L. 197/2022.
In poche parole, chi paga l’imposta sostitutiva avrà la possibilità di fissare come valore di acquisto degli asset quello relativo alla data del 1° gennaio 2023, risultando utile per chi, negli anni precedenti, ha perso traccia delle operazioni o, comunque, non ricorda i prezzi d’acquisto passati.
Per chi, invece, non salda entro la scadenza, il prezzo di acquisto, in assenza di prove certe, sarà pari a zero, generando quindi una base imponibile maggiore nel momento in cui si effettua un’operazione fiscalmente rilevante come ad esempio il cash out in valute fiat.
Oltre alla possibilità di rivalutazione opzionale, la legge di Bilancio 2023 ha introdotto provvedimenti per regolarizzare fiscalmente le posizioni di coloro che, al 31 dicembre 2021, detenevano già criptovalute o asset digitali ma non ne avevano fatto menzione nella dichiarazione dei redditi.
In particolare, gli interessati possono presentare spontaneamente il modello versando gli importi previsti sulla base delle attività non dichiarate. La procedura consente appunto il pagamento di una sanzione pari allo 0,5% delle crypto non dichiarate per ciascun anno d’imposta per coloro che non hanno generato reddito, a cui si aggiunge un’imposta sostitutiva del 3,5% del valore complessivo degli asset se il reddito è stato generato.
Il termine per la presentazione dell’istanza e il versamento della somma è fissato al 30 novembre 2023.
Per riassumere tutte le scadenze degli adempimenti, ecco una lista completa in modo da poter rimanere in regola a seconda della propria situazione:
30/09/2023: termine entro il quale versare l’imposta sostitutiva del 14% per procedere con la rivalutazione delle cripto-attività, così da avere un imponibile calcolato al saldo del 1° gennaio 2023;
30/11/2023: possibilità di pagare le imposte sostitutive e le eventuali sanzioni ridotte per regolarizzare la propria posizione, operazione rivolta a coloro che detenevano cripto-attività prima del 31/12/2021;
30/11/2023: termine ultimo per dichiarare eventuali redditi (plusvalenze) di cripto-attività realizzati nel corso del 2022, o per dichiarare possedimenti di criptovalute nel quadro RW, in cui andranno indicati il saldo al 1° gennaio 2022 e il saldo al 31 dicembre 2022.
Anche se le regole sono adesso ben definite, è normale avere qualche dubbio in merito alla generazione di plusvalenze durante l’anno. In questo senso, il consiglio è quello di comprendere la differenza tra eventi fiscalmente rilevanti e non.
Un evento fiscalmente rilevante, come suggerisce il termine, rappresenta un’operazione che, ai fini fiscali, verrà tenuta in considerazione. Con la nuova Legge di Bilancio 2023, le attività che verranno tenute in considerazione per i calcoli sulla tassazione crypto sono:
cash-out in valute fiat;
trasferimento di criptovalute verso soggetti terzi per l’acquisto di beni e/o servizi;
conversione di cripto-attività di diverse caratteristiche e funzioni (esempio compravendita di NFT tramite criptovalute).
Diversamente, gli eventi fiscalmente non rilevanti includono:
trading crypto-crypto, quindi lo scambio tra due criptovalute;
plusvalenze inferiori a 2.000€ annui;
minusvalenze, che se sopra i 2.000€ saranno deducibili fino al 4° anno di imposta successivo.
Per quanto riguarda l’importo delle tasse sulle plusvalenze, questo equivale al 26%, in quanto all’interno del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) vengono definite come “redditi diversi”.
Se non hai mai dichiarato le criptovalute è possibile pagare la sanatoria per mancata dichiarazione, pagando delle percentuali aggiuntive che valgono come sanzione.
Le percentuali variano a seconda della propria posizione:
0,5% dell’importo detenuto per ciascun anno di riferimento, per coloro che non hanno ottenuto redditi (plusvalenze);
3,5% dell’importo non dichiarato per coloro che hanno generato redditi, a cui aggiungere lo 0,5% per mancata compilazione del quadro RW.
Se hai difficoltà o non ricordi a memoria le tue transazioni, sappi che puoi usare Binance Tax, un tool innovativo sviluppato da Binance per aiutarti a calcolare le tasse sulle criptovalute detenute nell’anno 2022.
Per utilizzarlo, ti basterà seguire gli step qui sotto:
vai su Binance Tax, clicca su [Inizia] e accedi al tuo account;
seleziona il Paese di riferimento e compila gli appositi campi;
clicca su [Conferma] e attendi il caricamento di tutte le transazioni (fino a qualche ora);
terminata l’importazione delle transazioni, le visualizzerai sulla tua dashboard;
in alto, clicca su [Report fiscali], e otterrai un riepilogo di plusvalenze ed eventuali guadagni generati;
clicca su [Genera] a seconda del report desiderato.
Accettando i vari disclaimer, verrai avvisato quando il report sarà pronto. Quando ricevi la notifica, basta accedere a Binance Tax e cliccare su [Esporta Storico]. Da qui potrai scaricare in formato CSV l’intero report.
Specifichiamo solo che, a seconda della giurisdizione fiscale di appartenenza, il report sulle plusvalenze e sui profitti potrebbe non includere le regole di calcolo delle imposte specifiche per il tuo paese di residenza (se così fosse, riceverai un avviso direttamente da Binance Tax, che ti inviterà a consultare il commercialista).
Come abbiamo potuto vedere, la questione delle tasse sulle criptovalute è abbastanza complessa e difficile da comprendere per chi è poco avvezzo a questa materia, in quanto essendo in continua evoluzione non è per niente semplice tenersi aggiornati.
Inoltre, alcuni aggiornamenti e modifiche di legge possono influire significativamente sulla situazione fiscale degli investitori, che devono monitorare sempre di più i propri bilanci e i propri guadagni.
D’altronde, il messaggio è ormai chiaro: le criptovalute non sono più esenti da tasse e vengono regolamentate gradualmente nei vari Paesi. Per rimanere informato, ti consigliamo come sempre di consultare la Binance Academy, mentre se vuoi ottenere report completi ti invitiamo a leggere la nostra guida su come generare report fiscali tramite Binance Tax Tool.
Ti ricordiamo, inoltre, di andare a guardare il Webinar della nostra ultima Live su Crypto e Tasse, così da avere un quadro ancora più chiaro della situazione.